Si tratta di uno dei casi più eclatanti di frode del settore vitinicolo italiano degli ultimi anni: oltre 35 milioni di bottiglie contraffatte che sono state vendute dalla Cantina Rauscedo, in provincia di Pordenone.
Commercializzazione fraudolenta di etichette di pregio
Secondo le indagini eseguite dalla Procura della Repubblica di Pordenone, coordinate dal dott. Raffaele Tito, la frode si basava sulla commercializzazione di etichette di pregio, come Prosecco DOC e Pinot Grigio IGT, che non possedevano le caratteristiche in base ai disciplinari di legge. La magistratura ha emesso 427 avvisi diretti ad altrettante persone.
Nel 2018 i Carabinieri del NAS e l’ICQRF (Ispettorato Centrale Repressione Frodi) avevano sequestrato alla stessa Rauscedo 22,4 milioni di bottiglie (pari a 170.000 ettolitri) di falso vino DOC che era pronto per essere imbottigliato e commercializzato.
I carabinieri del NAS avevano notato che erano stati conferiti vini prodotti in quantitativi superiori ai massimali previsti dai disciplinari e con una gradazione naturale inferiore al minimo richiesto. La truffa non ha comportato un pericolo per la salute ma la truffa consisteva nel commercializzare prodotti di scarsa qualità e a caro prezzo.
Una frode reiterata da anni
Sempre dalle indagini è emerso che la Cantina Rauscedo per diversi anni ha prodotto e commercializzato vini DOC e IGT, prodotti in violazione ai disciplinari di produzione, e che per tale motivo non potevano fregiarsi di queste denominazioni.
La Cantina Rauscedo aveva messo a punto una contabilità parallela illegale, che garantiva un guadagno a tutti i complici della truffa. Il biennio 2016-2017 ha fruttato 1,7 milioni di euro, nel 2018 il guadagno non c’è stato a causa del sequestro ed il vino è stato restituito e la Cantina ha dovuto venderlo come vino generico.
A portare avanti queste frodi commerciali ai danni dei consumatori sono stati gli amministratori della cooperativa della Cantina, alcuni dipendenti, in accordo con la maggior parte dei soci e dei fornitori. I soci inviavano una quantità di uve superiore ai massimi stabiliti dai disciplinari e con un gradazione inferiore al minimo richiesto. Con queste uve la Cantina Rauscedo e l’associata Codroipo ottenevano i mosti ed i vini erano commercializzati come DOC e IGT, mentre avrebbero dovuto essere etichettati come vini generici. Le denominazione coinvolte della Cantina sono: Prosecco DOC, DOC delle Venezie, DOC Friuli, DOC Friuli Grave, IGT Trevenezie e IGT Venezia Giulia.
Chi è indagato?
Gli indagati individuati al termine delle indagini sono i 12 membri del Consiglio di Amministrazione, 10 dipendenti hanno formulato richiesta di patteggiamento per il reato di frode in commercio aggravata. Tra i soci della cooperativa e fornitori non associati sono stati identificati, inoltre, 336 titolari di imprese individuali e legali responsabili di 91 società: per questo gruppo la Procura della Repubblica di Pordenone ha ipotizzato reati che vanno dalla frode in commercio aggravata, tentata frode in commercio e illeciti amministrativi legati alla responsabilità oggettiva degli enti ex D. Lgs. 231/2001. 400 persone dovranno pagare sanzioni variabili da 2.000 a 6.000 euro.
Per riassumere: le bottiglie di falso vino DOC vendute sono 12,4 milioni, mentre sono 22,6 milioni di bottiglie bloccate, gli indagati sono oltre 400 e le sanzioni e denaro restituito sono pari quasi 3 milioni di euro.
Considerazioni del Capitano dei NAS
Il Capitano dei NAS di Udine, Fabio Gentilini, ha così commentato:
” Lo scandalo del Prosecco inizia nell’estate del 2018 quando nel corso di verifiche rileviamo anomalie nei registri di alcune aziende sull’origine delle partite di uva e sull’impiego dei bolli per le etichette. A questo punto cominciano le indagini attraverso migliaia di intercettazioni di conversazioni telefoniche e ambientali (650 sono state trascritte). I sospetti si rilevano fondati e la storia si conclude con il rinvio a giudizio per frode commerciale aggravata del consiglio di amministrazione della cooperativa Cantina Rauscedo e di oltre 400 soci e fornitori“.
Prospettive future
Nel settembre 2019, per garantire un futuro alla Cantina Rauscedo, la Giunta Regionale del Friuli ha avviato un piano di intervento destinando una quota del Fondo di rotazione regionale per la concessione di finanziamenti agevolati a sostegno delle esigenze di liquidità connesse all’attività. L’azienda ha sostituito tutto il precedente Consiglio di Amministrazione e ha nominato un nuovo staff.
Amo la buona cucina e le tradizioni enogastronomiche italiane, per me vino e dessert non sono solo un contorno ma la parte più interessante del buon vivere.