Oggi parliamo di una regione italiana la cui conformazione naturale ha ostacolato particolarmente i primi tentativi di viticoltura. Con lo sviluppo delle tecniche agricole, l’uomo ha saputo creare dei terrazzamenti idonei alle coltivazioni, in particolare della vite: parliamo della Liguria.
Clima e territorio della Liguria
Il territorio della Liguria è per 2/3 montuoso e l’area pianeggiante occupa meno dell’1% dell’estensione regionale; la viticoltura si sviluppa soprattutto lungo i pendii collinari, che occupano il 35% circa della regione.
Il clima è mediterraneo con forti escursioni termiche giornaliere e stagionali, che condizionano in maniera significativa gli aromi delle uve.
I terreni del versante occidentale sono ricchi di calcare, garantendo vini di buona mineralità, mentre i terreni argillosi, tipici del versante orientale, arricchiscono i vini in struttura e morbidezza.
Zone vitivinicole: Riviera di Ponente e di Levante
Genova, capoluogo della Regione, funge anche da spartiacque per quel che riguarda le aree vitivinicole, dividendole in due aree: la Riviera di Ponente e la Riviera di Levante.
La Riviera di Ponente utilizza il modello piemontese, prediligendone vitigni e tecniche. In questa zona vengono infatti vinificati in purezza varietà come il dolcetto e la barbera.
La Riviera di Levante segue, invece, l’uso toscano dell’uvaggio e le varietà coltivate sono il sangiovese, il canaiolo, il trebbiano e la malvasia.
In accordo con le recenti modifiche dei disciplinari per la produzione ligure, la filosofia produttiva è sempre più orientata a valorizzare i singoli vitigni, seguendo l’esempio del vermentino.
Altre zone vitivinicole e vitigni liguri
Zona ad alta vocazione vitivinicola è posta al confine con la Francia, tra la Val Nervia e la Val Crosia (comprensorio del Dolceacqua DOC), dove regna incontrastato il clone rossese di Ventimiglia. Questo vitigno è di discreta complessità e struttura, regalando profumi di ribes nero e marasca, mentre il rossese di Campochiesa, diffuso lungo la costa, dona ai vini un colore più tenue e con tannini molto docili.
Nel comprensorio della Val Polcèvera DOC , nella provincia di Genova, si trova la bianchetta genovese, che dà vini freschi, perfetti con una frittura di paranza.
Il moscato bianco infine viene coltivato soltanto in Val Petronio, nell’entroterra di Sestri Levante: questo vitigno venne portato dal Piemonte nel 1600 dai monaci benedettini e dona vini dolci leggeri e vivaci fermentati in autoclave.
La Spezia: capoluogo del vino ligure e culla dello Sciacchetrà
Il 50% del vino ligure viene prodotto nella provincia di La Spezia. Sulle colline di Levantino si coltiva il sangiovese, mentre nelle Cinque Terre si coltivano esclusivamente vitigni a bacca bianca, come l’albarola e il vermentino secondo i disciplinari DOC Cinque Terre e
Cinque Terre Sciacchetrà DOC.
Una piccola perla enologica è costituita dallo Sciacchetrà, vitigno a bacca bianca, raccolto rigorosamente a mano, nel quale l’appassimento dei grappoli si protrae per circa 3 mesi dalla vendemmia e l’evoluzione è lenta e condotta, spesso, in piccoli caratelli di castagno o di acacia.
Di questo vino vengono prodotte meno di 10.000 bottiglie all’anno, e viene abbinato al panforte di Siena o ai dolcetti al cioccolato e frutta candita.
Amo la buona cucina e le tradizioni enogastronomiche italiane, per me vino e dessert non sono solo un contorno ma la parte più interessante del buon vivere.