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Kellerei St. Pauls

“Abbiamo oltre 110 anni di storia vinicola alle spalle, che vogliamo preservare ed al tempo stesso farne il presupposto per iniziare un nuovo cambiamento”

Inizia così l’intervista con Dieter Haas, Presidente della Kellerei St. Pauls, storica cantina produttori dell’Alto Adige giunta alla quinta generazione di vignaioli pronta a tracciare una nuova rotta per il vino altoatesino.

Le origini dell’azienda San Paolo.

La Cantina nasce nel 1907 grazie all’amore ed alla dedizione per la viticoltura di 36 contadini di San Paolo, Monte (Appiano) e Riva di Sotto. Ad oggi la storica Cantina produttori San Paolo conta su oltre 200 vignaioli, che si prendono cura di 185 ettari di vigna che vanno da quota 200 fino agli 700 metri s.l.m. su un articolato mosaico di terreni, dai suoli sassosi di calcare dolomitico alla roccia metamorfica di quarzo e mica, al porfido vulcanico.”

In quale zona vitivinicola altoatesina trovano dimora i vostri vigneti?

“Quello altoatesino, con circa 5.400 ettari vitati, è uno dei territori vinicoli più piccoli d’Italia. Le nostre vigne si trovano in Oltradige, nel cuore enoico dell’Alto Adige, circondati da castelli e manieri, tra le fertili colline di Appiano, il comune con maggiore superficie vitata, ed il Lago di Caldaro con il suo importante ruolo di termoregolatore.”

Quali sono i vitigni più rappresentativi del territorio di San Paolo?

“Partendo dai vitigni a bacca bianca, un ruolo fondamentale lo svolge sicuramente il pinot bianco, che si dice sia stato introdotto in Alto Adige già a metà del 1800, da sempre coltivato nella zona di Appiano Monte/Eppan Berg, intorno al “Plötznerhof”, sopra al Castel Boymont, che tutt’oggi rappresenta la culla del nostro Plötzner. Passando poi al sauvignon con il nostro Gfill, le cui viti hanno trovato un perfetto habitat nel terreno morenico della zona attorno al “Gfillhof”, dove le freschi correnti d’aria discendenti dalla Costiera della Mendola incontrano i caldi venti del sud, esaltando il suo bagaglio aromatico.

Invece un vitigno a bacca rossa che ci rappresenta è il il pinot nero. Il “principe della Borgogna” ha rappresentato per i vignaioli di San Paolo una grande sfida. Il nostro vino Luzia è il risultato di un costante lavoro di miglioramento dei nostri vignaioli, che di anno in anno accrescono il livello qualitativo dei nostri vini.”

Cosa ci fa un bunker militare della seconda guerra mondiale immerso nei vostri vigneti?

“Il bunker è stato costruito tra il 1937 e il 1939 vicino al villaggio vitivinicolo di San Paolo. Qui dal 1979 grazie alla sua particolare struttura con soffitti ad archi, piccole stanze ed una temperatura costante, riposano le bottiglie dei nostri spumanti Praeclarus. Trattasi di blanc de blancs, con uve Chardonnay, proveniente dai vigneti siti su terreni dolomitico-calcarei, siti tra i 300 e i 500 metri d’altezza. Accanto al nostro classico Brut, quest’anno abbiamo voluto alzare l’asticella e presentare anche il Pas Dosé Millesimato entrambi nella nuova veste grafica ispirata da un’opera dell’artista altoatesino Robert Scherer e reinterpretate dalle illustrazioni di Giulia Neri.”

E’ vero che avete una vigna di oltre 120 anni?

“Esatto. Trattasi della vigna del “Sanctissimus”, messa a dimora a fine 800’, che ad oggi rappresenta uno dei vigneti più vecchi dell’Alto Adige dal quale andiamo a produrre, in un numero limitatissimo di bottiglie, il nostro cru di pinot bianco Sanctissimus.”

Dal passato al futuro, quali sono i nuovi progetti della Cantina San Paolo?

La Cantina San Paolo sta vivendo un vero e proprio periodo di rinascimento. Stiamo lavorando su tutti i fronti, in primis portando avanti un attento e meticoloso lavoro di zonazione nei vigneti, proseguendo poi con importanti lavori di ampliamento della cantina. Passando per la ristrutturazione della nostra enoteca e la realizzazione di una nuova sala degustazione con vista mozzafiato sul magnifico paesaggio alpino per poter accogliere i winelovers provenienti da ogni parte del mondo.

Non ci fermiamo certo qui in quanto in autunno verrà presentato un nuovo, un cru da sole uve Merlot, che si affiancherà al Sanctissimus. Dulcis in fundo, a maggio vedrà finalmente la luce il nostro progetto di valorizzazione dei vigneti storici, con l’uscita di 4 vini veri custodi della tradizione vitivinicola ultracentenaria di San Paolo.”

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