Il tappo di sughero è conosciuto fin dai tempi degli Antichi Greci. Grazie ad alcuni ritrovamenti archeologici si è scoprerto che già nel V secolo a.C. gli abitanti di Atene utilizzavano il sughero.
Questo veniva utilizzato per la chiusura di contenitori e, in particolare, delle anfore. Oltre 2500 anni fa si era capito che il legno ricavato dall’albero di sughero (o sughera) aveva delle caratteristiche particolari. Il sughero è un isolante termico, resiste agli urti, galleggia e permette di sigillare i recipienti.
Tappo di sughero: quando nasce
La grande diffusione di questo accessorio in campo enologico la si deve alla Francia. A partire dalla seconda metà del XVII secolo divenne sempre più frequente trovare tappi di sughero.
Un merito speciale, secondo la tradizione, lo ha avuto lo Pierre Dom Pérignon, papà dello champagne. Il famoso monaco benedettino fu l’inventore anche del tappo di sughero. Questa invenzione permetteva di “imprigionare” il vino frizzante e il gas contenuto nel liquido.
In realtà, Dom Pérignon ha studiato e rimodellato la chiusura tipica delle borracce dei pellegrini di passaggio per la sua abazia, applicandole alle sue produzioni enologiche.
Tappo di sughero: perché si usa
I vini frizzanti esistono già da secoli, fin dall’Antica Roma. L’invenzione di Dom Pérignon da una svolta decisiva per la durata e la conservazione.
Prima i vini si conservavano per poco tempo. Le coperture “primordiali”, come cunei di legno avvolti in stracci imbevuti di pece o resina, lasciavano fuoriuscire il gas naturale prodotto dalla rifermentazione.
Il tappo di sughero, invece, sigilla il gas naturale all’interno della bottiglia, in modo che niente entri o esca. Il tappo, inoltre, deve garantire che non ci siano interazioni di nessun tipo tra tappo e vino.
Tappo di sughero: proprietà
Il segreto del successo è corteccia della sughera. La sua natura, struttura e composizione chimica dell’albero lo rendono particolarmente adatto a molti usi.
Il tappo di sughero ha le seguenti proprietà:
- Ermeticità: legata alla presenza della suberina. Questa è una sostanza organica che costituisce la maggior parte della membrana cellulare del sughero. Questa membrana è insolubile, inerte, flessibile e plastica. Inoltre, non trasmette odori e sapori sgradevoli alle sostanze con le quali viene a contatto.
- Elasticità: consente una perfetta aderenza con il collo della bottiglia, impedendo perdite di liquidi e scambi gassosi con l’esterno. I tessuti di cui è composto il sughero sono poi impermeabili; le cellule non sono comunicanti tra loro. Per questo motivo il vino a contatto col sughero penetra solo per pochi millimetri.
- Tempo: un tappo di sughero dura 15-20 anni garantendo una tenuta perfetta. Dopo questo periodo, può perdere elasticità ed è consigliabile una ritappatura. Non sono rari i casi di vini conservati perfettamente per lungo tempo con il tappo originale.
Tappo di sughero: come si fa
La produzione di tappi di sughero riveste ancora oggi una grande importanza. In particolare in campo enologico mantiene il suo un monopolio.
Il sughero di prima scelta è destinati al “vino”. Quello di seconda scelta, invece, è impiegati per le tappezzerie o per i letti.
Quello di categoria peggiore è usato come materiale isolante oppure viene pressato ed utilizzato nella produzione di sandali.
Il processo di produzione del tappo di sughero si compone di diverse fasi:
- decorticazione
- ebollizione e disinfezione
- pressatura
- rifilatura
- carotaggio: si scelgono le parti migliori del sughero per realizzare le varie tipologie di tappo.
Tappo di sughero: vantaggi
Un tappo deve esser scelto in base alla tipologia di vino, alla pressione che esercita e al diametro del collo della bottiglia.
Il tappo influisce sulla conservazione del vino perché impedisce l’entrata di aria. Per far invecchiare un vino esserci meno ossigeno possibile.
Il vino, dopo l’imbottigliamento, continua a evolversi, assumendo peculiarità e bouquet tipici dei diversi prodotti.
Il tappo è in grado di regolare in maniera ottimale gli scambi gassosi fra bottiglia e ambiente esterno, riducendo i fenomeni di ossidazione rapida che avrebbero effetti negativi sull’affinamento del vino.
Tappo di sughero: varie tipologie
Ogni azienda produttrice produce diverse qualità di tappo. Si distingue tra tappi “monopezzo”, “multipezzo”, tappi naturali e tappi tecnici .
Nei tappi “multipezzo” si utilizza una sola parte di corteccia o pezzi differenti di sughero accoppiati.
Il tappo monopezzo in sughero naturale colmatato è sottoposto a un trattamento per eliminare le imperfezioni superficiali; viene usato per tappare i vini fermi.
Varie tipologie di tappi multipezzo
Il tappo multipezzo è detto anche accoppiato o compensato. Il sughero proviene da plance di basso spessore, che conferiscono al tappo un’elevata densità.
I tappi tecnici hanno un’incidenza minore del trafilamento (perdita di vino dalla bottiglia tappata), sono a rilascio più veloce.
Ricordiamo il tappo agglomerato (sughero e collante), usato per vini fermi, frizzanti e spumanti.
Il tappo agglomerato con rondelle (noto anche come Twintop o birondellato o 1+1, 0+1, 0+2) è composto da sughero triturato e rondelle di sughero naturale alle estremità. Questa tipologia di tappo è utilizzata per vini frizzanti e spumanti.
Il tappo agglomerato di nuova generazione è realizzato con micro-granina e legante alimentare.
Un’altra tipologia è il tappo Stelvin (o tappo a vite). Se volete approfondire potete leggere l’articolo “Il tappo Stelvin, cos’è e a cosa serve: vantaggi e svantaggi“.
Tappo di sughero: problemi
Negli ultimi anni, la pianta di sughero è a rischio esaurimento.
Sono stati studiati con successo tappi di altri materiali.
Il processo di estrazione del sughero è particolarmente complicato. Una volta piantata la quercia, occorre aspettare circa 25 anni per una corteccia di buona qualità (ovvero, lo sviluppo del cosiddetto sughero femmina). Dopo l’estrazione la corteccia ricresce dopo almeno 9 anni.
L’industria dei tappi di sughero si concentra in Portogallo (circa il 50% della produzione mondiale) Nella regione dell’Alentejo, in particolare, si producono 180 mila tonnellate di sughero l’anno.
Gli altri produttori sono la Spagna, l’Italia e altri Paesi Mediterranei (Marocco, Algeria e Tunisia).
In Italia, la produzione si concentra a Calangianus (Sardegna). In questa regione si producono 12 mila tonnellate l’anno sulle 15 mila nazionali.
L’odore di tappo
Altro grande problema del tappo di sughero è l’odore di tappo. A volte, un sughero di cattiva qualità può dare un sentore sgradevole al vino.
In altri casi il problema deriva:
- dal deterioramento della materia prima
- dalla presenza di parassiti o muffe che si sviluppano tra le fessure
- dal cloro utilizzato per lo sbiancamento
Raramente l’odore di tappo è momentaneo e si riesce a recuperare parte del vino nella bottiglia. Il vino, impregnato da questo sentore, risulta imbevibile.
Quando stappate una bottiglia la prima operazione da fare è annusare il tappo prima di versarne il contenuto.