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Notre Dame: le donazioni dei big del lusso e del vino

La cattedrale di Notre Dame, simbolo di Parigi, è stata devastata da un terribile incendio scoppiato nella notte di lunedì 15 aprile. I danni sono stati ingenti in particolare quelli subiti dal tetto della cattedrale e dalla guglia che è andata distrutta.

In questo disastro due colossi e famiglie francesi hanno deciso di fare il primo passo per quella che vuole essere un’imponente opera di ricostruzione per riportare a splendere un capolavoro dell’arte gotica.

La conta dei danni di Notre Dame

Il tetto della cattedrale è andato distrutto per oltre i due terzi, la sua architettura lignea è un capolavoro datato tredicesimo secolo ed è stato in grado di resistere ai secoli. La magnificenza di questa architettura chiamata “foresta” è la totale fattura in legno che la rende tuttavia molto vulnerabile in caso di incendi in quanto le fiamme si diffondono velocemente non essendoci interruzioni di materiali più resistenti al fuoco tra le travi.

Se del tetto rimarrà il ricordo nella parte sopravvissuta alle fiamme, della guglia non è rimasto praticamente nulla. Alta circa 90 metri e progettata nell’800 da Viollet-Le-Duc, la guglia era già in restauro, un progetto che si sarebbe concluso nel 2022. Purtroppo pare sia stato questo cantiere a innescare il terribile incendio. Della struttura della guglia è rimasta solo la cenere ma fortunatamente si è salvata la scultura a forma di gallo che la sormontava così come le reliquie che custodiva.

Il Presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato che la famosa cattedrale gotica verrà ricostruita il più in fretta possibile e nella ricostruzione sono stati coinvolti anche i privati, le donazioni spontanee non si sono fatte attendere in una virtuosa gara di solidarietà. Per riveder splendere la cattedrale però, probabilmente, ci vorranno 10-15 anni.

Le prime donazioni dalle eccellenze Francesi

Dopo qualche ora dalla notizia sono stati raccolti 300 milioni di euro messi a disposizione da 2 big del lusso: Bernard Arnault e Francois-Henri Pinault.

La famiglia Arnault controlla il colosso Lvmh (Moët Hennessy Louis Vuitton SE), multinazionale francese proprietaria di alcuni dei più famosi brand enoici francesi come le icone dello Champagne Dom Pérignon, Ruinart, Moët & Chandon, Veuve Clicquot, Krug e Mercier, o di Bordeaux, da Château d’Yquem a Château Cheval Blanc. La multinazionale come intuibile dal nome è proprietaria anche di brand dell’alta moda francese come Dior, Bulgari, Fendi e ovviamente Louis Vuitton.

Francois-Henri Pinault è dal 2005 Presidente e AD di Kering, un altro colosso parigino del lusso e detentore di marchi della moda come Gucci e Saint Laurent, mentre nel settore enoico proprietario di Château Latour a Bordeaux e Clos de Tart in Borgogna.

Le dichiarazioni a caldo

Chiudiamo con le dichiarazione rilasciate da entrambe le famiglie del lusso francese:

La famiglia Arnault e il gruppo Lvmh vorrebbero mostrare la loro solidarietà in questo momento di tragedia nazionale e si associano alla ricostruzione di questa straordinaria cattedrale, che è un simbolo della Francia, del suo patrimonio e della sua unità“.

François-Henri Pinault ha dichiarato:

Mio padre ed io abbiamo deciso di donare 100 milioni di euro per contribuire agli sforzi necessari per la completa ricostruzione di Notre Dame“.

Questi due generosi contributi privati stanno anche ad indicare che il vino, costituisce uno dei pilastri produttivi nella cultura francese, una bevanda che nasce per unire ed essere consumata e condivisa con chi amiamo.

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