Collavini Collio Broy è una pietra miliare tra i vini delle terre friulane. Parlare di Broy, infatti, significa affrontare la storia dell’enologia per rendersi subito conto che è qualcosa di più di che una semplice bottiglia di vino.
Broy è il vero e proprio simbolo della tradizione, della passione che le varie generazioni della famiglia Collavini, hanno riversato con dedizione nelle terre friulane, mettendo in risalto e credendo nelle potenzialità del territorio.
Collavini: un po’ di storia
Eugenio Collavini, nel 1896, a Rivignano inizia a produrre i primi vini, con i quali rifornisce le botteghe e le famiglie benestanti di Udine.
Il nipote Manlio, dopo gli anni difficili delle due guerre mondiali, impugna le redini dell’azienda. Decide quindi di trasferire le cantine sulle dolci e vocate colline di Corno di Rosazzo, dove inizia la produzione vinicola all’insegna della moderna enologia.
L’attuale sede dell’azienda Collavini è situata a Corno di Rosazzo, storica zona di produzione di vini del Friuli, e più precisamente nella villa dei Conti Zucco-Cuccagna.
Il complesso è un grande esempio di insediamento fortificato del XVI secolo. Grazie al restauro messo in atto da Manlio, la villa padronale è diventata cantina ed attuale residenza di famiglia.
Collavini Broy: presentazione
(Il) Broy in friulano indica quel piccolo appezzamento di terra, spesso cintato da siepi di sorbo o muretti a secco, dove, oltre ad ortaggi e a qualche albero da frutto, si coltivano alcuni filari di vite che soddisfano il fabbisogno annuale di vino.
Nel 1896 è nel broy di famiglia che Eugenio, il capostipite, raccoglie i primi grappoli che poi diventano il primo vino Collavini.
All’inizio del nuovo secolo Manlio Collavini decide di mettere in cantiere un vino che rappresenti a pieno sia il territorio del Friuli, che la storia “enoica” di famiglia. La scelta del nome non poteva che cadere su “BROY”.
Manlio, dalle idee sempre chiarissime, vuole che questo nuovo vino esprima tutte le sfaccettature della terra friulana (dura, difficile e aspra, ma al tempo stesso estremamente generosa e benevola per chi questa terra la sa trattare).
Fin da subito segue il suo istinto e i suoi gusti personali, e sceglie tre uve che da sempre ha amato:
- il Friulano, uva rappresentante la tradizione e la territorialità
- lo Chardonnay, che aggiungere forza ed eleganza
- il Sauvignon, che aggiungere al vino una “pennellata di colore” con il suo aroma e le sue note di frutta tropicale
Questa è l’idea alla base del progetto Broy e che vede la luce con l’annata 2003. Fu un successo da subito perché accontenta i palati sia dei clienti affezionati, che dei critici più attenti ed esigenti.
Annata 2018
L’annata 2018 del Boy, anche se ripensata, mantiene immutata l’impronta iniziale. Broy 2018 veste un nuovo abito: la bottiglia e la nuova etichetta vogliono rendere omaggio al vino che ha segnato indelebilmente la storia della famiglia Collavini.
Il vino rimane in cantina per un ulteriore anno, entrando per due volte in contatto con particolari selezioni di legni francesi:
- la prima in fase di fermentazione
- la seconda in fase di affinamento
I contatti attenti e misurati arricchiscono il vino senza appesantirlo, aggiungendo spessore senza togliere tipicità ed eleganza.
Le uve utilizzate sono: Friulano (50%), Chardonnay (40%), Sauvignon (10%). Le uve sono allevate a Guyot uni e bilaterale con densità d’impianto di 4500 ceppi/ettaro, ed una resa di 80 quintali/ettaro. Il vino ha una gradazione alcolica di 13% vol. circa.
Vinificazione ed affinamento
Le uve di Friulano e Chardonnay vengono parzialmente appassite in fruttaia tramite aria ventilata che ha un’umidità prossima allo 0 e temperatura di 12 °C, mentre il Sauvignon viene separatamente pressato dopo breve macerazione e raffreddato per bloccarne la fermentazione.
Quando la concentrazione delle uve ha raggiunto il livello desiderato si procede all’unione dei mosti ed alla fermentazione parte in acciaio e parte in barriques e/o tonneau di 3° passaggio.
L’affinamento sulla feccia nobile prosegue fino alla primavera del secondo anno dalla vendemmia, cui segue l’imbottigliamento a inizio estate.
Caratteristiche oganolettiche
- Aspetto: paglierino saturo dai tenui riflessi verdi.
- Olfatto: profumo intenso e persistente, ricordi di frutta tropicale matura, miele d’acacia, scorza d’arancia e fiori gialli.
- Palato: corpo potente e lungo, morbido e caldo, ma bilanciato da piacevoli note di freschezza e mineralità.
Abbinamenti
Accostamenti gastronomici: piatti della grande cucina, pesci al forno o con salsa; vellutate, risotti con tartufo e formaggi di media stagionatura.
Cucina friulana: boreto di canoce (cicale di mare) e “toc in braide” con torcione di foie gras.
Amo la buona cucina e le tradizioni enogastronomiche italiane, per me vino e dessert non sono solo un contorno ma la parte più interessante del buon vivere.