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Vini Avignonesi, una stella nel firmamento toscano

Situata all’interno dell’area inserita nella DOCG del Vino Nobile in Toscana, l’azienda vinicola prende il nome dalla storica famiglia Avignonesi, fondatori della tenuta e di quella che oggi è una delle realtà più apprezzate del ricco panorama dei vini toscani. Dalle tecniche di produzione ai vitigni, ecco un veloce racconto dei vini Avignonesi, una delle aziende più rappresentative della Toscana e dell’Italia anche a livello internazionale.

I vigneti dei vini Avignonesi

Le proprietà della storica azienda, nata nel 1974, si estendono sia nella zona di Montepulciano, sia in quella di Cortona (nella Val di Chiana in provincia di Arezzo): nelle 5 differenti location senesi è possibile assicurare un diversificato spettro di suoli che consente di produrre un Vino Nobile di Montepulciano che esprime in maniera autentica la complessità del terroir, mentre l’altra zona è adatta alla coltivazione di altri vitigni come Merlot, Chardonnay e Cabernet Sauvignon. Inoltre, negli ultimi anni è in diffusione l’applicazione di agricoltura bio in tutti i 200 ettari di vigneto, cui si è affiancata una gestione secondo l’approccio biodinamico, e ad aprile 2011 è stata presentata formale richiesta per la certificazione biologica su tutta l’azienda vinicola.

Le caratteristiche dei vini Avignonesi

Come si legge sul sito ufficiale della Cantina Avignonesi, il “compito principale è produrre vini di territorio che sappiano esprimere il distinto carattere dei nostri vigneti“, seguendo una filosofia specifica, che si basa sulla convinzione che “la forza vitale della terra e il carattere dei nostri terreni sia l’essenza che definisce la nostra identità”. Per creare vini sempre più distintivi, genuini e dal carattere ancora più definito la nuova proprietà, guidata da Virginie Saverys che ha rilevato l’azienda Avignonesi nel 2009, ha deciso di puntare sui metodi di coltivazione biologica, con risultati eccellenti.

Il legame tra vini Avignonesi e territorio

Altro cardine della cantina è il rispetto della “tradizione vitivinicola di Montepulciano, dove i vini a base di Sangiovese sono prodotti da secoli, e desideriamo contribuire al suo futuro, facendoci portavoce di questa importante eredità”. Per questo, i produttori rispettano “l’innato carattere di ogni vino” , cercando “di rendere il suo percorso dal suolo alla cantina fino alla bottiglia il più naturale possibile”, in modo da creare un legame diretto col terroir che diventa percettibile in ogni annata, caratterizzata da percezioni sensoriali uniche che raccontano “la ricchezza e la bellezza del territorio di Montepulciano e Cortona”.

La vinificazione degli Avignonesi

Molta attenzione è ovviamente riservata al processo di vinificazione, per il quale si impiegano lieviti indigeni e si cerca di limitare al massimo ogni tipo di intervento esterno, per “permettere a ogni vino di trovare in modo naturale la sua strada e preservare le caratteristiche di ogni lotto di uva”; le tecniche di produzione dei vini Avignonesi prevedono poi una fermentazione e maturazione in cui i lotti dei vini classici sono separati, definendo il blend finale per ogni vino “soltanto dopo il processo di invecchiamento“. A partire dalla vendemmia 2013 i nostri vini vengono lasciati invecchiare nella nuova cantina alla tenuta Lodola, acquistata nel 2012, “che contiene sia le tradizionali grandi botti di rovere di Slavonia che le barriques di rovere francese”, mentre invece nella tenuta Le Capezzine resta la vinsantaia, dedicata ai Vin Santo e Occhio di Pernice, che maturano nei “caratelli”, speciali botticelle di rovere di 50 litri.

I tipi di vini Avignonesi

La produzione dei vini Avignonesi si distingue in tre grandi categorie: innanzitutto, ci sono i vini rossi, tra cui spiccano il Nobile di Montepulciano Docg (presente anche nella variante “Grandi Annate”), il Desiderio Merlot Toscana Igt e il 50&50 Toscana Igt; più limitata, ovviamente, la scelta dei bianchi, dove si trova solo il Marzocco Chardonnay Cortona Doc. Menzione d’onore, infine, per i vini dolci Avignonesi, che si ritagliano un ruolo importante a livello internazionale: il Vin Santo di Montepulciano, dal tipico colore caramello e prodotto da uve di Trebbiano e Malvasia, deve il suo carattere speciale al madre, “un lievito indigeno vecchio più di cento anni, gelosamente custodito da Avignonesi”, mentre L’Occhio di Pernice, realizzato esclusivamente con le migliori uve di Sangiovese, sorprende a ogni sorso.

I premi per i vini Avignonesi

Che L’Occhio di Pernice di Avignonesi sia un vino davvero speciale lo certificano anche due “curiosità”. Innanzitutto, è necessaria la stessa quantità di uva per produrre 24 bottiglie di Vino Nobile e appena mezza bottiglia di Occhio di Pernice, “perché le uve appassiscono lungamente sui graticci di bambù prima di essere pressate, perdendo molto del loro contenuto acqueo, e perché quasi metà del vino evapora dal caratello, durante il lungo periodo di affinamento”. Un processo di qualità, che è valso all’etichetta Occhio di Pernice 2001 una valutazione di 98 punti nell’ultima classifica del prestigioso Wine Spectator.

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