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Montrachet, vino bianco tra i più pregiati del mondo

Un appezzamento da sogno, di dimensione limitata ma qualità altissima: siamo in Borgogna, e per la precisione nella parte bassa della Cote d’Or, quella che viene chiamata Cote de Beaune: è qui che insistono i vigneti dell’Appellation d’origine contrôlée Montrachet, da cui si produce quello che quasi all’unanimità è considerato il vino bianco secco più prestigioso del mondo, ottenuto da uve Chardonnay che qui trova la massima espressione.

Il territorio del Montrachet

Anche se generalmente la Borgogna evoca per lo più immagini di grandi vini rossi, a ben vedere questa regione della Francia centrale è anche la culla di alcuni dei vini bianchi più apprezzati dagli intenditori, tra i quali spiccano appunto quelli prodotti in un territorio ristretto, di appena 32 ettari, circoscritto tra cinque diversi “terroir”, ricadenti nella denominazione Montrachet, che prende il nome dalla montagna che domina l’area. Si tratta di una zona dal clima secco e ventilato (che favorisce la buona qualità delle uve), e in cui i vigneti sono classificati in denominazione comunale e regionale nella parte pianeggiante, in Premier Cru nelle parti della bassa collina e della sommità, e infine in Grand Cru nella parte mediana dell’altitudine.

La storia del Montrachet

Come detto, il nome del vino bianco Montrachet deriva dal monte vicino, ed è paradossale pensare che in origine si facesse riferimento a una terra povera e spoglia: la parola rache in francese antico significa infatti peste, ma oggi quella stessa area è la culla di un vino a dir poco prestigioso, ricercatissimo nelle aste specializzate e con le quotazioni tra le più alte in assoluto. La fama dei vini prodotti in questa zona era già ampia nel XVII secolo, e i monaci cistercensi di Maizières prima e successivamente le famiglie della borghesia locale hanno mantenuta intatta la reputazione di Montrachet.

Le caratteristiche del Montrachet

Il terreno di quest’area è di natura essenzialmente calcarea, con ciottoli e marne rosse che consentono al suolo di immagazzinare il calore solare nelle ore diurne e di rilasciarlo di notte: questo è uno dei “segreti” che contribuisce a conferire ai vini Montrachet struttura e complessità. Inoltre, il tratto distintivo di questo bianco secco sta nel mix di intensità, potenza, acidità e mineralità, che donano alla bevanda una struttura e una concentrazione delicata, una vitalità sempre luminescente e una lunghezza indimenticabile. Per degustare a pieno questo vino, però, bisogna aspettare: sarebbe un delitto consumarlo ancora giovane (sarebbe molto aspro e aggressivo, dando addirittura l’impressione in bocca simile a quella di un vino rosso, come espressamente riferito da professionisti)  e gli esperti consigliano di custodirlo (gelosamente!) in cantina per almeno 10 anni.

Il gusto del vino Montrachet

D’altra parte, per le sue qualità il Montrachet è molto longevo, e proprio dopo l’invecchiamento raggiunge il suo massimo. Addirittura, in una degustazione di oltre 10 anni fa una bottiglia di Montrachet 1865 l’assaggio trovò il vino in perfetta forma, nonostante l’età. Dal punto di vista dei sapori, le sensazioni offerte dal miglior vino bianco secco del mondo sono ovviamente uniche: il Montrachet ha una armonia completa, grazie a una elevata acidità che compensa l’alcolicità di almeno 13 gradi, e la sua forza si attenua con 31, che regala maggiore finezza e l’acquisizione dei profumi terziari.

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