Grazie alla forza dei mercati esteri, il vino biologico in Italia diventa un business vero e proprio. Infatti secondo una recente ricerca effettuata da Wine monitor Nomisma, l’anno scorso, le vendite del vino biologico sono arrivate al +34%. Più specificatamente i consumi domestici ( in questa categoria sono inclusi enoteche, canali specializzati in prodotti biologici, ristorazione, vendita diretta, wine bar) si ritagliano il 30% del totale, mentre l’export ha un balzo del 40%.
Nel 2016 oltretutto, il 79% delle aziende sono riuscite ad esportare il vino biologico all’estero. La Germania, ad esempio, resta un punto di riferimento per quel che concerne i vini italiani bio, seguita da Svizzera e USA.
Il motivo di tanto successo all’estero? Vari sono i fattori che hanno contribuito ad incrementare le vendite del bio anche nei mercati esteri: affidabilità dell’azienda, qualità organolettiche, tracciabilità del prodotto, presenza di altre certificazioni bio e la provenienza italiana sono tutti fattori ritenuti caratteristiche vincenti per emergere sui mercati internazionali.
Ma la domanda che tutti ci poniamo è: cosa prevedono le aziende vitivinicole per il futuro? Di sicuro un miglioramento nei prossimi tre anni, a quanto pare le aziende sono abbastanza ottimiste e si pronunciano positive. 1 su 4 prevede un forte aumento del proprio fatturato sui mercati esteri.
Roberto Pinton, consigliere delegato di FederBio precisa che il gradimento è giustificato dal fatto che il vino bio è di qualità superiore rispetto agli altri vini prodotti con sostanze chimiche e quant’altro, per cui i produttori devono prestare la massima attenzione alla qualità delle uve visto e considerato che non ci sono trattamenti chimici nel vigneto.
Vendite e consumi in Italia nello specifico
La buona notizia tuttavia, non si ferma solo ed esclusivamente ai mercati esteri. A quanto pare no, cari lettori e sapete perchè? Ve lo sveliamo subito: secondo Nomisma le vendite e i consumi in Italia sono cresciute più di quanto le aziende si aspettavano.Secondo la ricerca, lo scorso anno 1 italiano su 4 ha consumato vino biologico almeno una volta a casa o fuori casa nel 2015 era pari al 21% e, solo nel 2013, il 2%. Le vendite, in Italia, hanno raggiunto i 275 milioni di euro, sintomo di un forte apprezzamento del consumatore nei confronti dei prodotti bio.
“Il marchio biologico è indubbiamente un valore distintivo di grande successo; in soli due anni la quota di consumatori italiani che beve vino bio è raddoppiata”, dichiara Silvia Zucconi, Survey Coordinator di Wine Monitor-Nomisma. Ma il successo non si ferma ai confini nazionali, come illustrato precedentemente. Nell’ultimo anno l’esport del bio cresce del 38% a fronte di una crescita complessiva del vino italiano del 5%.
In altri termini questo significa che la qualità dei vini biologici italiani ha un buon posizionamento anche all’estero, come la Germania ad esempio (citata poco fa). Le aree geografiche considerate le più promettenti sono gli Stati Uniti d’America, l’Europa, il Giappone e infine il Canada.
L’89% delle aziende vinicole che non esportano oltre confine dichiarano di non avere gli strumenti idonei per farlo. Barriere doganali a parte, pensano che ci sia uno scarso coordinamento della promozione all’estero dei vini biologici.