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L’impatto ambientale del vino

Negli ultimi anni la crescente attenzione verso i temi della sostenibilità ha acceso i riflettori sull’impatto ambientale del vino. Come per qualunque settore della produzione agroalimentare, infatti, anche la filiera vitivinicola non è esente dal consumo di risorse, l’emissione di CO2 e la produzione di scarti e rifiuti.  

Tuttavia, le aziende più accorte hanno già condotto studi e trovato soluzioni migliorative per ridurre il proprio impatto ambientale. Questo è il caso di Argiano, storica azienda italiana, eccellenza nella produzione di Montalcino e riconosciuta in tutto il mondo come punto di riferimento dell’enologia del nostro paese. Nel 2021 Argiano ha deciso di posizionarsi anche tra i pionieri della sostenibilità commissionando e pubblicando uno studio che calcolasse con precisione l’impronta di carbonio e, quindi, l’impatto ambientale di ogni fase della produzione dei suoi prodotti (non solo vino ma anche olio).  

Dato che la conoscenza è la base del cambiamento, cerchiamo di comprendere come il settore del vino in un paese ad altra vocazione come l’Italia possa intraprendere la strada della sostenibilità.   

Contenuti: 

Quanta CO2 emette una bottiglia di vino? 

Diversi studi sono stati condotti in passato sull’emissione di CO2 dovuta alla produzione di una singola bottiglia di vino: il valore medio oscilla tra 0.9 e 1.9 kg di CO2 equivalente, ma si tratta di un valore che non tiene conto delle diverse tipologie di vino, del tipo di sorgente di energia utilizzata e molte altre possibili variabili.  

Impatto ambientale di una bottiglia di vino calcolato con la sua emissione di co2 equivalente

Questo valore indicativo può essere comunque utile se pensiamo che, proprio nell’anno in cui è stato pubblicato lo studio, sono state vendute 11 milioni di bottiglie di Brunello di Montalcino, producendo di conseguenza 11 mila tonnellate di CO2 equivalente. Se continuiamo il gioco basato sui dati del 2021, 627,5 milioni di bottiglie di Prosecco equivalgono a 627 mila tonnellate di CO2; 15 milioni di bottiglie di Amarone producono 15 mila tonnellate di CO2 equivalente.  

Attenzione però, questi numeri non sono esorbitanti se si pensa che Coca-Cola nel 2021 ha emesso 5.17 milioni di tonnellate CO2 equivalente. Il paragone è sproporzionato, ma queste cifre ci fanno capire come razionalizzare le cifre.  

Quale punto della filiera ha un maggiore impatto ambientale?

L’accurata valutazione di impatto ambientale condotta da Argiano è applicabile a tutti i produttori poiché prende in considerazione tutta la filiera produttiva del vino, che sostanzialmente di divide in tre macro-sezioni: 

  1. Fase a monte 

In questa sezione sono inclusi i costi ambientali per la viticoltura e la realizzazione degli imballaggi. In questo caso l’impatto ambientale consiste del consumo di acqua e di suolo, nell’utilizzo di sostanze ausiliare alla coltivazione e nelle emissioni dovute alla produzione di vetro, plastica e alluminio.  

  1. Fase centrale 

Qui parliamo dell’effettiva produzione del vino, con la lavorazione dell’uva, della fermentazione, dell’affinamento, fino all’imbottigliamento.  

  1. Fase a valle 

Al termine della produzione arriva ovviamente la distribuzione, con i conseguenti costi ambientali del trasporto.    

Impatto ambientale della produzione di vino

Dal grafico emerge chiaramente che la fase a monte, con la coltivazione e la produzione degli imballaggi, è la parte della produzione di vino con maggior impatto ambientale. Si evidenza poi una singola attività che da sola emette il 23.8% dell’impronta di carbonio di una singola bottiglia di vino: la produzione della bottiglia stessa.  

Altre voci rilevanti sono relative al consumo di carburante utilizzato dai mezzi agricoli e di energia elettrica per alimentare tutti i processi aziendali, dalla fase 1 alla fase 3.  

Come si può rendere più sostenibile una bottiglia di vino? 

Per rendere più efficiente la produzione di vino bisogna puntare a soluzioni che intervengano sui punti critici individuati nell’itera filiera. In questo molte cantine e produttori sono all’avanguardia, per esempio utilizzando fonti rinnovabili per la produzione di energia, rendendo più efficiente l’architettura dell’azienda con nuovi interventi architettonici e tecnologici, adoperandosi per il rimboschimento e diminuendo le lavorazioni in vigna per ridurre l’uso di mezzi agricoli.  

Per una sostenibilità completa la strada è ancora lunga e potrebbe passare addirittura per il riuso delle bottiglie.   

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