Non solo è uno dei vini italiani più apprezzati anche all’estero, in particolare in America e Regno Unito, ma adesso il suo terroir potrebbe diventare uno dei patrimoni dell’Umanità riconosciuti e tutelati dall’Unesco. È questo l’obiettivo della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco che all’unanimità ha candidato, a nome del Governo italiano, il paesaggio vitivinicolo del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene per l’ingresso nella lista dei beni materiali.
La lista dei patrimoni mondiali dell’umanità
La candidatura dell’area veneta, dove si producono alcuni dei migliori spumanti italiani, è stata avviata nel 2009 dall’allora ministro dell’agricoltura Luca Zaia, e il processo si è concluso proprio in questi giorni con la firma del dossier da parte del ministro Maurizio Martina, che poi ha inviato la documentazione a Parigi. Al momento, nella lunga Lista dell’Unesco compaiono solo nove paesaggi vitivinicoli iscritti su un totale di 1052, e tra i presenti ricordiamo i vigneti a terrazza di Lavaux, in Svizzera; la vigna dell’isola di Pico, nelle Azzorre portoghesi e, in Italia, il panorama dei vigneti di Langhe, Roero e Monferrato in Piemonte. Un riconoscimento dunque ambito e raro, in cui l’Italia vanta già un primato di 51 siti materiali e 7 elementi immateriali, che potrebbe dunque essere rafforzato, distanziando i concorrenti come Cina (50 riconoscimenti) e Spagna (che arriva a 49).
I numeri del Prosecco
Come si legge nella nota diffusa dal Mipaf, sulle colline del terroir veneto si estendono circa cinquemila ettari di vigneto, su cui operano oltre tremila agricoltori e insistono 20 poli museali, cui si aggiungono numerosi itinerari di interesse a carattere storico ed enogastronomico, e, fattore non trascurabile, la prima strada del vino, inaugurata nel 1966. Dal punto di vista produttivo, nel 2014 si sono contate 79,2 milioni bottiglie di vino certificato come Docg, corrispondenti a 593.798 ettolitri, realizzate in centinaia di unità produttive caratterizzate prevalentemente da piccole aziende agricole.
Il panorama del Prosecco
Nelle motivazioni della candidatura, invece, si mettono in risalto le caratteristiche delle Colline del Prosecco Superiore, definite “esempio straordinario di paesaggio culturale italiano evolutivo dell’Alto Adriatico sia per i suoi caratteri naturali modellati dalle genti che come paesaggio resiliente, percepito e rappresentato, elemento d’identità, coesione e successo”. Il sito, infatti, è originato dalla combinata attività dell’uomo e della natura e conserva integri i suoi caratteri fondamentali.
Promozione del territorio
“Con questa candidatura vogliamo affermare il grande valore culturale e ambientale che la nostra agricoltura riveste, in special modo in territori eccezionali come le colline di Conegliano e Valdobbiadene, area che racchiude la zona di produzione del Prosecco Docg. Rafforziamo così il posizionamento a livello di mondiale di una delle produzioni vitivinicole più pregiate e apprezzate del nostro Paese”. Sono queste le parole con cui il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina ha commentato il voto all’unanimità della Commissione Nazionale italiana per l’Unesco sulla candidatura italiana per il 2017-2018 nella Lista dell’Unesco dei patrimoni mondiali dell’umanità del paesaggio vitivinicolo del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene.
Un patrimonio dell’umanità
A far propendere per il sì la commissione nazionale italiana per l’Unesco, presieduta da Franco Bernabè, sono state anche le considerazioni sulle colline del Prosecco, dove regna “un equilibrio inscindibile tra uomo e territorio rappresentato nelle tradizioni e nella letteratura del ‘900 e nelle citazioni del suo paesaggio in numerose produzioni pittoriche di maestri del Rinascimento Veneto”. Il sito rappresenta oltre 20mila ettari e coinvolge 15 comuni, e il logo Unesco, che come sottolineato dal consigliere Pier Luigi Petrillo rappresenta un marchio di eccellenza, di unicità, è il criterio di scelta dei grandi flussi turistici e potrebbe dunque rappresentare un importante volano di promozione non solo per i vini veneti, ma per tutto il comparto italiano.