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Il primo vino al mondo? È un Cannonau sardo di tremila anni

Ha tremila anni il primo vino mai prodotto al mondo, risale all’Età del Ferro e, soprattutto, è localizzato in Italia. Per la precisione, le tracce del vino più antico del mondo sono state trovate in Sardegna e appartengono a un antenato dell’odierno Cannonau.

Il primo vino del mondo

Secondo quanto rivelato dagli esperti, dunque, i primi produttori di vino rosso del Mediterraneo sono stati proprio i Sardi, che abitavano l’isola nuragica nel corso dell’Età del Ferro, realizzando villaggi tra il 900 e il 750 avanti Cristo che ancora oggi rivelano preziosi indizi sulle abitudini di vita dell’epoca. E proprio grazie agli esami su alcuni reperti trovati a Monastir, in provincia di Cagliari, gli esperti hanno scoperto materiali all’interno di un torchio per il vino a torricella con vasca che hanno consentito di diffondere questa importante notizia, che potrebbe metter fine allo storico dibattito sulla primogenitura del vino mediterraneo tra Francia e Italia.

La scoperta in Sardegna

Il primo indizio è emerso nel 1993, quando un team guidato dall’archeologo Giovanni Ugas aveva ritrovato un antichissimo torchio in pietra nel villaggio nuragico di Bia de Monti – Monte Zara, risalente proprio all’Età del Ferro (900/850 – 725 a.C.), poco distante da Cagliari. Ci sono voluti anni di esami e indagini per studiare i reperti, che hanno messo in evidenza tracce dell’acido tartarico presente nell’uva che hanno rivelato che quel torchio serviva proprio per produrre il vino. Insomma, che eravamo di fronte a un reperto proveniente dalla cantina più antica del Mediterraneo. Le analisi sui residui organici sul manufatto in arenaria sono state effettuate dall’equipe archeobotanica del Centro Conservazione Biodiversità dell’Università di Cagliari, guidata dal professor Gian Luigi Bacchetta, e dai ricercatori di Chimica degli alimenti con a capo il professor Pierluigi Caboni.

Il nonno del Cannonau

I risultati elaborati del Dipartimento di Chimica dell’Università di Cagliari confermano quanto si era già ipotizzato: le campagne del Campidano, infatti, erano ricche di vite selvatica già nel passato, e la popolazione degli Shardana beveva vino rosso, che può essere considerato una specie di Cannonau di quasi tremila anni fa. All’interno del manufatto, infatti, è stato individuato un agglomerato cristallino e dell’acido tartarico all’interno della vasca, che sono stati sottoposti all’analisi approfondita da parte degli studiosi isolani.

I commenti degli esperti

Questa scoperta, come detto, potrebbe anche mettere definitivamente la parola fine alla diatriba tra Francia e Italia per la produzione del primo vino della storia: finora, infatti, i nostri cugini d’Oltralpe erano sicuri di essere stati i primi produrlo e a berlo, mentre da noi si sosteneva che il “merito” andava attribuito ai colonizzatori fenici giunti sulle coste italiane. Gli studiosi sardi, però ribaltano tutte le convinzioni: Martino Orrù, ricercatore dell’ateneo cagliaritano, afferma che “è vero che in Francia è custodito un altro torchio di grande importanza storica, ma quel reperto risale al V secolo avanti Cristo, mentre quello venuto alla luce nelle campagne di Monastir risale al IX secolo: i nostri studi, dunque, si sono basati sul ritrovamento in assoluto più antico nel bacino del Mediterraneo”. Secondo il professor Caboni, invece, “è con certezza il reperto di questo genere più antico del Mediterraneo. Si tratta di una scoperta fondamentale perché permette di fissare un tassello importante per individuare le prime produzioni vinarie: i sardi sono stati quindi i primi a produrre vino”.

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