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Anatra all’arancia: il piatto che unisce i vini italiani

Nella cucina tradizionale italiana c’è un piatto, molto gustoso, che viene spesso attribuito erroneamente ai cugini francesi. L’anatra all’arancia, in realtà, nasce dal genio della cucina fiorentina ed è frutto dell’abitudine di conservare l’anatra con il succo degli agrumi. Da dove nasce la confusione sulla sua terra d’origine? Dalla volontà di Caterina De Medici di portare con sé in Francia, dopo il matrimonio, un po’ del sapore e del gusto della sua terra. Fu proprio grazie alla Regina di Francia che questo piatto di diffuse e si accreditò sempre più sulle tavole parigine, fino a diventarne quasi un simbolo.

La delicatezza nel piatto

La caratteristica principale della carne d’anatra è la sua delicatezza. Nel matrimonio perfetto con l’arancia questo tratto, così peculiare, trova la sua perfetta combinazione e viene maggiormente esaltato. Sapore delicato e profumo inebriante sono tipici di questa pietanza che, con l’aggiunta di un buon brandy o di un po’ di Grand Marnier, conquista anche i palati più difficili. Altro luogo comune legato alla carne d’anatra è quello legato alla grande presenza di grassi e all’importante apporto calorico. Non si tratta, certo, di una carne magra ma è bene ricordare che il grasso si trova soprattutto nella pelle. Una volta liberata la carne dallo strato esterno e fatta rosolare ben bene l’apporto calorico si riduce notevolmente. Il grasso eliminato può essere utilizzato in sostituzione del burro in fase di cottura.

Quale vino abbinare? Ecco i nostri consigli

Come ogni piatto, anche l’anatra all’arancia trova nel vino, nel giusto vino, il suo completamento. La delicatezza di questo piatto richiede un vino secco, dolce, con richiami di frutta. Sono tanti i vini italiani che ben si affiancano a questa prelibatezza. Scopriamone alcuni.

Le eccellenze italiane dal Nord al Sud della Penisola

Tra i migliori c’è l’Alto Adige Traminer Aromatico. Si tratta di un DOC prodotto nella provincia autonoma di Bolzano che dà il meglio di sé combinato con piatti delicati, preferibilmente a base di volatili. Dal colore giallo chiaro, con riflessi verdognoli, ha un profumo aromatico. A seconda delle annate il profumo varia da un aroma leggero fino a intenso. Il sapore, anche esso aromatico, è fresco, vellutato, asciutto.

Non solo bianco. Anche un Bolgheri rosso riesce a esaltare il gusto di un buon piatto di anatra all’arancia. È un vino toscano, un DOC prodotto nella provincia di Livorno, di solito affiancato agli arrosti ma perfetto con la delicatezza dell’anatra. Dal sapore asciutto e armonico, è caratterizzato da un rosso che va dal rubino al granato e da un profumo intensamente vinoso. Tra i rossi si distingue anche il DOC Lison-Pramaggiore Cabernet, prodotto sia in Veneto che in Friuli Venezia Giulia. Splendido il suo rosso rubino intenso, è un vino asciutto, corposo, giustamente acido e tannico. L’odore è caratteristico, mediamente erbaceo e vinoso.

Anche la Campania offre una produzione capace di valorizzare al meglio il gusto dell’anatra all’arancia. È il caso della DOCG Taurasi, prodotta nella provincia di Avellino. Si tratta di un vino antico, che affonda la sue radici in età preromana. È di un colore rosso rubino intenso, tendente al granato. Con il passare degli anni acquista anche sfumature arancioni. Il sapore è armonico, asciutto, equilibrato e il profumo è intenso, gradevole, etereo.

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