Una ricerca condotta dalla società Episteme e commissionata da Pasqua Vigneti e Cantine, azienda di produzione vinicola tra le più prestigiose del territorio veronese, ha sostenuto che accessibilità e tipicità sono le due caratteristiche decisive per decretare il successo di un vino, soprattutto all’estero. L’indagine ha coinvolto consumatori, imprenditori, sommelier e opinion leader del settore e si è focalizzata sulla categoria di cittadini “più studiata e meno capita”, i millenials, e le loro abitudini enologiche.
Lo studio sui nati tra gli anni ’80 e ’90
Tra gli anni ’80 e ’90 sono nate 80 milioni di persone negli Stati Uniti, dove rappresentano un terzo dei bevitori adulti americani, 11 milioni in Italia e 21,8 milioni in Giappone. Questi tre paesi sono al centro dello studio. L’Italia è stata scelta perché è la patria del vino, gli Stati Uniti perché sono al primo posto nel mondo per consumo totale di vino mentre il Giappone perché è da sempre il trend setter per capire come si muoverà in futuro il mercato di tutta l’Asia.
I giovani superano i genitori nel consumo di vino
I giovani hanno superato i genitori nel consumo di vino, “sviluppando – afferma Episteme – al contempo una cultura enologica più matura e raffinata. Questo nonostante il sentimento di preoccupazione, paura della globalizzazione, crisi e incertezza che pervade la società e produce un senso di inadeguatezza individuale”.
Il vino deve soddisfare la voglia di socializzare dei consumatori a cominciare dal look. C’è poi la tipicità: per piacere alle nuove generazioni, il vino deve essere quanto più possibile naturale e sano. Apprezzati sono i vitigni autoctoni, le produzioni di nicchia e i marchi dedicati.
“In Italia il vino è aspirazionale perché per adulti e i millenials, ambasciatori di un consumo, competente e equilibrato bevono soprattutto per accompagnare la socializzazione”. Negli USA, dove nel 2015 sono stati consumati 31.080.000 ettolitri di vino, i nati tra gli anni ’80 e ’90 “hanno superato i babyboomers per consumo. Sono curiosi e attenti: il vino è una espressione culturale, un alimento sano e moderno si legge sulla ricerca. Infine il Giappone: qui il vino è poco consumato perché costoso e si preferiscono “birra e superalcolici, con tendenze all’abuso. Non volevamo fare una ricerca di mercato, ma analizzare il ruolo del vino nella società. Questo prodotto per le sue caratteristiche riesce a interpretare una richiesta che viene dal contesto e incontra le tendenze sociali in atto – ha spigato Monica Fabris, presidente di Episteme, che continua: “Abbiamo notato inoltre la grande attenzione per i vitigni autoctoni, soprattutto in Giappone”.
Il presidente di Pasqua Vigneti e Cantine, Umberto Pasqua, ha affermato: “Osserviamo con grande soddisfazione la crescente cultura del vino che si sta diffondendo. Questo è un fenomeno molto importante perché consente a chi degusta i nostri vini di apprezzarne pienamente le caratteristiche e la personalità”. “Faremo tesoro di questo studio”, ha concluso l’amministratore delegato Riccardo Pasqua.