Lunedì 8 aprile si è parlato di viticoltura eroica allo stand di Repubblica al Vinitaly.
Chi ha partecipato?
Hanno partecipato all’incontro Giovanni Rossi che con la sua Azienda Fontuccia produce vino sull’Isola del Giglio e Giuseppe Russo dell’Azienda Girolamo Russo e di Passopisciaro che produce vini sull’Etna.
Giovanni Rossi ha parlato delle difficoltà di coltivare la vite sui terreni scoscesi, della conformazione dei terrazzamenti e dalla dimensione ridotta degli appezzamenti che sono spesso difficili da raggiungere, dove la tecnologia utilizzata è la zappa, ma nonostante queste difficoltà la vite sa regalare delle soddisfazione che superano le fatiche spese.
Giovanni Rossi ha affermato che sull’Isola del Giglio si coltiva la vite “dal tempo degli Etruschi e come allora il nostro lavoro quotidiano è sostenibile, non inquina e preserva il paesaggio“.
Anche Giuseppe Russo ha voluto guardare al passato per delineare il futuro della sua azienda:
“La mia famiglia ha radici contadine, io sono partito da una tradizione profonda del territorio, ma ho avuto un percorso non lineare: fino agli anni Novanta vedevo la vigna come un posto di sofferenza, di fatica, e affrancarsi da questa realtà era quasi un dovere.
Ho così fatto altro, dedicandomi a letteratura e musica. Nel 2003 però mio padre mi ha lasciato la terra, mi sono trovato dentro un movimento che stava costruendo il futuro del territorio proprio legandolo alle vigne. Non ho opposto resistenza, e oggi rappresento con orgoglio questo percorso, nel quale ho cercato di recuperare la gloriosa tradizione dei vigneti, legandolo però all’innovazione che deriva dagli studi enologica”.
Quando si può parlare di viticoltura eroica?
Alla rassegna ha partecipato anche Roberto Gaudio, Presidente del Cervim (Centro di Ricerca, Studi e Valorizzazione per la Viticoltura di Montagna) fondato nel 1987 in Val d’Aosta.
Secondo il Presidente in questi ultimi 30 anni ci si è accorti che la valorizzazione del vino di montagna è di interesse per vari territori italiani, non solo le regioni alpine. Infatti per poter parlare di viticoltura eroica sono stati dettati due semplici requisiti riscontrabili anche in centro e sud Italia:
- vigneti posti sopra i 500 metri di altitudine.
- vigneti situati su terreni con pendenza superiore al 30%, oppure vigneti coltivati su terrazzamenti.
Conclusioni
Questa definizione di viticoltura eroica viene applicata fin dal 2011, ma oggi la viticoltura eroica è riconosciuta a livello legislativo e precisamente nel Testo Unico sulla Vite e sul Vino (L. 12 dicembre 2016, n. 238) che all’art. 7 afferma:
” Lo Stato promuove interventi di ripristino, recupero, manutenzione e salvaguardia dei vigneti delle aree soggette a rischio di dissesto idrogeologico o aventi particolare pregio paesaggistico, storico e ambientale, di seguito denominati «vigneti eroici o storici». I vigneti di cui al comma 1 sono situati in aree vocate alla coltivazione della vite nelle quali le particolari condizioni ambientali e climatiche conferiscono al prodotto caratteristiche uniche, in quanto strettamente connesse alle peculiarità del territorio d’origine“.
Amo la buona cucina e le tradizioni enogastronomiche italiane, per me vino e dessert non sono solo un contorno ma la parte più interessante del buon vivere.