Negli ultimi anni, il consumo di vino in Cina è notevolmente aumentato, riflettendo un cambiamento nei gusti dei consumatori cinesi. Il vino è diventato sempre più popolare, sia come bevanda sociale che come status symbol. Molti cinesi vedono il vino come un prodotto di lusso e un modo per dimostrare il loro status sociale.
Le esportazioni di vino italiano in Cina hanno conosciuto una crescita significativa, sfruttando la crescente domanda e l’interesse per il vino di alta qualità. L’Italia è conosciuta per la sua tradizione vinicola, e il vino italiano è spesso apprezzato per la sua qualità e varietà.
Tuttavia, le dinamiche del mercato cinese possono essere complesse, e le aziende vitivinicole italiane spesso devono affrontare sfide come la concorrenza con i vini di altri paesi, la necessità di adattarsi ai gusti locali e la gestione delle regolamentazioni e delle tasse sul vino.
Il governo cinese ha anche giocato un ruolo nel supportare l’industria vinicola nazionale, promuovendo la produzione e il consumo di vini cinesi. Nonostante ciò, il vino italiano continua a essere ben accolto e apprezzato tra i consumatori cinesi, contribuendo alla sua presenza sempre più forte sul mercato vinicolo cinese.
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Ascesa e declino del vino in Cina
Gli anni 80 segnano l’inizio dell’arrivo del vino in Cina. Con l’apertura, seppur limitata, del paese ai beni occidentali, il vino arriva nelle tv cinesi. Si trattava principalmente di vino rosso francese e Champagne, tipicamente utilizzato per le feste.
Ancora oggi, nell’immaginario collettivo, il vino per eccellenza è il rosso, ma i millennial e la generazione Z cinesi, che esercitano un “notevole potere d’acquisto”, stanno rimodellando il ricco mercato del vino cinese, rafforzando la richiesta di altre varietà, come il Prosecco italiano, molto apprezzato dalle donne.
La Cina non è tra i primi consumatori di vino al mondo. Nel 2022 si sono attestati all’ottavo posto detenendo il 4% di tutto il consumo globale. Nonostante di tratti di cifre rilevanti, risulta aver perso diverse posizioni a causa di un calo del 16% dei consumi.
A pesare su questo risultato è stata sicuramente la chiusura totale del paese dovuta al Covid. Oltre all’interruzione dei commerci con i grandi paesi produttori, il consumo di vino sembra essere stato penalizzato dalla mancanza totale di turismo. Non bisogna scordare, infatti, che la domanda di vino in Cina è concentrata nelle megalopoli ad altissimo reddito: Hong Kong, Pechino e Shanghai. Queste città attraggono turisti internazionali abituati al consumo di vino, oltre alla presenza importante di Millennials e consumatori della Generazione Z che hanno studiato o viaggiato all’estero e quindi conoscono la cultura del vino.
Produzione interna
La Cina è il terzo paese al mondo per superficie di terreni dedicata alla viticultura da vino. Di fatto una rudimentale forma di vinificazione era già stata introdotto nel ‘500, ma gli effetti delle riforme economiche degli anni ‘80 hanno introdotto vitigni e tecnologie specialmente dalla Francia.
Se per anni è sembrato che il settore del vino potesse crescere con costanza e camminare con le proprie gambe, analizzando i dati dal 2018 al 2022 si comprende come il calo nella produzione sia stato costante, fino a raggiungere una produzione totale di 4.2 mhl con una riduzione del 29% nel 2022 sull’anno precedente.
Paesi che esportano il vino in Cina
Come abbiamo detto nell’introduzione, il mercato cinese non è sempre facile da comprendere per dei produttori occidentali, in quanto la gestione del governo può portare a rapidi e drastici cambiamenti.
Questo è quello che è successo all’Australia, che sino al 2020 dominava il mercato con una quota del 40%. Nel novembre del 2020 il governo della Repubblica Popolare impone una prima tranche di dazi commerciali che hanno imposto un’addizionale dal 107,1% al 212,1% sulle esportazioni di vino inizialmente (le tariffe variavano per azienda). Nel Marzo 2021 le addizionali salgono fino al 218,4%, causando una diminuzione del valore delle esportazioni di vino australiano di 2,08 miliardi di dollari australiani. La scelta era stata dettata dalla percezione cinese che l’Australia stesse vendendo vini economici nel Paese asiatico. Oggi il vino australiano rappresenta solo il 3% del totale bevuto in Cina.
Le quote di mercato lasciate libere sono state occupate dai vini francesi che sono cresciuti del 48%, con il Bordeaux che resta il vino più richiesto.
Tra i primi tre importatori rientra anche il Cile, che occupa però la fascia medio-bassa del prodotto. L’Italia si classifica al terzo posto tra gli importatori di vino in Cina, anche se con risultati più ridotti. Il dato rilevante per il vino italiano in Cina resta però l’aumento del prezzo medio per litro: +14,67%, attestandosi a 5,14 dollari, anche se ancora molto lontano dai prezzi al litro di quelli francesi.