“Vinchio è il mio nido ci sono nato nella stagione del grano biondo. Mio padre e mia madre mi hanno piantato radici profonde ancestrali, maliarde. Quando ritorno qui sono felice, mi libero di tutto. Questa mia terra è come una donna che mi piace tanto e che nessuno può portarmi via.” Davide Lajolo
Al centro della “core zone” Colline del Barbera dell’area Patrimonio dell’Umanità UNESCO “Paesaggio vitivinicolo del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato”, Vinchio Vaglio è da più di sessant’anni il punto di riferimento della produzione vinicola di eccellenza nel sud Astigiano. Una Cantina che ha fatto dell’orientamento alla qualità la propria missione economica e sociale ispirata a tre fondamentali obiettivi:
- perseguire un elevato e costante livello delle produzioni vinicole
- garantire ai viticoltori associati un reddito giusto e gratificante che consenta loro di stare sulla terra con la giusta dignità umana e sociale,
- tutelare e salvaguardare l’ambiente, in questo caso il paesaggio agrario tra Val Tiglione e Valle Belbo caratterizzato da una preminente presenza di vigneti, storici ed al contempo “eroici” per le loro ardite pendenze che rendono particolarmente difficoltoso il lavoro agricolo.
La qualità non ha confini
I piedi ben piantati sulla terra dove si è nati e vissuti, ma con gli occhi ben aperti sul mondo, vicino o lontano che sia. Quando la qualità non è un’opinione, ma un quasi esclusivo modo di produrre e di vivere, ogni evento che vi faccia riferimento, può diventare momento e motivo di crescita e di sviluppo dei valori che stanno alla base di uno speciale e caratteristico stile di vita. È questa, in estrema sintesi, la filosofia produttiva e commerciale di Vinchio Vaglio.
Se la Cantina è sempre stata espressione di un irrinunciabile attaccamento al territorio – vigneti, vini, tecnici, operatori di botte e di vendita – non per questo ha rinunciato a prendere atto non solo del mutare dei gusti dei consumatori, ma anche, o soprattutto, delle “innovazioni” colturali in atto sulle colline della Barbera Unesco.
Di qui la scelta di affiancare alle tante declinazioni della Barbera, da sempre il vitigno principe e tradizionale del territorio insieme al Cortese, vini da vitigni talvolta insoliti per la zona, ma di garantito lignaggio. Seguendo questa filosofia, nel listino di Vinchio Vaglio sono comparsi, nel tempo, il Moscato, il Grignolino, il Brachetto e, in anni a noi più vicini, il Roero Arneis, il Pinot Nero, lo Chardonnay, il Ruchè e, addirittura, il Nebbiolo, il Barbaresco e il Barolo. Più che sfide, dunque, solidi scenari futuri.
Se la qualità è la nostra missione, la Barbera è il suo profeta
Territorio, persone, vini: bastano tre sole parole per dare l’idea di cosa sia stata, è, e sarà, la cultura della Barbera per chi, come Vinchio Vaglio, sta al centro della “core zone” Unesco che fa riferimento a questo vitigno. In poche parole, mutuando dai “maestri” francesi, il terroir che da sempre è pensato, e vissuto, in forma consumabile, da chi ci lavora e da chi ci si ferma anche solo per qualche ora.
Consumabile perché se è vero che al vertice della piramide della Barbera stanno le straordinarie selezioni delle DOCG Superiori Sei Vigne Insynthesis e Vigne Vecchie, quest’ultima protagonista della rivoluzione che sconvolse, nel migliore dei modi, il sistema vino del Piemonte degli anni ‘80, la lunga marcia verso la qualità è stata perseguita in tutte le declinazioni in cui è stata interpretata la versatilità di questo vitigno duttile ed estremamente eclettico, da I Tre Vescovi (Barbera d’Asti Superiore DOCG) ed il Sorì dei Mori (Barbera d’Asti DOCG) alla Barbera d’Asti DOCG Bio, alla più quotidiana ma pienamente rispettosa delle caratteristiche pedologiche delle particolari posizioni da cui proviene, Le Tane, una Piemonte Barbera DOC.
Il territorio come destino
Vinchio Vaglio è oggi l’insostituibile punto di riferimento per la conoscenza e la promozione del territorio in cui nascono i suoi celebri vini. Un territorio che ha grandi e fascinose storie da raccontare, da quelle che richiamano l’antica presenza di Saraceni e Sarmati, alle più recenti vicende che hanno condotto alla realizzazione della Riserva naturale della Val Sarmassa, nata anche, o soprattutto, su ispirazione della Cantina e dei “suoi” viticoltori.
Una vocazione antica, dunque, che fa diventare la Cantina la virtuale porta d’accesso ad un territorio che vanta eccezionali valori paesaggistici, agricoli, storici e culturali e che può contare su una produzione agroalimentare di assoluto livello. Alla tutela di questi esclusivi valori è dedicato l’impegno della Cantina che ha realizzato, rendendolo pienamente agibile alle visite ed alle soste degli enoturisti, il percorso dei Nidi di Vinchio Vaglio, un sentiero che si snoda tra boschi di rovere e robinie e i vigneti in cui sono stai collocati, oltre ai classici tavoli picnic e fontane, gli originalissimi nidi: strutture in salice intrecciato a mano, che proteggono i tavoli da picnic dal troppo sole e dal vento mantenendo, però, le giuste aperture che consentono di godere dello splendido paesaggio circostante in un’atmosfera familiare e raccolta.
Recentemente è stata aggiunta l’installazione dell’artista Giancarlo Ferraris che rappresenta Tre Vescovi e che evoca l’aneddoto, tra storia e leggenda, secondo cui i Vescovi di tre diocesi confinanti si incontravano in questi vigneti, in corrispondenza di una pietra di confine tra 3 comuni appartenenti alle tre diverse diocesi, per discutere. Secondo la leggenda molti furono gli accordi stretti, forse anche grazie alla presenza del buon vino che faceva da mediatore e distendeva gli animi.
Big Bench n. 94
Il sentiero, inoltre si collega ai percorsi Naturalistici della Riserva naturale della Val Sarmassa, e permettere di raggiungere la Big Bench n. 94.
È stata installata in uno dei punti più panoramici e suggestivi di Vinchio, al confine di Vaglio Serra. Dalla seduta si gode di una vista spettacolare sulle Colline della Barbera e sulle Alpi Marittime, Cozie e Graie, con al centro il Monviso. Il sole sembra infatti giocare e unire i due comuni su cui la Cantina è stata fondata: all’alba fa capolino incorniciando il campanile di Vaglio per andare poi a tramontare tra il campanile di Vinchio e l’inconfondibile profilo imponente del Re di Pietra. Una sorta di virtuale fratellanza tra le terre piemontesi delle grandi montagne e delle sue inimitabili colline.
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