La Francia è uno dei paesi più estesi e presenta una superficie vitata di circa 800.000 ettari. Nel 2013 i vitigni francesi hanno prodotto circa 42,3 milioni di ettolitri di vino, classificandosi al terzo posto nella produzione mondiale di vino, proponendo ogni anno la sfida con l’Italia e la Spagna per la prima posizione assoluta, in una continua ed avvincente alternanza.
In Francia, come in Italia, il vino non è solo un prodotto che riveste un enorme peso economico e che contribuisce per circa il 60% all’eccedenza della bilancia agroalimentare, ma rappresenta un elemento fondamentale della sua storia e della sua cultura.
Questa breve e sintetica guida raccoglie solo alcuni dei vini famosi di Francia, che spero forniranno alcune semplici informazioni utili per conoscere e apprezzare i vini d’Oltralpe.
Alsazia
L’Alsazia è una regione incantevole, una bomboniera fiorita con scorci che sembrano appartenere a un paese di bambole, case di graticcio multicolori e graziose insegne in ferro battuto, smaltate e dorate, davanzali colmi di gerani a cascata e salici che si adagiano nelle sonnolente acque di fiumi e canali.
Il Pinot nero è l’unico esponente dei vitigni a bacca nera in Alsazia, qui non esprime il meglio di sé, e dona vini con colori molto tenui, che vengono generalmente serviti freschi ed esaltano profumi di lampone, rose e un lieve cenno speziato. Anche se non mancano alcune eccezioni, il Pinot nero di questa regione si avvicinano per stoffa e personalità ai grandi vini borgognoni.
Lorena
La Lorena si trova nel nord-est della Francia, a ridosso del confine con il Lussemburgo, il Belgio e la Germania, ed è una piccola regione vitinicola che raggruppa tre distretti: le Côtes de Moselle, Côte de Meuse e le Côtes de Toul.
I vitigni della Côtes de Toul, occupano circa 110 ettari, la quasi totalità della superficie vitata della Lorena e si trova in otto comuni del dipartimento Meurthe-et-Moselle, intorno a Toul, a ovest di Nancy. L’AOC Côtes de Toul comprende vini rossi ottenuti da pinot nero in purezza, di moderata struttura, poco tannici, con profumi fragranti di piccoli frutti rossi e un timbro floreale appena accennato, che si possono abbinare con le crespelle al prosciutto.
Borgogna
In Borgogna i 120.000 ettari rappresentano un vero campionario di biodiversità e di fonti di energie rinnovabili, gli ampi pascoli destinati all’allevamento della pregiata razza bovina Charolaise e la viticoltura si è ritagliata uno spicchio di territorio, nel quale ogni anno sono prodotti alcuni vini che entrano di diritto tra i simboli dell’art de vivre francese.
Il pinot nero è un vitigno che i borgognoni amano considerare autoctono, occupa oltre il 38% della superficie vitata, da risultati eccellenti soprattutto quando matura alla perfezione nella parte settentrionale della Côte d’Or, dove su substrati ricchi di calcare riesce a esprimere tutto il suo potenziale odoroso e a dare vini con un’ottima predisposizione nei confronti dell’invecchiamento. I grandi fuoriclasse, dopo lunghe evoluzioni, mettono in mostra un bouquet ampio, arricchito con note di sottobosco e spezie, foglie secche e humus, tartufi e un ricordo di animale di selvaggina. Questi vini hanno un assaggio succoso in gioventù, con freschezza e sapidità più incisive dei tannini, a volte levigati e polposi a volte un po’ più irruenti, intrisi di quelle stesse note fruttate che si ritrovano in un finale di perfetta rispondenza gusto-olfattiva.
Il gamay copre l’11% della superficie vitata. La sua coltivazione è concentrata nel Beujolais, nei vigneti a destra del fiume Saône, sull’asse Mâcon.Villefranche sur Saône-Lione, che occupano 22.500 ettari su un totale mondiale di 36.000 ettari e che quindi ne rappresentano il 60%. I vini ottenuti dal gamay sono fruttati e floreali, con ricordi di ciliegia e lampone, sentori fragranti che derivano proprio dalla macerazione a freddo, sono vini poco strutturati, freschi e dotati di tannini particolarmente gentili.
La Borgogna presente cinque territori principali: Yonne, Côte d’Or con Côte de Nuits e Côte de Beaune, Chalonnais e Mâconnais, Beaujolais.
La Côte de Nuits si estende da Chenôve a Corgorin e i suoi vigneti sono distribuiti su pendii di colline che salgono a 300 m., con un esposizione ottima tra est e sud-est, condizione che, insieme al terreno ricco di calcare, offrono al pinot nero la possibilità di dare il meglio di sé, con profumi eleganti e struttura potente, maggiore di quella dei vini prodotti nella Côte de Beaune.
Il Marsannay è rubino, floreale e fruttato, con toni di sottobosco e cuoio dopo evoluzione in bottiglia, quando diventa perfetto con la faraona al forno o il formaggio ami du Chambertin.
Scendendo verso sud, a 12 km da Digione, il territorio di Gevrey-Chambertin presenta un suolo ciottoloso e calcareo con ghiaia e argilla nella parte più bassa, mix che dà al pinot nero la capacità di produrre un vino molto ricco di colore, tra i più intensi della Côte de Nuits.
Le vigne dell’AOC Vosne Romanée si trovano su suoli calcarei con marne e argilla, nei quali il pinot nero raggiunge l’eccellenza assoluta, soprattutto negli 8 Grand Cru.
Il Nuits-Saint-Georges rosso esprime tutti i caratteri del pinot nero, anche se il profumo, pure discretamente elegante, non è molto complesso, il gusto è un po’ meno robusto e chiude con un finale fruttato.
Jura
A un passo dalla Svizzera, il dipartimento dello Jura è situato nella regione della Franche-Comté, immerso in un grande parco naturale che offre un paesaggio riposante di prati, boschi e conifere e latifoglie, placidi laghetti e vivaci corsi d’acqua.
Il pinot nero o gros noirien dà vini molto diversi da quelli prodotti nella vicina Côte d’Or, anche a causa di un clima che influenza molto la maturazione delle uve. Il Pinot nero dello Jura si identifica con un colore rubino un po’ pallido, un discreto profumo di visciola, ribes rosso e fragola, appena vegetale in gioventù, mentre con l’evoluzione si arricchisce di note di frutta disidrata, spezie e cuoio. Delicatamente strutturati, questi vini esprimono una piacevole freschezza nel tempo un buon equilibrio, che li rende perfetti con tagliata al rosmarino o medaglioni di vitello in casseruola.
Valle del Rodano
Foreste di querce, terrazze vitate con ripidi camminamenti su terreni di granito friabile, pianure ciottolose e assolate dove la vite sposa l’ulivo, creano la cornice al corso del Rodano, le cui sponde sono punteggiate di vigne preziose già note ai greci e ai romani.
Il vigneto della valle del Rodano produce circa 6.200.000 ettolitri di vino l’anno, con un dominio schiacciante dei vini rossi, che con i rosati rappresentano l’87% della produzione, lasciando le briciole ai bianchi, dolci e spumanti. I vitigni a bacca nera occupano circa il 95% della superficie vitata, soprattutto syrah e granace.
Seguendo il corso del Rodano si incontra la collina di Hermitage, sulla riva sinistra del fiume: il colore dell’Hermitage è rosso rubino compatto, il suo profumo intenso e fruttato, con accenti di spezie e sottobosco dopo qualche anno di riposo in bottiglia, la sua struttura è intessuta con una buona morbidezza e una fitta trama tannica, che esige un invecchiamento di circa dieci anni per raggiungere un mirabile equilibrio e abbinarsi alla perfezione con il fagiano arrosto, con il tipico piatto lionese poulet à la demi-deuil (pollo lessato ripieno di carne e tartufo).
Bordeaux
Nelle cantine di questa terra riposano da secoli alcuni dei vini che hanno costruito la leggenda del vino francese.
Vitigno simbolo di Bordeaux è il merlot, che rappresenta il 60% dei vigneti impiantati con vitigni a bacca nera, con picchi del 70% a Libourne, quali dell’80% a Pomerol e dell’85% a Fronsac. Il merlot dà il meglio di sé in terreni argillosi, offrendo ai vini splendide note di piccoli frutti rossi, dal lampone alla fragolina di bosco, oltre a un elegante accento di erba appena tagliata, stemperato da sfumature di violetta e minerali, quasi terrose.
Il cabernet sauvignon rappresenta invece il Medoc, dove dà vini dotati di grande profondità aromatica, un ampio corredo aromatico e un gusto vibrante, ricco di tannini di eccezionale eleganza, creando con il merlot una combinazione perfetta. Il profumo è dominato da piccoli frutti a bacca nera, cassis in particolare, ed è incorniciato dal paradigmatico tocco vegetale di peperone verde e da un soffio raffinato di credo del Libano.
Terzo vitigno a bacca nera è il cabernet franc, noto anche come bouchet nel Saint-Émilion, dove rappresenta il 20% delle uve coltivate, mentre scende al 15% nel Libournais e al 4% nel Medoc. Il cabernet franc dà vini meno colorati e meno tannici.
Il carmenère è un vitigno carico di storia e che può offrire ai vini ottime doti sensoriali, come un colore molto intenso e profondo, una bella complessità fruttata e un corpo scolpito da tannini austeri ed eleganti.
Amo la buona cucina e le tradizioni enogastronomiche italiane, per me vino e dessert non sono solo un contorno ma la parte più interessante del buon vivere.