La Tenuta Masseto, controllata dalla famiglia Frescobaldi, ha inaugurato ad aprile scorso la sua nuova cantina.
Giovanni Geddes de Filicaja, CEO di Masseto, riguardo la nuova cantina ha affermato:
“Abbiamo dedicato anni alla pianificazione e alla costruzione della ‘casa’ ideale per il Masseto. Un luogo frutto di trent’anni di esperienza, dove ogni dettaglio è stato studiato con dedizione per soddisfare le precise esigenze del nostro staff di enologi”.
Chi si è occupato del progetto?
Il progetto è stato affidato al celebre studio ZitoMori, cioè agli architetti Hikaru Mori e Maurizio Zito, vere e proprie archistars le cui opere sanno trarre forza e fascino dalla perfetta armonia con la natura e l’ambiente circostante. Il progetto si è proposto di offrire le condizioni ideali per la vinificazione e la conservazione del vino, riducendo al minimo l’impatto ambientale.
In superficie c’è solo il basso profilo dell’area di ricezione delle uve e della vecchia casa di Masseto, che è stata oggi restaurata. La nuova sede è stata studiata appositamente per ospitare un ciclo produttivo a caduta ed è stato scavato in profondità dove si trova l’argilla blu, nota per le sue proprietà isolanti.
Il ciclo produttivo detto a caduta è utilizzato per massimizzare il risparmio energetico: le uve infatti si muovono attraverso tubazioni diagonali mosse dalla forza gravitazionale, questo permette di risparmiare dal punto di vista energetico e dello stress subito dai frutti.
L’argilla blu è una varietà molto particolare e poco nota. Viene chiamata anche rapan e può essere rintracciata in preparazioni tradizionali applicate per ridurre le infiammazioni muscolari e gli indolenzimenti o i dolori articolari. Oltre ad essere utilizzata in terapie e fisioterapie è uno degli ingredienti dei migliori terroir toscani.
La nuova cantina
La nuova cantina è stata progettata marcando il contrasto tra il modesto aspetto esterno e gli ambienti interni che sono simili a un tempio antico. Tale contrasto si rispecchia anche nelle vasche da 65 ettolitri: sfaccettate all’esterno, presentano un interno a forma di tulipano (che garantisce al processo produttivo un’estrazione molto delicata).
L’affinamento dei prodotti avviene attraverso due barricaie standard, per il primo e il secondo anno di permanenza in legno, ed una sperimentale ampliando le possibilità di micro-vinificazione e maturazione.
La struttura include aree di imbottigliamento ed etichettatura per un totale di 2.500 mq.
L’architetta Hikaru Mori ha così illustrato il progetto:
“Per raccontare l’impegno necessario a produrre questo vino, abbiamo deciso di creare una serie di spazi non costruendoli, ma scavandoli nel corpo monolitico della collina. La diversità dei volumi, delle altezze interne e la disposizione su più piani richiama la struttura di una miniera d’oro, che insegue i filoni di metallo prezioso fino al giacimento centrale”.
La cornice architettonica è stata realizzata con calcestruzzo gettato in opera. Le vaste superficie ruvide e intagliate sono il simbolo del processo estrattivo da cui è nata l’opera, mentre le aperture nelle pareti lasciano intravede i profili verticali dell’argilla blu, che contraddistingue il suolo del terroir della denominazione Bolgheri.
Caveau Masseto: il cuore della nuova cantina
Il cuore della struttura è costituito dalla cantina dei vini della Tenuta, il Caveau Masseto: qui vengono conservate, in condizioni perfette, le bottiglie di ogni annata a partire dal 1986, ciascuna contenuta nella propria ‘culla” in acciaio inox.
L’annata 2018 è stata la prima a essere vinificata in questa cantina con la nuova enologa di Masseto, Eleonora Marconi.
Il Masseto è un vino nato quasi per caso: negli anni Ottanta si è intuito il potenziale del pendio su cui sorge il vigneto, intuizione che è stata ripagata nel corso degli anni.
Il Masseto è stato riconosciuto anche a livello internazionale fin dal 1986, anno della sua nascita: il vino, che è un IGT, è uno tra i vini italiani più costosi, infatti il prezzo di una bottiglia di annata recente supera i 750 euro.
La capacità produttiva è di circa 30.000 bottiglie, una capacità estremamente limitata, ma la Tenuta lo distribuisce in quasi 70 paesi (la cantina serve direttamente Italia, Stati Uniti e Canada, mentre gli altri mercati vengono forniti da un gruppo selezionato di 15 negociant della Place de Bordeaux).
Amo la buona cucina e le tradizioni enogastronomiche italiane, per me vino e dessert non sono solo un contorno ma la parte più interessante del buon vivere.