È complicato dare una risposta unitaria perché in alcuni territori la quantità è stata scarsa, in altri generosa, ma ogni territorio è accomunato dalla qualità delle uve, che è stata davvero buona.
Situazione al Nord Italia
Nelle Langhe la cantina storica Marchesi di Barolo la vendemmia è stata in qualche modo sorprendente perché se per quel che riguarda le tempistiche sono state pari a quasi vent’anni fa, alla fine ha ottenuto grandi risultati, grazie anche al grandissima attenzione in vigna. La vendemmia di Pio Cesare è stata definita classica e tradizionale, anche se tardiva: il Nebbiolo è stato vendemmiato il 30 ottobre, ma ha dato uve in buona quantità e di qualità eccellente.
In Valpolicella, invece, si ha avuto un calo della produzione del -15/-20%, ma la vendemmia ha dato uve di grandissima qualità. La cantina Allegrini, per bocca di Silvia Allegrini, ha affermato:
“è stata una primavera molto fredda, con un ritardo vegetativo all’inizio della stagione fenolica di 20-25 giorni, quindi importante, in buona parte recuperato grazie alla calura estiva, che però è stata complessa da gestire, con un sole molto forte, ed un caldo sensibile. Abbiamo lavorato con attenzione sulla parete fogliare della pianta, lasciando i grappoli coperti, specialmente quelli esposti a sud, e quindi a seconda della posizione ed altitudine dei vigneti abbiamo gestito le cose in maniera ottimale. È stata una vendemmia leggermente ritardata sugli ultimi anni, e molto lenta, soprattutto per le uve destinate all’Amarone con vigneti dove siamo dovuti ripassare più volte perchè qualche singolo appezzamento era in ritardo, ma le uve sono ottime, anche se registriamo un calo di produzione del 15% per le uve in appassimento”.
In Toscana?
La vendemmia in Toscana ha regalato le maggiori soddisfazioni: per le Tenute Ambrogio e Giovanni Folonari la vendemmia è stata unica perché le uve sono state sane, molto equilibrate e perfettamente mature. La cantina che coltiva in zone diverse sia per altitudini che per esposizione e microclima ha avuto una vendemmia uniforme.
La cantina Marroneto ha portato in cantina 570 quintali di uva al di sopra di ogni aspettativa: le fermentazioni lente hanno fissato molto il colore e il vino dovrebbe avere una bellissima complessità data dall’acidità che si è inserita perfettamente con polifenoli e struttura.
Nel cuore del Chianti Classico, a Radda in Chianti, nella cantina Montevertine ha avuto, nonostante un maggio freddo e piovoso, grandi risultati dalle uve vendemmiate sia in quantità che in qualità.
Sud Italia
La vendemmia di Quintodecimo, in Irpinia, è stata un’ottima vendemmia, soprattutto per quel che riguarda l’Aglianico: di solito è un uva che ha dei tannini difficili da gestire, un’acidità elevata con un pH basso, invece la maturazione ha portata ad uve leggermente meno acide, dando vini equilibrati.
In Molise, Di Majo Norante ha avuto un’annata eccezionale e la vendemmia è terminata il 7 novembre.
Donnafugata, in Sicilia, ha avuto solo il problema della quantità scarsa delle uve, compensata egregiamente dalla loro grandissima qualità.
Come sono le scorte italiane di vino?
A vendemmia ormai conclusa un po’ ovunque, le scorte ammontano a 39 milioni di ettolitri a cui si devono sommare 18 milioni di ettolitri di mosti e 12 milioni di ettolitri di vino che è ancora in fermentazione.
Il 51% delle scorte è per le DOP (i vini rossi occupano il 55%), l’IGP ha il 25,5% (di cui il 57% sono vini rossi), il 22,1% è per i vini da tavola, il 5,6% per i vini da agricoltura biologica, mentre i vini varietali occupano l’1,7% del totale.
Le Denominazioni d’Origine sono ben 524, ma 10 rappresentano il 39% del totale dei vini a denominazione e le prime 20 denominazioni rappresentano il 57% del totale: tra le DOP troviamo il Prosecco che vale il 7,1% del totale DOP e IGP (2,1 milioni di ettolitri), IGP Terre Siciliane vale 3,8% (1,15 milioni di ettolitri), mentre il 3,7% del totale (pari a 30 milioni di ettolitri) lo raggiungono la DOP Delle Venezie, IGP Toscana e la DOP Sicilia.
Amo la buona cucina e le tradizioni enogastronomiche italiane, per me vino e dessert non sono solo un contorno ma la parte più interessante del buon vivere.