Ci stiamo avvicinando al momento del brindisi di Capodanno, quando milioni di calici saranno elevati in tutta Italia per festeggiare in maniera adeguata l’addio al 2016 e aprire, come da tradizione, la strada al nuovo anno, sperando di propiziare la buona sorte per tutto il 2017. E per mantenere un legame con il nostro territorio, niente di meglio che puntare su una bottiglia degli ottimi spumanti italiani.
Alla scoperta degli spumanti italiani
Un là alla ricerca dello spumante migliore per il brindisi di Capodanno ci arriva anche da una recente pubblicazione, il volume “Vini da scoprire” realizzato da tre critici enologi che hanno selezionato una serie di bottiglie che si contraddistinguono per un ottimo rapporto tra qualità e prezzo, mantenendo però ancora una scarsa notorietà. Armando Castagno, Giampaolo Gravina e Fabio Rizzari sono gli autori di questa guida che somiglia a un taccuino di viaggio, che offre una panoramica sui vini “sorprendenti”, così definiti perché a volte sono ottenuti da vitigni molto rari, altre volte alla loro seconda o terza vendemmia, o ancora prodotti in microzone sconosciute anche alle stesse mappe catastali.
I migliori spumanti per Capodanno
Prendendo spunto dal lavoro dei tre critici, allora, ecco qualche consiglio sugli spumanti per la notte di San Silvestro, che possono servire sia gli enoappassionati alla ricerca di un calice “meno noto”, sia i meno esperti che hanno le idee poco chiare. I nomi suggeriti da Castagno, Gravina e Rizzardo sono quelli del Franciacorta Extra Brut Riserva Camossi a Erbusco (Brescia); dell‘Alta Langa Brut Metodo Classico di Paolo Avezza a Canelli (Asti); del Valdobbiadene Prosecco Brut Millesimato Annuale Ruge proprio a Valdobbiadene (Treviso). Questi sono gli spumanti che hanno un prezzo adatto alle tasche dei wine lover, mantenendo comunque un gusto complesso in degustazione. Altre etichette interessanti in questo senso, provenienti dal punteggio globale sul nostro sito di vendita di vino online, sono La Montina Franciacorta Brut Millesimato 2009, Enrico Serafino Alta Langa Zero 2010 e il Sanfeletto Prosecco Valdobbiadene Brut.
Come riconoscere gli spumanti
Tornando a dedicarci proprio ai meno esperti, c’è qualche informazione utile da fornire per la scelta del vino migliore per Capodanno (che servirà anche in altre occasioni), e in particolare per quanto riguarda le bollicine italiane. Anche se è facile fare confusione tra le varie denominazioni, è bene sottolineare che i nomi Prosecco, Franciacorta, Valdobbiadene e Trentodoc non sono per nulla sinonimi, ma denominazioni legate alla zona e allo specifico disciplinare di produzione. La parola spumante identifica in generale i vini frizzanti (incluso lo champagne), mentre differenti sono le tecniche che portano alla bottiglia finita, già anticipate in questo articolo.
Come si produce lo spumante
La prima grande differenza sta appunto nel metodo di produzione, che porta alla divisione tra spumanti prodotti con metodo classico (detto anche metodo tradizionale o metodo champenoise, che abbiamo già descritto nel nostro blog sul vino), ovvero che vengono rifermentati in bottiglia, e quelli che invece sono prodotti grazie al metodo Charmat (o metodo Martinotti: ne abbiamo parlato anche qui), in cui si usa l’autoclave e si rivelano più economici.
Le uve per lo spumante
In genere, le principale uve per produrre vini spumanti provengono da vitigni Chardonnay, Pinot nero, Pinot bianco, Pinot grigio o Riesling; quando l’uva è a bacca bianca si genera un blanc de blancs (vino bianco da uve bianche), mentre quando l’uva è a bacca nera, il vino prende il nome di blanc de noirs (vino bianco da uve nere), senza ovviamente riferimento alla qualità.
Come si classifica lo spumante
Per leggere l’etichetta di uno spumante, ancora, bisogna conoscere un’altra delle classificazioni utilizzate, che riguarda il residuo zuccherino. Prendono il nome di pas dosé o dosaggio zero gli spumanti in cui non vi è alcuna aggiunta di zuccheri e per i quali si sfrutta il contenuto originario dell’uva. Chi ama gli spumanti secchi deve puntare extra brut e i brut, che in genere sono comunque ritenuti meno adatti al dessert, anche se i gusti restano sempre fattore soggettivo); al contrario, uno spumante Extra dry possiede già una lieve nota dolce, così come uno spumante Dry o Sec, mentre già a partire dal Demi sec e per finire con lo spumante Dolce o Doux arriviamo su sapori decisamente dolci.