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Barolo Cannubi e Barolo Sarmassa: quando le differenze fanno la differenza

Le Cantine dei Marchesi di Barolo hanno sede a Barolo nel cuore delle Langhe, le cui colline sono state riconosciute Patrimonio dell’Umanità Unesco.

Oggi la Famiglia Abbona è custode della storia del Barolo, che tutela e tramanda, facendosi fedele interprete dei luoghi e dei vitigni autoctoni, esaltando le diversità e il forte legame che unisce vino e territorio.

Il Barolo

Il Barolo è figlio di un vitigno, il Nebbiolo, che sa interpretare magistralmente le caratteristiche del territorio che nella sua complessità permette al Nebbiolo, di esprimere al meglio la sua ecletticità. L’area di produzione del Barolo nacque da fondali marini, emersi in epoche geologiche successive: una lunga serie di colline, sostanzialmente divise in due sottozone, una, di epoca Elveziana, formatasi circa 12 milioni di anni fa e l’altra, di epoca Tortoniana, risalente a solo 8/9 milioni di anni fa.

Al centro di queste due sottozone, sorge il Comune di Barolo ed è qui che a distanza di poche centinaia di metri, troviamo due tra i “crus” di Barolo più famosi.

Cannubi e Sarmassa

Cannubi, una collina lunga e gradualmente crescente posta al centro della valle dove i terreni di tipo Elveziano e Tortoniano si incontrano e si amalgamano, dando vita ad un ottimo equilibrio tra la sabbia, il limo, il calcare e l’argilla.

Questo conferisce al Barolo Cannubi profumi suadenti, notevole struttura e colore, grande eleganza nei tannini, associando la prontezza del consumo ad una longevità eccezionale.

Sarmassa, su un fianco di collina esposto a Sud-Est, la cui pendenza ha probabilmente provocato nel corso dei millenni un abbondante dilavamento, portando alla luce un terreno calcareo e molto compatto, con un’alta presenza di sassi che, associata all’argilla, limita la vegetazione del vitigno nebbiolo.

Ciò favorisce una concentrazione di struttura e profumi che rendono questo vino al tempo stesso espressione di potenza e di piacevolezza, capace, come pochi, di sfidare il tempo.

Un unico vitigno, due terreni e l’impegno di viticoltori e cantinieri esperti, che sanno valorizzare le differenze che la natura crea: quando le differenze fanno la differenza e ci donano un’esperienza sensoriale veramente unica. Anzi, doppia.

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