In un tempo in cui la tecnologia e la sfera del digitale avanzano, la viticoltura può esserne esclusa? Questo è stato il tema affrontato in un incontro organizzato da Image Line e Uv, all’interno della Fieragricola, intento a scoprire in che modo i viticoltori possono servirsi delle nuove tecnologie e del digitale per migliorare le produzioni, rendendole più abbondanti e sostenibili.
Il convegno intitolato Dal campo al calice di vino ha raccolto tutto, il vecchio e il nuovo, la maturità del vino e l’innovazione degli strumenti digitali, territorio e sostenibilità. Valeria Fasoli, presidente delle Donne della vite, ha esposto e ribadito il ruolo centrale della viticoltura nel forgiare e accudire il territorio, spiegando quale aiuto possano essere le nuove tecnologie per gli operatori.
Il tema della sostenibilità, invece, è stato ampiamente trattato da Giordano Chiesa, dell’Unione italiana vini, che ha richiamato l’impegno che l’Uiv, insieme a Image Line, ha messo nel progetto Tergeo. Si tratta di un progetto che ha come scopo la raccolta e la divulgazione di soluzioni completamente nuove per la crescita della sostenibilità dell’impresa vitivinicola. In questo contesto uno dei punti critici è rappresentato dalla gestione degli agrofarmaci, affrontato con l’entrata in vigore del Pan (il Piano di azione nazionale sull’uso sostenibile dei fitofarmaci) che recepisce la direttiva europea 128 del 2009. Il fondatore di Image Line ha spiegato come le operazioni da compiere dal Pan siano svariate, dalla formazione degli utilizzatori professionali al controllo delle irroratrici fino ai requisiti minimi del magazzino, inclusa la tenuta del registro dei trattamenti e la tutela di ambiente e salute umana.
Le nuove tecnologie possono essere un valido supporto per il viticoltore, in quanto il digitale presenta un grande potenziale in grado di gestire le aziende agricole, condividendo informazioni e comunicando, anche mediante i social network. Gli agricoltori già vivono la realtà digitale come una modalità di riduzione dei costi di produzione per mezzo della quale conoscere il mercato e incentivare i prodotti. Filippo Di Gennaro, ricercatore del Cnr, ha confermato che il il 50,5% dei giovani agricoltori è motivato dal desiderio di ottenere un’agricoltura di precisione che significa amministrare la mutevolezza nei campi così da ottenere abbondanti produzioni, di qualità migliori e di alta sostenibilità.
Uno degli strumenti più ambiti in campo agricolo è il drone, capace di rilevare dati da analizzare, come ad esempio la posizione e le modalità del concimare per sostenere la crescita delle piante, avvisare in caso di irrigazione, mediante le telecamere multispettrali.
Isabella Ghiglieno di Sata Studio agronomico, infine, hanno spiegato come gli strumenti digitali possano velocizzare e semplificare il lavoro dell’agronomo, recando nuove informazioni estremamente utili per pianificare la difesa.