Solo qualche giorno fa abbiamo provato a descrivere le caratteristiche del “vino vegano“, sottolineando come sia sempre più in aumento, in Italia, l’attenzione agli aspetti eco-friendly ed ecosostenibili, anche nei consumi di alcol. E dall’appuntamento con il Wine&Siena, andato in scena lo scorso weekend nella città toscana, arriva un’ulteriore conferma di questo trend, che vede primeggiare il cosiddetto vino sostenibile.
Il boom del vino sostenibile
Secondo una ricerca condotta dall’Università di Siena, già oggi questo comparto vale un terzo del business complessivo e addirittura è destinato a raggiungerà nel 2020 un valore di 4 miliardi di euro. In particolare, si può definire vino sostenibile quello prodotto da aziende che impiegano energia rinnovabile e contratti di lavoro improntati a responsabilità sociale, cui si accompagna poi il vino bio.
Settore in crescita
È la professoressa Maria Pia Maraghini, associata di Economia aziendale presso il Dipartimento Studi Aziendali e Giuridici dell’Università di Siena, che presenta i dati sul boom di vino sostenibile in Italia, il cui fatturato oggi vale già “oltre 3 miliardi di euro, pari a circa un terzo del valore della produzione vitivinicola nazionale (valutato da Coldiretti di poco inferiore ai 10 miliardi di euro nel 2015). Pur usando stime prudenziali, è possibile prevedere che il Pil del vino italiano continuerà a crescere nei prossimi anni più velocemente del Pil dell’agroalimentare che pure è la locomotiva, in termini percentuali di incremento, del Pil nazionale”.
Vino sostenibile, il traino dell’agroalimentare
E in un contesto di generale sviluppo del settore, sarà proprio il segmento ecofriendly a presentare i risultati migliori, “con valori doppi rispetto alle aziende vitivinicole tradizionali. Abbiamo stimato che nel 2020, il Pil del vino italiano varrà complessivamente circa 12,1 miliardi di euro con un incremento complessivo rispetto ad oggi di circa il 15%. Il Pil del vino sostenibile, invece, toccherà i 4 miliardi di euro con un incremento percentuale intorno al 30%”. Secondo la studiosa, questo è “non solo e non tanto alla maggiore attenzione del mercato e dei consumatori su tematiche ambientali e sociali, ma soprattutto, alla maggiore crescita imprenditoriale che solitamente caratterizza le aziende orientate a strategie di sviluppo sostenibile“.
I vantaggi del vino sostenibile
Come evidenziato dalla ricerca dell’università senese, l’attenzione alla “sostenibilità ambientale e sociale porta non solo vantaggi nella reputazione del prodotto, ma obbliga anche l’azienda a rimodellarsi trovando un efficientamento dei processi operativi aziendali (in particolare più efficaci campagne di comunicazione sul mercato), una migliore gestione delle risorse, aumentando la forbice fra costi e ricavi, nonché una maggiore propensione all’innovazione. Puntare sulla sostenibilità ambientale e sociale significa dunque migliorare anche quella economica dell’azienda”, conclude la professoressa Maraghini.
Il successo della manifestazione Wine&Siena
Nonostante il freddo e il maltempo dello scorso weekend, la nuova edizione della kermesse toscana ha avuto ottimi riscontri anche in tema di presenze, con oltre duemila ingressi nella prima giornata e cifre simili anche per la domenica: gli eno-appassionati hanno apprezzato, in particolare, le offerte dei 200 produttori selezionati e le circa 600 etichette in degustazione, ma si sono rivelati molto interessati anche ai focus di approfondimento; oltre a quello citato sui vini sostenibili, infatti, a Siena si è discusso anche di altre tematiche a supporto della produzione di vino, con la presentazione delle attività di INDACO2, nata come spin-off dell’Università di Siena e specializzata in valutazione ambientale e indicatori di sostenibilità. Le parole chiave, e oggetto delle analisi della società, sono tracciabilità del vino, verifica e la certificazione dell’autenticità dell’uvaggio e trasparenza per il consumatore.