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Vinitaly: cresce consumo e produzione mondiale dei vini rosè

A quanto pare il vino rosè si rinnova e conquista i giovani. Questo è quanto emerso da una recente ricerca eseguita da Nomisma e presentata nel corso dell’ultima edizione di Vinitaly 2017. Erroneamente a quanto si pensa, il vino rosè non è più collegato esclusivamente al mondo femminile, ma piace molto ai giovani, e lo si beve soprattutto fuori casa come aperitivo. Già proprio così cari lettori, avete letto bene.

Secondo la ricerca Nomisma, la richiesta dei vini rosè è aumentata dell’1,1% in più, quanto ai consumi sul totale dei vini fermi si è passati dal 9% del 2005 all’11% del 2016. Tra i principali produttori spicca la Francia, seguita dalla Spagna, gli Usa e l’Italia. Il 34% dei consumatori è francese, seguono poi gli americani, i tedeschi, gli inglesi e gli italiani.

Ma a cosa è dovuto il grande successo dei vini rosé?

Sembra che il grande successo dei vini rosè sia dovuto a due fattori: il primo riguarda la riscoperta di questa bevanda da parte dei giovani. Infatti, i giovani, tra i 18 anni e i 35 anni di età preferiscono consumare vino rosè fuori casa, durante la degustazione di un aperitivo, prediligendolo il calice piuttosto che la bottiglia.

E poi c’è ancora un altro fattore che a quanto pare ha inciso sul successo, ovvero: l’andamento verso un orizzonte sempre più unisex. Cosa vuol dire questo, in altri termini? E’ molto semplice, secondo la ricerca in questione, le donne apprezzerebbero molto di più il vino rispetto agli uomini.

In aggiunta, chi lo beve non deve obbligatoriamente conoscerne le caratteristiche o essere un buon intenditore. Ma i dati non finiscono qua, perchè a quanto pare la destagionalizzazione incide di gran lunga sul consumo. In pratica, secondo il 32% degli user, il momento ideale dell’anno per apprezzare un buon vino rosè è durante il periodo estivo, mentre 1 consumatore su 3 ritiene che tale bevanda sia adatta a tutte le stagioni, non solo in estate.

Su quale base vengono scelti i vini rosé?

Il 25% delle persone, sceglie il vino in base al passaparola, mentre il 18% sulla base del territorio di provenienza. Ma per l’82%, è fondamentale che sia italiano.

Lo studio di Wine Monitor inoltre, ha messo in luce come i rosè vengono associati al divertimento (17%) a pari merito con l’eleganza (17%), tradizione (12%) ed infine relax (11%).

In conclusione

Il futuro dunque, è rosa? Al di là di ogni previsione, si può affermare in tutta onestà e franchezza che si tratta di una tinta che via, via sta diventando sempre più presente nel mercato enologico mondiale.

Da quanto è stato appurato, il consumo dei rosé è in costante crescita e non è più correlato ad una nicchia chic e raffinata, ma l’idea che viene sempre più associata a questi vini è la freschezza nonchè la convivialità, rimanendo pur sempre nel segno e nel rispetto dell’eleganza e sobrietà.

Proprio sulla base di questo, il vino rosé può essere definito il vino dei millenials, ovvero dei giovani avente un’età tra i 18 e i 35 anni di età.

I consumi dunque, dei vini rosé si impennano e d’altro canto i viticoltori, per far contento il mercato, tendono ad aumentare la produzione di questa tipologia.

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