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Vellutata di carote: ricetta e abbinamento vino

Oggi xtraWine vi propone una vellutata di carote un po’ diversa del solito, una versione più estiva e light rispetto la versione invernale.

Le carote sono ricche di carotene che è una sostanza utilizzata dall’organismo nella produzione di vitamina A, importante in particolare per la vista. A differenza di molte altre verdure le carote mantengono le loro proprietà a prescindere da buccia e cottura. Mangiate cotte o crude le carote infatti mantengono il carotene perché è resistente al calore.

Se la presenza di carotene nelle carote è abbastanza nota e intuibile, quasi nessuno sa che la carota non è sempre stata arancione.

Come è diventata arancione la carota?

Pare che fino a 500 anni fa in Europa la carota fosse violacea, la dimostrazione è data dall’arte fiamminga che tra il 1500 e il 1600 ha rappresentato svariate scene di mercato ed ambienti domestici. Proprio la loro abilità di dipingere ogni dettaglio in modo minuzioso, quasi scientifico, prova che l’ortaggio non fosse assolutamente arancione.

Gli addetti ai lavori di questo non si stupiranno. Ancora oggi esistono carote viola (ad esempio la Carota di Polignano), particolarmente interessanti per la presenza di polifenoli, flavonoidi e in particolare antocianine, (antiossidanti presenti anche nel vino) che fanno bene alla circolazione sanguigna e che combattono i radicali liberi.

Ma arriviamo al punto: come sono diventate arancioni le carote?

La carota è sempre esistita anche nella colorazione arancio ma pare che solo alla fine del XVII secolo abbia preso il posto di quella violacea nei mercati europei.

Interessante è la ragione: del tutto politica.

In quegli anni la dinastia degli Orange ha guidato l’indipendenza dell’Olanda contro il potere spagnolo, così i coltivatori locali resero omaggio ai propri Signori selezionando e coltivando le sementi di carota arancioni. Questa scelta politica da parte degli agricoltori olandesi fu un successo in tutta Europa. Il “nuovo ortaggio” era difatti di un colore molto più gradevole e soprattutto si caratterizzava di un gusto più dolce e delicato rispetto la viola.

Veniamo alla ricetta del giorno. Continuate nella lettura per scoprire anche il vino scelto per l’abbinamento.

Ingredienti:

  • 1 cipolla piccola
  • 20 g di burro
  • 400 g di carote pelate e tagliate a rondelle
  • 6 dl di brodo vegetale
  • succo di mezza arancia
  • farina 00 q.b.
  • erba cipollina q.b.
  • sale, pepe q.b.

Preparazione:

  1. Prendete un tagliere, tagliate a fettine sottili la cipolla, quindi infarinate leggermente.
  2. Mettete sul fuoco una pentola sufficientemente capiente per contenere le carote ed il brodo, mettete il burro e fatelo sciogliere. Una volta sciolto versateci le fettine di cipolla e fatele saltare per qualche momento.
  3. Mettete anche le carote lavate e tagliate a rondelle (se le taglierete uniformemente si cuoceranno anche uniformemente), quindi versate il brodo vegetale preparato prima della ricetta.
  4. Lasciate bollire per circa 25 minuti, poi spegnete il fuoco.
  5. Aggiungete il succo di mezza arancia, quindi emulsionate con il frullatore ad immersione.
  6. Aggiustate di sale, rimettete sul fuoco e portate ad ebollizione, infine pepate aggiungete un po’ di erba cipollina e date un’ultima mescolata.
  7. Servite nei piatti di portata (se volete potete aggiungere dei crostini di pane)

Qual è il vino in abbinamento?

Il vino perfetto in abbinamento è un Pignoletto Colli Bolognesi DOCG, vino bianco fermo dal profumo delicato, leggermente aromatico con note fruttate e dal sapore franco. Servito fresco è perfetto per qualsiasi vellutata durante i caldi estivi.

Il Pignoletto è un vitigno antico, infatti sarebbe stato descritto da Plinio il Vecchio nel suo volume Naturalis Historia, del I secolo d.C., con il nome di Pino Lieto. La descrizione successiva è del 1654 (ad opera del Tanara) che fa riferimento nel suo trattato Economia del Cittadino in Villa alle Uve Pignole coltivate sempre nell’attuale zona dei Colli Bolognesi.

Prima del riconoscimento (ottenuto con D.M. del 18/09/1978) fu oggetto di confusione fra vivaisti e viticoltori e scambiato per il pinot bianco oppure il riesling italico.

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