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Un’ottima annata, il film di Ridley Scott

Vi è mai capitato di incontrare persone le cui vite dipingono ritratti di effimera felicità intrappolate in un “chronos” ormai spogliato della sua dignità? A Fanny Chenal, si. Accade tra i tenui colori e le pregnanti fragranze della Provenza, quando l’uomo in questione, Max Skinner, un broker londinese dal cinismo ormai consolidato, guida parlando al cellulare e, senza neppure accorgersene, investe la donna, giovane proprietaria del bistrot del paese.

Chi o cosa conduce quest’uomo lungo le vie della pittoresca natura francese? Château La Siroque, una tenuta con vigneto di cui Max si ritrova ad essere unico erede dopo la morte di uno zio, proprietario della stessa. Seppur spietato e ormai lontano dalle piacevolezze più delicate, come ben comprendiamo in una delle sue espressioni:

Io sono più un bevitore di cognac, sono troppo impaziente per amare il vino. Se devo ubriacarmi non ci voglio mettere tutta la sera

 

Max sente come vividi i ricordi che lo riconducono alla sua infanzia, quando morti entrambi i genitori, passa la più parte della sua fanciullezza in Provenza presso lo zio Henry. Nonostante i ricordi, venuto a conoscenza della bella eredità, decide inizialmente di vendere tutto.

Il suo ingegno si muove, dunque, verso il desiderio di sbarazzarsi della tenuta offrendola al migliore acquirente e, in seguito ad un incontro di lavoro mancato, sceglie di restare per una settimana nella tenuta di famiglia. La permanenza nella tenuta cambierà le carte di una realtà a cui Max si era sempre sottratto.

Inizia così la sua permanenza in Provenza, dove l’alternanza di giorni e notti attraversata dalla lentezza della vita quotidiana presenta, agli occhi dei meno attenti, un’apparente monotonia stipulata tra il lavoro in vigna e la cura della tenuta. Questo tempo di vacanza nasconde però un nuovo inizio che permette a Max di respirare quei valori che lo zio, nelle estati di vacanza, aveva provato ad insegnargli.

Così, l’amore e la rinnovata capacità di dar voce ai piccoli piaceri della vita, cancellano l’uomo vecchio ridandogli una nuova identità, tanto da dire:

Vorrei passare tutta la vita con una dea irrazionale e sospettosa, con un assaggio di gelosia furibonda come contorno, e una bottiglia di vino che abbia il tuo sapore e un bicchiere che non sia mai vuoto…

Il cuore del film diretto da Ridley Scott e tratto dal romanzo omonimo di Peter Mayle, è certamente l’ambientazione provenzale, precisamente a Gordes e Bonnieux una regione del sud-est della Francia. Lì, le suggestive scene del vigneto vengono girate a Château La Canorgue nell’area di Luberon, sempre in Provenza, durante la vendemmia del 2005.

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