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Carta del Vino Responsabile e Premio Gavi La Buona Italia

Conosciamo il vino, lo degustiamo, ne riconosciamo dal colore la sua essenza fruttata e i suoi tempi di invecchiamento. Quello che non sempre sappiamo è che la sua esplicazione finale rappresenta il frutto di una grande realtà in movimento, energicamente impegnata affinché il prodotto ultimato sia piacevolmente accolto dagli amanti.

Secondo questi criteri, a Gavi tutta la filiera vitivinicola è stata spinta verso la promozione di un decalogo che induce la produzione di un vino responsabile. Qui, dove si è vista l’assegnazione dei premi La Buona Italia, il Consorzio di tutela del Gavi docg, ha lanciato l’iniziativa della Carta del Vino responsabile, firmata da un centinaio tra produttori, amministratori pubblici, comunicatori ed esperti della responsabilità sociale di impresa.

Il manifesto

Si tratta di un decalogo di 10 buone pratiche che vedono direttamente interessate tematiche quali:

  • Sposare i valori giusti
  • Tutelare la terra
  • Salvaguardare l’acqua
  • Contrastare i cambiamenti climatici
  • Impegnarsi per la Sostenibilità
  • Proteggere la biodiversità
  • Credere nelle persone
  • Risparmiare nelle risorse naturali
  • Promuovere la cultura e le arti
  • Creare benessere per il territorio

Roberto Ghio, neo presidente del Consorzio, ha spiegato quanto la responsabilità sociale nel mondo del vino sia l’elemento fondamentale su cui far leva in virtù di un futuro migliore. Dunque è evidente che una produzione sostenibile e di qualità debba essere strettamente correlata ad una giustizia sociale.

Tra i primi sottoscrittori della Carta del Vino responsabile, dirigenti dei consorzi per la tutela del Franciacorta, del Marchio Storico Lambruschi Modenesi, del Valpolicella, della Regione Piemonte, della Camera di Commercio di Milano, i produttori Marco Caprai e Michele Chiarlo.

La Buona Italia: il premio

Il tanto ambito “Premio Gavi la Buona Italia” è stato ottenuto da Arnaldo Caprai grazie all’attuazione del protocollo The New Green Revolution, che prevede la sostenibilità economica ed ambientale.

Colui che rappresenta il Sagrantino di Montefalco oltre i confini della nazione, pratica una realtà aziendale animata da criteri quali: risparmio energetico, monitoraggio delle emissioni, grazie alla coltivazione biodinamica e all’adozione del primo prototipo di macchina per i trattamenti in vigneto a recupero di prodotto per zone collinari, oltre al progetto 3K.0 per la tracciabilità degli operatori nella filiera vite e vino.

Al Consorzio per La Tutela del Franciacorta sono state affidate le due menzioni, quella relativa all’adesione ai progetti di sostenibilità SATA, I.T.A.CA. e quella che valorizza lo stimolo dato ai consorziati verso una direzione che predilige l’utilizzo di materiali ecocompatibili ed energie rinnovabili e l’ideazione di un regolamento per l’utilizzo sostenibile degli agro-farmaci a Castello Banfi.

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