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Storia del vino: dall’antichità alla medicina moderna

Il vino: bevanda alcolica molto apprezzata oggi, ma da cosa è nato tutto?

Pare che il vino sia nato per caso nell’Europa Medio-Orientale, da del succo di uva conservano in otri di pelle che all’improvviso cominciò a fermentare. Il vino era conosciuto dai Babilonesi e agli Egiziani, ma per parlare di vera e propria viticoltura occorre attendere fino all’epoca della civiltà greca, nella quale, il vino veniva consumato nei riti religiosi, durante le feste, o le vittorie e veniva addizionato da elementi aromatizzanti. I romani sviluppano altre tecniche di allevamento e raccolta delle uve e diffusero la coltivazione della vite in molti territori europei tra i quali la Francia, la Spagna e la Germania.

Alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente, furono i monaci benedettini ed i cistercensi a continuare a coltivare la vite ed a studiare i processi di vinificazione, nella ricerca di ottimizzare la produzione.

Durante il Rinascimento il consumo medio pro capite di vino era di 200 litri l’anno.

Nel 1600 vennero introdotte le prime bottiglie in vetro, la cui produzione venne perfezionata nel secolo successivo con la soffiatura a bocca; sempre nel XVII secolo furono gettate le basi per la produzione degli attuali spumanti ottenuti con la rifermentazione in bottiglia. Nel 1716 Cosimo III de’ Medici, con un decreto, ha delimitato le zone di produzione del Chianti, del Pomino e del Carmignano. Nella seconda metà dello stesso secolo nasceva il Marsala, vino liquoroso italiano.

Le fondamenta dell’enologia moderna sono state gettate da Louis Pasteur, nell’Ottocento, che studiò l’attività dei lieviti, cioè di cellule microscopiche che fanno fermentare lo zucchero in alcol etilico, anidride carbonica e molte altre sostanze.

Nel ‘900 con l’aumento dell’interesse verso il vino di qualità, sempre più disciplinato, identificato in Italia e all’estero da denominazioni, si è assistito ad un drastico calo nei consumi, passati da oltre 100 litri l’anno a 37,9 litri l’anno. Il consumo di vino è invece aumentato in quei paesi che solo con la globalizzazione hanno potuto apprezzarne sapore e tradizione, come gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, il Giappone, la Nuova Zelanda, l’Austria, il Canada e la Repubblica Sudafricana, alcuni di questi paesi diventando anche produttori sempre più fini.

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Anche la medicina ha rivalutato il vino scoprendo che il vino rosso, al contrario di tutte le altre bevande alcoliche, contiene elevate concentrazioni di polifenoli, che sono in grado di limitare l’ipercolesterolemia, le malattie cardiovascolari ed altre patologie molto diffuse. Il vino va consumato con grande moderazione, per evitare gli effetti benefici si trasformino in danni gravissimi.

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