Sono le bollicine a guidare le esportazioni di vino italiano nel mondo. lo spumante made in Italy, infatti, è irresistibile con il suo gusto unico, frizzante, memorabile.
Dagli Stati Uniti all’Australia si brinda con gli spumanti italiani
Dagli aperitivi alle occasioni speciali, nei flute del mondo si rincorrono bollicine tricolore. Il peso degli spumanti sul volume delle esportazioni nostrane, infatti, è cresciuto anche nell’ultimo anno. Diverse le destinazioni: dal mercato statunitense, un grande classico dell’export italiano, all’Australia, passando per la Gran Bretagna, il Giappone, la Russia, la Francia (che nonostante la rivalità con lo champagne si conferma amante anche delle nostre bollicine). Senza dimenticare Canada e Germania.
Spumanti made in Italy: ecco chi guida l’export
Il 2016 ha segnato un vero e proprio record per le esportazioni di vini italiani che nel 2016 ha toccato quota 5,6 miliardi di euro (+4,3 per cento sul 2015) e 20,6 milioni di ettolitri (+2,8 per cento sull’anno precedente). C’è da dire, però, che se non fosse stato per gli spumanti, secondo quanto rilevato dall’Osservatorio del Vino Italiano di Unione Italiana Vini, Istat e Ismea, il saldo italiano in fatto di export sarebbe stato negativo. In particolare, è il prosecco a guidare la filiera dei vini fuori dai confini nazionali. Il boom del consumo di questo prodotto, infatti, ha fatto sì che gli spumanti si trasformassero in una quota strutturale delle esportazioni made in Italy. Questa particolare rtipologia di vino, infatti, pesa in termini di valore ben 1,19 miliardi di euro (+21,4 per cento) e rappresenta anche una consistente fetta del volume totale (3,3 milioni di ettolitri, a +19,9 per cento).
Focus mercati
Ma chi sono i più grandi consumatori di spumanti italiani? Il primo Paese per volume di importazioni è il Regno Unito. Cosa cambierà con la Brexit? È forse presto per dirlo. Meglio soffermarsi sui dati relativi all’ultimo anno. Nel 2016, infatti, la Gran Bretagna, ha importato spumanti italiani per oltre 1 milione di ettolitri, con un incremento del 21,5 per cento sull’anno precedente, e per un valore di 365,8 milioni di euro, anche qui registrando una crescita del +33,1 per cento anno su anno. Secondi per volumi importati sono gli Stati Uniti. Su quali cifre viaggiano? Eccole: 635.361 ettolitri (+24 per cento rispetto all’anno precedente) e 254,8 milioni di euro (+30,8 per cento). sul terzo gradino del podio c’è un altro Paese europeo, la Germania. Ecco i dettagli: 244.063 ettolitri (+6,9 per cento) per 91,1 milioni di euro (+5,7 per cento). Tra i primi cinque importatori di spumante c’è anche la Svizzera che fa registrare una riduzione del 2,1 per cento in termini di volume 2,1 per cento (180.450 ettolitri) ma un incremento del valore pari al 3,5 per cento (54 milioni di euro). sorprendente e importante l’ingresso della Francia, quinta, che entra in top five con un +89,1 per cento in volume, a 201.785 ettolitri, e un +53,7 per cento in valore, a 39,3 milioni di euro. positivo l’andamento dell’export verso altri Paesi europei, come il Belgio, a 89.935 ettolitri (+8 per cento) per 33,9 milioni di euro (4,9 per cento), e la Svezia, a 78.993 ettolitri (+23,8 per cento), per 30,5 milioni di euro (+26,5 per cento). lieve calo, invece, da parte del Giappone in termini di valore (-1,9 per cento, a 29,1 milioni di euro) ma in crescita è il volume (+2,1 per cento, a 65.000 ettolitri).