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Siena, al via il matrimonio tra Brunello e Tartufo bianco

Dal 1 gennaio 2017 ci sarà la fusione ufficiale tra due Comuni della Provincia di Siena, Montalcino e San Giovanni d’Asso: lo ha decretato l’esito del referendum che ha avuto luogo alla metà di ottobre, che ha richiamato alle urne oltre la metà dei cittadini che, a stragrande maggioranza, hanno votato per il sì all’accorpamento. Una decisione che può avere effetti diretti anche in campo enogastronomico.

Unione a valenza gastronomica

I due piccoli Comuni del Senese, infatti, sono ai vertici nazionali e mondiali per la produzione di due vere e proprie eccellenze del nostro territorio: San Giovanni d’Asso è la patria del Tartufo bianco delle Crete (insieme a San Miniato), mentre invece è forse superfluo ricordare il Brunello di Montalcino, uno dei vini più pregiati e amati al mondo. Questo matrimonio, perciò, nasce già all’insegna del gusto, rafforzando un binomio che negli ultimi anni sta marciando ad alte velocità e facendo di Montalcino (che manterrà il proprio nome) un vero e proprio distretto dell’enogastronomia di lusso in Italia, un polo ricercato capace di soddisfare tutti i gusti.

Un matrimonio anche per il gusto

È da anni che i produttori locali si battono per sponsorizzare l’incontro, in genere ritenuto ardito, tra due gusti intensi e persistenti come quelli del vino rosso e del tartufo bianco: un contrasto solo apparente, secondo gli esperti senesi, che non a caso propongono assaggi e degustazioni mirate nel corso della quasi trentennale Mostra Mercato del Tartufo Bianco delle Crete senesi di San Giovanni d’Asso, come ad esempio l’abbinamento tra il Brunello realizzato nelle aziende vinicole di Montalcino e primi piatti a base di tartufo bianco. Una volta tanto, la burocrazia e la politica potrebbero dunque offrire un assist utile agli imprenditori, favorendo la promozione combinata di queste prelibatezze locali.

Regime di separazione dei beni

In realtà, le prime notizie che arrivano dai Comuni lasciano comunque trasparire un certo “campanilismo”: il Consorzio del Brunello, l’istituzione che tutela il pregiato vino e che vede figurare al suo interno cantine storiche come Val di Suga Angelini e San Felice, ha posto il veto a possibili allargamenti delle zone di produzione del vino, dichiarando che i confini resteranno quelli attuali senza nessuna modifica e che, anzi, per garantire la qualità serve anche a contenere il numero delle bottiglie e quindi mantenere congruo il prezzo del vino. Tuttavia, gli stessi rappresentanti del Brunello non mancano di sottolineare gli aspetti positivi della fusione, che può portare elementi interessanti con il connubio tra vino rosso e tartufo che potrebbe “portare più turismo sul territorio tra l’autunno e l’inverno, da sempre un periodo di bassa stagione nella zona”. Parere simile per gli affiliati all’Associazione Tartufai Senesi, che rimarcano che “insieme possiamo essere più forti e l’abbinamento con il Brunello può essere un fattore trainante per espandere il nostro mercato”.

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