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Sempre più italiani bevono vino bio: trend o nuova frontiera?

Che i prodotti bio stiano avendo una crescita in termini di appeal, domanda e produzione è un dato di fatto, nel settore agroalimentare e non solo.

Le vendite di vino biologico certificato nel 2018 registrano un +18% rispetto al precedente anno, facendo raggiungere quota 4,94 milioni di litri venduti nella grande distribuzione su tutto il territorio nazionale.

L’andamento positivo riguarda anche il segmento degli spumanti bio, che segnano una crescita del +12%, pari a 405.000 litri consumati in più rispetto al 2017.

Gli ettari totali coltivati in regime biologico e in corso di conversione sono pari a 105384: 70.791 certificati biologici e 34.593 in conversione (dati Sinab 2018).

Da un’analisi di Coldiretti sui dati di Federbio risulta che la superficie totale coltivata a biologico sia pari al 12% dell’intera superficie vitata italiana, con una produzione complessiva di 500 milioni di litri di vino annui. In base alle analisi le superfici coltivate a regime biologico sono raddoppiate negli ultimi cinque anni. Le regioni con maggiori colture certificate biologiche a vigneto sono la Sicilia, la Puglia e la Toscana, la cui superficie occupa quasi i due terzi del totale nazionale. 

Biologico o biodinamico? Le differenze bio

Sempre in crescita sono anche le aziende agricole con vigneti coltivati secondo le tecniche della biodinamica: quasi il 20% delle oltre 4.000 realtà italiane.

Se esiste una precisa certificazione univoca che un terreno acquisisce per poter dimostrare il proprio regime biologico, per il regime biodinamico la situazione è diversa.

Chi rilascia la certificazione di agricoltura biodinamica è infatti Demeter International, organismo privato senza scopo di lucro. Demeter nasce in Germania dall’associazione di una cooperativa di agricoltori rispondenti ai dettami antropofisici di Rudolf Steiner.

Di fatto la biodinamica non si basa solo sulla biologia e sull’ecologia ma tocca anche una sfera spirituale e filosofica nelle sue pratiche. Questa adesione perciò non è nè necessaria nè sufficiente per la certificazione biologica, si tratta di due differenti realtà con pratiche comuni. Capita infatti che i produttori scelgano di munirsi di una sola certificazione o di affiancarle, generalmente per il consumatore la comprensione è facilitata da loghetti presenti in etichetta.

Protocollo d’intesa tra Coldiretti e Federbio

I consumatori non nascondono la scelta di preferire il vino biologico, e 2 consumatori italiani su 3 hanno acquistato almeno 1 volta prodotti vinicoli biologici.

Per garantire la qualità di tutti prodotti biologici e assicurare la tutela contro le frodi è nato il protocollo d’intesa tra Coldiretti e Federbio che prevede iniziative comuni per una riforma efficace del sistema di certificazione di settore che garantisca la massima integrità e capacità di prevenzione delle frodi oltre che la massima trasparenza delle informazioni lungo tutta la filiera anche nel caso di prodotti importati.

Il Presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, ha affermato:

L’aumento costante in doppia cifra dei consumi che prosegue ormai da un decennio e il fatto che sempre più aziende vitivinicole si rivolgano al metodo di produzione biologico impongono di tenere alta l’attenzione perché la qualità di quanto si versa nel bicchiere sia all’altezza delle aspettative dei consumatori”.

Il tasso di crescita in valore delle vendite per il vino biologico nel 2018 è stato superiore di 6 volte quello della media del settore a dimostrazione che la ricerca della naturalità – sottolinea la Coldiretti – è la nuova tendenza in espansione sul mercato del vino in Italia e all’estero”.

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