La Toscana è una delle principali regini italiane produttrici di vino. Ad affiancare i prodotti caratterizzati dai marchi Doc, Docg, Igp ci sono i Supertuscan. Tra questi, uno dei più apprezzati, è l’Ornellaia.
Supertuscan, ecco di cosa parliamo
Vengono classificati come Supertuscan tutti quei vini che vengono prodotti in Toscana ma che non rispettano, in maniera volontaria, le regole regionali per la preparazione del vino. Si tratta esclusivamente di vini rossi. Vengono utilizzati in questo caso, uve diverse in sostituzione totale o parziale del Sangiovese. Il più delle volte si fa ricorso al Cabernet Sauvignon e il vino viene lasciato affinare in botti di rovere fino a 14 mesi.
Tutto iniziò con il Chianti
Il primo Supertuscan nasce negli anni Settanta e ha per protagonista il Chianti. Per la prima volta, infatti, questo vino viene prodotto utilizzando uve di varietà bordeaux al posto delle tradizionali uve bianche. Il nuovo vino è noto come Tignanello, seguito dalla nascita del Solaia, dal Sepi e proprio dall’Ornellaia.
Ornellaia, trenta anni di storia
L’Ornellaia è un vino giovane, nato nel 1981 da un’idea del marchese Lodovico Antinori, fondatore della Tenuta dell’Ornellaia. In realtà è con la vendemmia del 1985, la prima, che prende vita uno dei principali Supertuscan, in commercio dal 1988. Dal 200 la tenuta è stata acquistata dal produttore statunitense Robert Mondavi, che ne ha poi ceduto prima il 50 per cento e poi il 100 per cento Marchesi de’ Frescobaldi.
Le migliori annate di questo Supertuscan
L’annata del 1985, la prima, è tra le migliori per questo vino che in un solo anno riesce a imporsi all’attenzione internazionale. Nel 1986, infatti, l’illustre Wine Spectator premia questo vin con 92 punti del suo personale rating, punto di riferimento per tutti gli amanti del vino. L’annata del 1988 fa ancora meglio e viene premiata con 93 punti della prestigiosa rivista e dallo stesso identico punteggio (su una scala di 100) da Wine Advocate.
Gli anni Novanta
Gli anni Novanta non potrebbero iniziare meglio: i punti per l’annata del nuovo decennio sono 96 e il vino inizia a imporsi all’attenzione di altre guide. Nel 1993, ad esempio, arriva il primo riconoscimento italiano, con i 3 Bicchieri del Gambero Rosso. Un anno dopo il giudizio della Guida Veronelli è 94 su 100, punteggio confermato solo due anni dopo. Nel 1996, inoltre, anche per Wine Spectator il punteggio da assegnare all’Ornellaia è 94. Di poco più basso il voto di Wine Advocate: 92 punti. Un anno dopo il Gambero Rosso premia il vino con 3 Bicchieri.
Novantotto e Novantanove
Gli anni Novanta si chiudono in bellezza. Il 1998 vede l’Ornellaia guadagnare 96 punti sia secondo Veronelli sia secondo Wine Spectator che lo mette anche (qualche anno più tardi) in testa alla sua top 100. Ai 3 Bicchieri del Gambero Rosso si affiancano, per la prima volta, i 5 grappoli della Guida Duemilavini AIS. Solo un anno dopo in Italia si riconferma il giudizio di Gambero Rosso, Ais e Veronelli, mentre negli Usa Wine Spectator valuta il vino 95 su 100 e Wine Advocate 94 su 100.
Duemila
Gli anni Duemila confermano una tendenza in corso: l’Ornellaia piace al mercato e alla critica. Le annate sono davvero stupefacenti. Il 2000 si apre con i 5 Grappoli AIS e la riconferma, negli Usa, di giudizi che superano quota 90. Tre Bicchieri e 5 Grappoli diventano una consuetudine, tanto che nel 2003 si festaggia il sesto anno consecutivo del riconoscimento Ais. Il 2004 è l’anno della consacrazione: 95/100 Wine Advocate e 97/100 Wine Spectator. Arriva, per la prima volta, anche il giudizio del prestigioso giornale britannico Decanter: 5 le stelle per l’Ornellaia 2004, il massimo. Ottima anche l’annata 2006. Nel 2007 la sorpresa è targata Asi che assegna solo 4 grappoli al vino, per tornare a 5 un anno dopo. Nel 2008, inoltre, il critico americano James Suckling conferisce il punteggio record di 98/100 al vino e i giornale tedesco Falstaff valuta l’annata con un 96/100.