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Operazione “Malavigna” arrestato il re del vino

E’ accaduto qualche giorno fa, sette persone arrestate e un maxi sequestro da 20 milioni di euro. E’ così che l’operazione Malavigna si e’ conclusa guidata dalla direzione Investigativa Antimafia di Bologna, Alessandro Mancini e dal sostituto Lucrezia Ciriello. 

In pratica e’ stato individuato un piccolo gruppo criminale ritenuto specializzato nel riciclaggio di ingenti capitali di provenienza illecita e non solo, ma da quanto e’ stato appreso pare che abbiano frodato lo Stato emettendo delle fatture per operazioni del tutto inesistenti.

Ed e’ così che il re del settore vitivinicolo, Vincenzo Secondo Melandri, e’ stato arrestato insieme alla sua compagna 53 enne Roberta Bassi, Gerardo Terlizzi di 56 anni, fratello del più noto Giuseppe, reggente dell’ex-clan Piarrulli-Ferraro, e i fratelli Pietro e Giuseppe Errico. Posti ai domiciliari Rosa D’Apolito, 56enne di Monte Sant’Angelo e Ruggiero Dipalo, 50enne di Cerignola.

Il 48 enne re del vino era stato tratto in arrestato già nel 2012 insieme ad altri individui legati alla criminalità organizzata foggiana, e soltanto nel 2016 fu condannato dalla Corte d’Appello di Bari a 4 anni di reclusione per reati finalizzati alla truffa ai danni dello Stato . Infatti attraverso alcune indagini, era stato accertato che Melandri era riuscito ad accumulare ben 23 milioni di euro e suddivisi in vari Istituti bancari per non dare all’occhio, grazie a delle operazioni illecite.

Secondo la Squadra Antimafia di Bologna, l‘imprenditore vitivinicolo dopo aver passato 4 anni di reclusione, ha ripreso nuovamente i contatti con la criminalità organizzata.

Per quanto invece riguarda l’emissione delle fatture, il ruolo che i soggetti coinvolti avevano in questa operazione, era quello di ripulire il denaro sporco preveniente da usura e frodi fiscali. In pratica alla società Melandri arrivava soltanto denaro contante con corrieri che partivano direttamente da Cerignola in auto. Naturalmente le fatture erano senza Iva, poi l’imprenditore procedeva a pagare con bonifico le fatture maggiorate dell’IVA.

Altri reati per Melandri

Ma non solo questo, all’imprenditore e’ stato contestato altresì il reato di usura, in pratica da quanto si apprende, pare che avesse prestato del denaro ad un imprenditore che si trovava in difficoltà con tassi di interesse non legali.

Con l’ordinanza che e’ stata emessa venerdì scorso, ad opera del Gip Rossella Materia, oltre alle misure cautelari e’ stata disposta un’ altra ordinanza con il sequestro di un ingente patrimonio stimato ben 20 milioni di euro.

Presso l’abitazione di Melandri, le forze dell’Ordine hanno trovato altresì fondi per 100 mila euro e una macchinetta conta soldi. Secondo gli investigatori, quest’ultimo oggetto serviva per contare il denaro che gli portavano i cerignolani.

 

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