Se vi parlo della Sicilia che cosa vi viene in mente? Forse spiagge bellissime, l’Etna, gli arancini, la cassata siciliana e … il Marsala.
Il Marsala è un vino liquoroso ed è così noto sia nel nostro Paese che all’estero può competere con i migliori Sherry e Porto.
Il Marsala ha ottenuto la DOC nel 1969 ed il suo disciplinare è stato rivisto negli anni ’80.
Dove si trova?
La sua produzione è situata nella punta occidentale della Sicilia, dove i terreni sono assolati e temperati dalle dolci brezze marine che spirano sopra i vigneti di grillo, catarratto, inzolia e damaschino impiegati nella produzione dei Marsala Oro e Ambra, mentre da nero d’Avola, nerello mascalese e perricone vengono impiegati per la produzione del Marsala Rubino.
Il Marsala viene prodotto anche nei terreni vulcanici di Pantelleria ospitano il moscato d’Alessandria o Zibibbo (dall’arabo zabib che significa frutta appassita al sole) coltivato ad alberello. I vigneti sono impiantati a ceppo singolo tenuto basso e protetto in conche scavate nel terreno per riparare le piante dallo scirocco e raccogliere l’umidità della notte e la scarsa piovosità, convogliandole verso le radici.
Classificazione in base al grado zuccherino
Il Marsala, oltre che al colore, può essere classificato in base ai diversi residui zuccherini: il Marsala Secco (residuo zuccherino >40 g/l), viene servito fresco può essere bevuto come aperitivo oppure può accompagnare i rotoloni di storione ai capperi; il Marsala Semisecco (residui zuccherini 40-100 g/l), viene servito fresco, è dotato di una dolcezza percettibile e può essere abbinato a pasticcini di frutta secca. Il Marsala Dolce (residuo zuccherino >100 g/l) viene abbinato a praline di cioccolato.
Classificazione in base all’invecchiamento
In base all’invecchiamento il Marsala può essere Fine, Superiore e Superiore Riserva: il vino subisce un’evoluzione minima rispettivamente di 1, 2 e 4 anni, liberando sentori di albicocche e pesche sciroppate, burro di cacao e spezie, con un assaggio ricco di calore e morbidezza, rinfrescato da una piacevole acidità.
Classificazione in base alla denominazione
La denominazione del Marsala comprende il Moscato ed il Passito di Pantelleria. Il Moscato di Pantelleria si ottiene dagli acini freschi, torchiati subito dopo la raccolta a mano, mentre il Passito di Pantelleria deriva dall’uva appassita al sole (i grappoli sono più ricchi di zucchero, vengono raccolti nel mese di agosto, distesi su stuoie a volte coperte con il nylon per proteggerli dall’umidità notturna e rendere ancora più intensi i raggi del sole, e sono lasciati appassire naturalmente al sole). In settembre si raccolgono le uve meno precoci, si lavorano quando sono ancora fresche e al mosto in fermentazione si aggiunge, l’uva passa deraspata a mano; durante la macerazione in acciaio o in legno degli acini rilasciano il loro patrimonio di suadente dolcezza, freschezza ed aromaticità.
Il Moscato è più fresco rispetto al Passito con i suoi tipici sentori varietali, mentre il Passito è più intenso e sfumato in splendide tonalità ambrate, inebrianti sentori di albicocche secche, fiori di zagara e miele, che è ideale con una freschissima cassata siciliana.
Amo la buona cucina e le tradizioni enogastronomiche italiane, per me vino e dessert non sono solo un contorno ma la parte più interessante del buon vivere.