fbpx

Il bianco toscano: la Vernaccia di San Gimignano

Vino antico e letterario. Orgoglio di un territorio con una storia vitivinicola che ha origine al tempo degli etruschi. Bianco con una carriera da “primatista”. Il vino protagonista di questo articolo è la Vernaccia di San Gimignano.

Siamo in Toscana, nel cuore della regione, e sulle morbide linee disegnate dai profili delle colline senesi svettano 14 torri medievali: sono le torri del borgo di San Gimignano. È proprio qui, all’interno di questo comune e non oltre i suoi confini, che si coltiva un vitigno a bacca bianca che, pur rappresentando poco più dell’1% del vigneto toscano, è in grado di fornire un vino che ormai è l’impronta del territorio di cui porta il nome.

La Vernaccia di San Gimignano ha una storia antica, le attestazioni della sua presenza in Toscana risalgono alla seconda metà del ‘200: è un documento ufficiale, presente negli Ordinamenti della Gabella, ad attestare che questo vino non solo si produceva, ma veniva anche esportato fuori dal comune dietro il pagamento di una tassa di tre soldi.

La sua fama è talmente diffusa che Dante nel XXIV canto del Purgatorio ricorda come il Papa Martino IV sia finito nel girone dei golosi proprio a causa dell’abuso di Vernaccia: “Questi, e mostrò col dito, è Bonagiunta. Bonagiunta da Lucca: e quella faccia di là da lui più che l’altra trapunta ebbe la Santa Chiesa in le sue braccia: dal Torso fu, e purga per digiuno l’anguille di Bolsena e la Vernaccia”.

Qualche secolo dopo è Michelangelo Buonarroti a ricordare la Vernaccia ne L’Aione e a farne una sorta di primitiva, giocosa, ma incredibilmente efficace “analisi gusto-olfattiva”: “Ma i terrazzani altrui sempre fan guerra con una traditora lor vernaccia che danno a bere a chiunque vi giugne, che bacia, lecca, morde e picca e pugne”.

Dibattuta e incerta è l’origine del nome di questo vitigno: alcuni sostengono che venga dal latino vernaculum con cui si era soliti indicare i vini autoctoni di un certo luogo (questo forse spiegherebbe il perché di tante “vernacce” in Italia); altri suppongono che derivi da Vernazza, una delle Cinque Terre (e in effetti un autore del ‘300, Franco Sacchetti, viene ricordato ne “La storia della terra di San Gimignano” di Don Luigi Pecori, in quanto sosteneva che la vernaccia fosse arrivata a San Gimignano da Portovenere).

Qualunque sia l’origine del nome, la Vernaccia è un vino che ha fatto storia, non solo nei testi letterari o nei dipinti del ‘600, ma anche nelle eccellenze ufficiali in campo vitivinicolo.

La Vernaccia di San Gimignano, infatti, è il primo vino bianco a fregiarsi della DOC nel 1966 e sempre il primo fra i bianchi a ottenere le DOCG nel 1993. Un vino tutelato, protetto da un disciplinare che consente l’uvaggio con un massimo del 15% di altri vitigni a bacca bianca “idonei alla coltivazione in Toscana” che però non siano aromatici; inoltre sauvignon e riesling possono essere usati insieme o separatamente per un massimo del 10%.

Solo le vigne del comune di San Gimignano possono produrre la vernaccia omonima, e tra i 170 produttori totali ce ne sono 70 che imbottigliano e hanno un loro marchio. Tra questi Teruzzi & Puthod.

Una vigna di 60 ettari dedicata interamente alla coltivazione del vitigno Vernaccia di San Gimignano, una produzione di oltre un milione di bottiglie che vengono esportate in tutto il mondo diffondendo il valore e la qualità del prodotto italiano.

Teruzzi & Puthod Vernaccia

La Vernaccia di San Gimignano 2014 di Teruzzi & Puthod è un vino fresco e giovane, che ha le giuste qualità per raggiungere l’eccellenza anche con qualche mese ulteriore di affinamento in bottiglia nelle vostre cantine.

Alla vista il vino si presenta con il tipico colore giallo paglierino che nei tenui riflessi verdolini manifesta la sua giovinezza, un naso intenso, fine e fruttato con sentori di frutta fresca e un sapore deciso ma equilibrato, persistente e molto gradevole, tanto da richiamare un sorso con l’altro.

Un vino ottimo per l’ora dell’aperitivo e per accompagnare antipasti e risotti di mare. E perché no, anche in abbinamento a un piatto tanto di moda come il sushi.

X

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi