Vini tradizionali prodotti con metodi moderni.
È questa la filosofia di Villa Poggio Salvi. Perché il vino si fa in vigna, ma nella cantina bisogna saperlo accompagnare con sapienza, rispettando le caratteristiche che ogni annata regala. Villa Poggio Salvi, per struttura e modernità, è un’azienda che guarda al futuro rispettando il passato, basandosi sulla semplice eleganza del Sangiovese Grosso affinato in botti di rovere di grande capacità come da storica tradizione.
Villa Poggio Salvi deve il suo nome alla felice posizione sul versante Sud di Montalcino, affacciato sul mare Tirreno. L’aria pulita, i profumi che arrivano dai fitti boschi di lecci che circondano l’Azienda e la macchia mediterranea, hanno attirato qui, fin dall’antichità le genti che provenivano dalla Maremma. Poggio Salvi, appunto, il “Poggio della Salute” in quanto considerato da sempre zona salubre e pura, dove già nei secoli scorsi la gente trovava rifugio per allontanarsi dalle zone più insalubri infestate da malattie. Negli Archivi Storici del Comune di Montalcino questo luogo era noto già nel 1500 per vini che andavano ad arricchire le mense dei personaggi più prestigiosi.
La famiglia dentro l’azienda
Conquistato dalla bellezza del paesaggio, nel 1979 l’Ing. Pierluigi Tagliabue decide l’acquisto dell’azienda e di dare inizio alla ristrutturazione della tenuta.
Oggi Villa Poggio Salvi conta 21 ettari di vigneti a Montalcino, tutti piantati con cloni di Sangiovese Grosso. L’altitudine ottimale contenuta tra i 300 e i 500 metri, il terreno ricco di galestro e la brezza proveniente dal Tirreno, mantengono il terreno ideale e il microclima perfetto per le vigne. Nel 1998 l’azienda si è arricchita di una nuova tenuta nella terra del
Chianti, “Casavecchia”, dove vengono prodotti il Chianti Colli Senesi, il Tosco ed il Lavischio, i nostri IGT a base Sangiovese e Merlot.
Villa Poggio Salvi per struttura e modernità è un’azienda che guarda al futuro in un clima familiare, da Pierluigi Tagliabue alla guida con passione dal nipote Enologo Luca Belingardi.
Intervista all’enologo Luca Belingardi
Quale messaggio vuoi dare con il tuo vino?
Un messaggio semplice, da padre in figlio, il mio Brunello deve avere una propria identità la stessa che un giorno se vorrà mio figlio Filippo darà al suo Brunello. L’eleganza è per sempre e la sapienza di saperla riconoscere non è da tutti…… La nostra idea è il Brunello per tutti, ma nella sua tradizione.
Da quanto tempo tempo vivi a Montalcino?
Dal 2008, in 11 anni ho visto l’evoluzione che c’è stata. Negli ultimi anni infatti molte Aziende sono passate nelle mani di grossi gruppi di diverse nazionalità che hanno investito in modo importante a Montalcino. Una delle forze del territorio credo sia proprio il mix tra produttori di famiglia montalcinese, di famiglia ma non di Montalcino ed i grossi gruppi. Questo mix sviluppato sulla base del territorio e del Sangiovese ha una grande forza.
Come mai nel 1979 tuo nonno Pierluigi Tagliabue ha comprato Villa Poggio Salvi a Montalcino?
Mio nonno voleva una casa in Toscana, aveva anche un forte interesse per il Chianti, ma una volta arrivato a Villa Poggio Salvi si innamorò dei suoi terreni e della sua vista. Montalcino a quei tempi era considerata zona disagiata, molte proprietà erano in vendita a prezzi abbordabili… e quindi nacque l’amore… inizialmente avevamo solo un paio di ettari di vigna…. L’ampliamento aziendale è stato costante e graduale…
Qual è il Vino di Punta di Villa Poggio Salvi?
Il Brunello di Montalcino “Cru” Pomona, un Brunello che deriva dalla nostra miglior particella che viene vendemmiata, fermentata ed affinata separatamente.
Quando nasce l idea del “Cru” Pomona?
Nel 2010, ero in azienda da qualche anno e mi ero innamorato della qualità di questa specifica vigna… da allora abbiamo iniziato a gestirla separatamente fino alla bottiglia. Il nome Pomona è dedicato a colei che da sempre rappresenta le nostre etichette…. Una dea romana dell’ abbondanza dei frutti e del buon raccolto…
Da dove nasce l idea di cambiare colore della capsula ogni anno?
Da un’idea di mia moglie Barbara… siamo partiti col rosso,poi blu, giallo e arancione… prima i colori primari e adesso i colori secondari…. In modo di arrivare ad avere una verticale di annate e di colori….
Quali sono i mercati più importanti per Villa Poggio Salvi?
Il Brunello di Montalcino statisticamente viene esportato per il 75% (della sua produzione totale) ed anche Villa Poggio Salvi è in questa media. Il Nord America con USA e Canada sono molto molto importanti. Qualcosa in Centro America e Brasile. L’Europa soprattutto nella zona centrale con Svizzera, Germania, Belgio e Danimarca. E poi Asia con mercati più maturi come Giappone e Corea del Sud e con la Cina che al momento per noi non è ancora così forte ma dalle indubbie potenzialità. Lo scorso anno in totale abbiamo esportato in 22 Paesi.
Il vino: passione solitaria o condivisa?
Assolutamente condivisa, sia dal punto di vista tecnico-produttivo, dove è molto importante confrontarsi anche con altre persone che lavorano in zone vitivinicole diverse dalla propria, ed ancor di più quando si stappa una bella bottiglia con la propria dolce metà o con i propri amici.
Perché il Brunello deve essere un vino da stappare?
Il Brunello di Montalcino è un vino importante, questo è fuori discussione; ma troppo volte il consumatore finale ha quasi una sorta di timore reverenziale verso il Brunello di Montalcino.
A mio avviso invece dobbiamo far capire che pur essendo un vino importante è un vino da stappare,da bere… perché quando un vino è buono, è buono!
Questo lo dico non solo da un punto di vista di percezione del brand Brunello ma proprio anche da un punto di vista tecnico… il Sangiovese è un vitigno che ha nell’eleganza la sua maggiore caratteristica. L’eleganza è sempre supportata da freschezza, mineralità, uso bilanciato del legno, facendo sì che nel bicchiere si trovino vini molto importanti ma bevibili, non stucchevoli o pesanti… e questo concetto a mio avviso deve essere sottolineato maggiormente da noi produttori di Montalcino.
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