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Alcuni esempi di uve a bacca nera più diffuse in Italia e nel mondo

Spesso leggiamo o sentiamo parlare di questo o quel vitigno, di una precisa zona di produzione, di una tipologia di vino particolarmente nota e così via. D’altra parte può essere stimolante l’ avere una visione d’insieme del panorama ampelografico, non solo per arricchire il proprio bagaglio di conoscenza teorica del mondo vitivinicolo, ma soprattutto per essere incuriositi dalla possibilità, per esempio, di un “assaggio comparato”, tra uno shiraz australiano, un syrah siciliano e uno toscano.

In questo articolo proponiamo un breve excursus tra i vitigni più noti o più diffusi sia in Italia che nel resto del mondo, senza pretesa di esaustività, ma con l’intento di suscitare la curiosità del lettore e la voglia di provare e di conoscere ciò che magari fino ad ora non aveva ancora considerato.

Partiamo dall’Italia e inauguriamo questa carrellata enologica con quel vitigno che più di ogni altro, se non altro per una questione di diffusione, può ragionevolmente rappresentare il simbolo della viticoltura italiana: il sangiovese.

Sangiovese

Sangiovese1Indubbiamente il vitigno più diffuso in Italia, il sangiovese rientra in un numero altissimo di IGT, DOC e DOCG da Nord a Sud, tra le denominazioni ad origine controllata e garantita più note ricordiamo il Chianti Classico, il Brunello di Montalcino e il Vino Nobile di Montepulciano. In realtà più che di un unico sangiovese sarebbe più corretto parlare dei diversi cloni che popolano il panorama ampelografico e che cambiano le loro caratteristiche in base al clima, alla zona, all’altitudine e così via.

Barbera

Anche questo vitigno conosce un’ampia diffusione e non sono in Italia. Coltivato soprattutto in Piemonte dove occupa il 30% del territorio vitato, l’uva barbera si caratterizza per la sua versatilità e per un’ottima capacità di prestarsi all’evoluzione. In gioventù è il vino è caratterizzato da un’acidità pronunciata e un gradevolissimo profumo di mirtillo, mora e sottobosco. Due le DOCG di indubbia fama: Barbera d’Asti e Barbera del Monferrato.

Aglianico

Il mese scorso abbiamo parlato di due espressioni dell’Aglianico, che si configura come il vitigno a bacca nera più diffuso nel sud Italia (Campania, Basilicata, Puglia), capace di dar vita a vini robusti, potenti, capaci di sostenere anche lunghi affinamenti. Un vitigno a maturazione tardiva che dà vini di un rosso rubino intenso che vira sul granato se affinato. Lo troviamo come protagonista indiscusso in 3 DOCG: Aglianico del Taburno, Taurasi e Aglianico del Vulture.

Cabernet Sauvignon

CabernetSauvignon1Il vitigno internazionale per eccellenza, coltivato in Australia, Sud Africa, USA, Cile e in Italia soprattutto nelle regioni nordorientali, quest’anno ha conquistato il primo posto della classifica del miglior vino dell’anno secondo Wine Spectator (Cabernet Sauvignon Oakville Au Paradis 2012 di Peter Michael Winery). L’origine del vitigno è piuttosto incerta, ma senza dubbio la sua zona d’elezione è quella bordolese. Nasce dall’incrocio tra il Cabernet Franc e il Sauvignon Blanc da cui prende le caratteristiche fragranze erbacee.

 

Syrah o Shiraz

Anche per questo grandissimo vitigno internazionale l’origine non è certa, ma la sua fama e la sua diffusione nel resto del mondo partono senza dubbio dalla Côtes du Rhône. Un rosso inchiostro impenetrabile caratterizza il colore del syrah e al naso dominano le note speziate di pepe e cioccolato. In Italia è coltivato in Toscana, Lazio, Puglia e Sicilia in purezza o in uvaggio, mentre è coltivato nel resto del mondo soprattutto in Australia e Sud Africa dove è noto come shiraz.

A questi se ne potrebbero aggiungere certo degli altri, ma per il momento vi invitiamo a provare, se ancora non lo avete fatto, i vitigni proposti in questo piccolo excursus e magari a scriverci un commento sulle vostre impressioni.

 

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