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Storia di un’Abbazia: Novacella

L’Abbazia dei Canonici agostiniani di Novacella si trova vicino a Bressanone, in provincia di Bolzano e produce alcuni tra i migliori vini italiani ed europei, conservando e sviluppando ai massimi livelli una tradizione enologica che affonda le sue radici nel passato.

I Vini dell’Abbazia di Novacella “Alto Adige Sylvaner 2015” e “Gewurztraminer 2015” saranno in degustazione al termine della Conferenza di presentazione dell’Opera “Vangelo”, che si terrà martedì 23 febbraio prossimo, presso il Foyer Respighi del Teatro Comunale di Bologna e disponibili tutte le sere dell’Opera, presso il Bar I Due Leoni del Teatro.

Ma l’Abbazia è molto di più: è una delle più prestigiose Abbazie del Nord Italia e un grandioso complesso di edifici religiosi e civili, fatto di un insieme di stili architettonici, dal romanico al tardo barocco, che si sono susseguiti nei secoli a causa delle vicende storiche dell’Abbazia stessa.

Per questo motivo, un viaggio nel mondo del vino e presso le cantine dell’Abbazia può diventare l’occasione per un viaggio nel mondo dell’arte, regalando emozioni che consentono di immergersi nella storia, in una ideale comunione con le numerose generazioni di religiosi che hanno vissuto qui.

L'interno in stile barocco della Basilica di Santa Maria Assunta dell'Abbazia

L’interno in stile barocco della Basilica di Santa Maria Assunta dell’Abbazia

Nelle quiete secolare delle sue mura, l’Abbazia consente, a chi si reca in visita, di ritrovare la pace e la serenità dello spirito: è questo forse il messaggio che ritroviamo anche in “Vangelo”, l’Opera che andrà in scena al Teatro Comunale di Bologna, ovvero la ricerca del significato della religione e dell’uomo oggi.

L’Abbazia è innanzi tutto un convento attivo, dedicato alla Gloria di Dio e al servizio degli uomini, che segue la Regola di Sant’Agostino:

“Vivete insieme in armonia tra di voi, come un’anima sola e un cuore solo camminando verso Dio. Andate nel mondo, raccoglietevi in Dio.”

La regola di Sant’Agostino è la più antica regola monastica tramandata in Occidente, scritta da Agostino attorno l’anno 397, nella quale il Santo intende trasmettere i principi fondamentali della vita religiosa, basati sui valori dell’amore e della comunione.

Ciò che caratterizza la Regola dell’Ordine è la comunione di sacerdoti in una comunità di tipo monastico. Inizialmente la vita comune dei sacerdoti era frequente presso le cattedrali, dove vivevano numerosi sacerdoti, con funzione di supporto ai vescovi. Questi chierici dovevano essere iscritti in una lista (canone) e per questo vennero chiamati Canonici. Più tardi iniziarono ad essere fondate anche abbazie di Canonici indipendenti dalle cattedrali, nelle quali i Canonici, seguendo la regola di Sant’Agostino, praticavano la vita comunitaria e la povertà personale.

L’Abbazia di Novacella fu fondata dal Vescovo di Bressanone Hartmann nel 1140, sostenuto a livello finanziario dai signori del vicino castello di Sabiona; dato che era appunto un nuovo nucleo per l’Ordine, prese il nome di “nova cella” ovvero Novacella.

Già dopo soli quaranta anni dalla sua nascita, l’Abbazia costituiva un importante centro culturale e, fin dalla sua fondazione, diede ospitalità ai pellegrini che provenivano dal Nord Europa ed erano diretti verso Roma e la Terrasanta. Novacella è situata infatti in una posizione strategica, all’incrocio di due importanti vie di collegamento, molto frequentate in epoca medievale dai pellegrini. La direzione occidentale conduce al Passo del Brennero mentre a nord, la Val Pusteria si immette nella Valle dell’Isarco.

Veduta dell'Abbazia con il Giardino

Veduta dell’Abbazia con il Giardino

Ma fu tra il XV e l’inizio del XVI secolo che l’Abbazia raggiunse la sua massima fioritura culturale e spirituale e si arricchì anche di opere artistiche di grande valore, tra cui, nella chiesa principale, un sontuoso altare con un imponente coro tardo gotico a più navate.

Nel corso del 1500 l’Abbazia visse un periodo di profonda crisi, a seguito di trasformazioni sociali e religiose: nel 1525, avvenne la rivolta dei contadini tirolesi durante la quale l’Abbazia subì un saccheggio durato tre giorni, con successiva occupazione. La comunità religiosa cercò di riprendersi, ma il numero di sacerdoti che vivevano nell’Abbazia, da trenta nel 1500, scese a sei attorno al 1560.

Nel corso del 1600 iniziò, a seguito di un nuovo periodo di fioritura, la trasformazione barocca dell’Abbazia, con l’ampliamento del chiostro e dei giardini e la trasformazione della Chiesa abbaziale in stile tardo barocco.

La Biblioteca

La Biblioteca

Sul finire del 1700 venne realizzato l’ampliamento della biblioteca, con la costruzione di una grande sala rococò; anche il numero di canonici era nuovamente aumentato, arrivando a cinquantatré nel 1780.

All’inizio del 1800 la contea del Tirolo passò alla Baviera e il governo bavarese nel 1807 emanò un decreto di soppressione di tutte le sei abbazie esistenti sul suo territorio: la fine dell’Abbazia sembrava vicina. I commissari governativi incominciarono a vendere all’asta i beni più preziosi e i mobili del convento e i canonici vennero assegnati alle parrocchie.

Dopo la riunificazione del Tirolo all’Austria, con un editto, l’imperatore Francesco I ripristinò le Abbazie, con i propri diritti e beni. La situazione dell’Abbazia era molto difficile: gran parte dei beni immobili era perduta, il complesso abbaziale era in condizioni disastrose, la chiesa e il convento erano senza mobilio, il numero dei canonici diminuito: per recuperare la situazione, la comunità religiosa dovette impegnarsi a riprendere la cura delle parrocchie del territorio e a fornire gli insegnanti per il Ginnasio di Bressanone, che venne poi interamente gestito dai canonici e acquisì nel corso del 1800 un’ottima fama.

Durante la prima guerra mondiale, l’Abbazia venne più volte occupata dai soldati, ma fu nel corso della seconda guerra mondiale che subì i danni più ingenti: dato che i suoi edifici erano diventati sede di un magazzino e di una tipografia dei Tedeschi, l’Abbazia venne bombardata dagli Alleati, subendo pesanti danneggiamenti alla chiesa abbaziale e alla sagrestia.

Per riparare questi danni, i lavori di restauro sono completamente terminati solo nel 1982.

Oggi la comunità dei Canonici dell’Abbazia di Novacella svolge vari compiti, che riguardano la cura pastorale: segue venti parrocchie del territorio e dagli anni ’70 ha aperto un Convitto per quasi cento bambini; inoltre ha dato vita al Centro Convegni Abbazia di Novacella, percependo l’importanza del turismo per l’Abbazia e per la regione: ogni anno circa 60.000 persone si recano in visita qui.

E’ per questa ricchezza di storia che una visita a Novacella può riservare molte sorprese ed emozioni.

Il complesso fortificato, al quale si accede tramite un piccolo ponte coperto, mostra ancora l’impianto originario del XII secolo ed è costituito da edifici che risalgono ad epoche diverse e stili differenti, affiorando dalle vicende del passato descritte: il campanile è in stile romanico, il coro, il presbiterio della chiesa e il chiostro sono in stile gotico, la chiesa è in stile barocco (è un tipico esempio del barocco alpino e bavarese) e la biblioteca, con la sua sala principale costituisce un capolavoro  in stile rococò altoatesino.

Il Pozzo delle Meraviglie

Il Pozzo delle Meraviglie

Al centro del cortile principale dell’Abbazia si trova il pozzo rinascimentale, detto “pozzo delle meraviglie” perché è sovrastato da un’edicola ottagonale sui cui lati sono raffigurate le sette meraviglie dell’Antichità: il Faro di Alessandria, il Tempio di Artemide ad Efeso, la Torre di Babele e i Giardini Pensili di Babilonia, le Piramidi d’Egitto, il Colosso di Rodi, il Tempio di Giove Olimpo, il Mausoleo di Alicarnasso… e sull’ottavo lato l’Abbazia stessa!

La biblioteca occupa due piani del monastero e in essa sono conservati manoscritti, codici miniati e circa 65.000 volumi a stampa; inoltre, una curiosità: qui si trova il più piccolo manoscritto del mondo.

Da ricordare è la cappella di San Michele, detta “Castello dell’Angelo“, un edificio a pianta circolare di epoca romanica, che secondo molti fu costruito dai Cavalieri Templari.

Il Castello dell'Angelo

Il Castello dell’Angelo

Queste costruzioni erano frequenti sulle rotte dei pellegrinaggi, e si richiamavano al complesso del Santo Sepolcro di Gerusalemme o ai grandi edifici romani. In questo caso è probabile un richiamo al celebre e quasi omonimo monumento romano di Castel Sant’Angelo.

Infine, il Giardino storico si trova all’entrata del complesso dell’Abbazia ed è stato riaperto al pubblico dal 2004.

La parte barocca del Giardino è costituita da aiuole dalle diverse fioriture e fontane ed è inserita tra un’imponente sequoia e due alberi secolari di ginkgo biloba.

Attraverso un pergolato d’uva, si arriva alla parte anteriore del Giardino, dove si trovano le piante aromatiche e officinali: sono presenti circa settantacinque differenti varietà di piante che vanno da specie come l’erba di S. Giovanni, l’erba cardiaca e la trigonella, a vere e proprie erbe esotiche, come l’erba al limone, la salvia al profumo di melone, il timo della Giamaica, il tabacco.

Il Giardino è reso ancora più speciale da due costruzioni storiche: la Voliera e il “Piscinum”. Quest’ultimo è una specie di gazebo, circondato da un fosso dove anticamente si allevavano pesci a scopo alimentare; successivamente questo fossato è stato riempito e si è trasformato in fioriera.

L’abbazia si sostiene economicamente e dispone, al di fuori delle sue mura, di settecento ettari di boschi, due riserve di caccia e due aziende agricole, da cui derivano la coltivazione e la vendita di vari prodotti.

Ma è soprattutto con i grandi vini della sua Cantina che l’Abbazia di Novacella, da anni, ottiene grandi successi nazionali e internazionali.

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