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Abbinamento vino e piadina romagnola

Amata da tutti, da mangiare per strada o ben accomodati, la piadina romagnola è la protagonista di pasti estremamente creativi perché si presta ad un’infinità di possibilità di farcitura. Una ricetta estremamente povera dalle origini antichissime, inizialmente abbinata ad ingredienti tradizionali quali crudo, rucola e squacquerone, sino a giungere ai più originali. Cosa aspettiamo per dar sfogo alla nostra fantasia? Componiamo la nostra piadina preferita con questa ricetta!

La storia

La piada è una di quelle ricette che ha camminato a braccetto col tempo, accogliendo ogni possibile variazione e innovazione. L’idea che oggi associamo alla piada, delinea i suoi caratteri nel Novecento. È nel 1371 che si parla di piada in un documento della comunità di Modigliana, la quale aveva il compito di donarne due all’anno come tributo alla Chiesa. Nel 1572 il medico riminese Costanzo Felici racconta di «piacente, cresce o piade» come di «pessimo cibo, con tutto che a molti tanto piaccia».
Ancora nel 1622 e nel 1801, si parla della piada sebbene il successo venga raggiunto al tempo di Giovanni Pascoli, «il pane del lavoro», e del turismo di massa. Sono proprio i turisti che consentono alla piadina di emergere, favorendo la libertà e l’autonomia alle donne romagnole, che iniziano a fare il pane di casa fuori dall’uscio.

Ingredienti

  • 500 g di farina 00
  • 125 g di strutto
  • 170 g di acqua a temperatura ambiente
  • 15 g di sale fino
  • 1,5 cucchiaini di bicarbonato

Preparazione

Iniziamo la nostra preparazione della piadina romagnola dall’impasto. Occorre perciò prendere una ciotola e inserire al suo interno la farina, il sale, lo strutto e il bicarbonato. Iniziamo ora ad impastare aggiungendo l’acqua in 3 volte, per poi trasferire il composto sul piano da lavoro e continuare a lavorare fino a quando non abbiamo ottenuto un impasto omogeneo. Formiamo così una palla, avvolgiamola in un sacchetto per alimenti e lasciamola riposare per 30 minuti.

Passato il tempo necessario, spostiamo l’impasto dal sacchettino e formiamo un salsicciotto, poi dividiamolo in 6 porzioni uguali. Facciamo in modo da creare, per ogni porzione di impasto, una pallina che andiamo a lavorare per circa 30 secondi in maniera che diventi liscia e uniforme, poi avvolgiamola ancora con un apposito sacchetto per alimenti e facciamola riposare per altri 30 minuti.

A questo punto, concluso il riposo, infariniamo leggermente il piano da lavoro e stendiamo le palline con un mattarello fino ad ottenere uno spessore di 2-3 mm. Ora scaldiamo una piastra e stendiamo ulteriormente le piadine per poi dar loro forma mediante un coppapasta del diametro di 22 cm.

È giunto il tempo di cuocere le piadine su ciascun lato per 2 minuti, ruotandole continuamente con una mano per assicurare una cottura uniforme, fino a quando non appaiono lievemente dorate. Appena cotte, sovrapponiamo le nostre piadine una sopra l’altra e farciamole ancora calde.

Il vino

La scelta del vino giusto per la piadina dipende soprattutto dal tipo di farcitura che scegliamo piuttosto che dal semplice impasto.

Per quella classica, condita con un salume, un formaggio morbido e un pò di rucola, la scelta giusta sarebbe dettata da un bianco passito dolce, per restare in tema romagnolo, un Romagna Albana, secco e di carattere, identificabile per il suo bouquet intenso e gusto vibrante.

Si presenta con un giallo paglierino piuttosto deciso, con note dorate, frutta gialla, albicocca, pesca, buccia di agrumi insieme a fiori di ginestra e pesco. Di buon corpo e sapidità, reca un finale armonizzato da un lieve contributo tannico.

Nel caso in cui decidiamo di condire le nostre piadine con della carne, allora la scelta del vino da abbinare si sposta su un Romagna Sangiovese, un rosso che ti coinvolge al primo sorso per fragranza e agilità alla beva. Porpora di colore, si presenta come intensoflorealefruttato, secco, fineequilibrato e soprattutto facile da bere.

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