Il vino che beviamo non è esente da possibili mutazioni, a dirlo è una ricerca emersa su Nature. Le varietà di vite che utilizziamo sono fortemente esposte a trasformazioni dovute a nuove temperature ed eventi metereologici estremi quali siccità, calore, precipitazioni. Lo studio prevede che la soluzione ideale a questa problematica sia dettata da una collaborazione tra coltivatori e ricercatori, impegnati nello sviluppo di vitigni in grado di modellarsi ai cambiamenti che il clima impone.
Secondo lo studio, nella produzione del vino in posti come Australia, Cina e Stati Uniti persiste una grande uniformità di varità, che pare essere il frutto della globalizzazione del mercato e di un consumo rivolto ad un numero ristretto di nomi. Proprio la scarsa varietà rende meno adattabili i vitigni da coltivazione. Nel mondo, infatti, si coltivano circa 6.000 – 10.000 varietà di vite comune, dove la più parte viene utilizzata per produrre vino. In Europa la produzione appare invece piuttosto diversificata.
Secondo i coltivatori è necessario concentrarsi sulle varietà che resistono al caldo e alla siccità per poter affrontare i grandi cambiamenti climatici, necessariamente legate al territorio per evitare la questione dell’omologazione, problematica relativa alla coltivazione e al consumo di vino. Il cambiamento, tuttavia, non è mai semplice, soprattutto quando il confronto ricade sul mercato globale che abbraccia pochi nomi.
Dunque la proposta fatta dai coltivatori pare aderire alla soluzione più vantaggiosa, poiché spostare i vitigni in zone maggiormente idonee alla coltivazione provocherebbe soltanto una lunga serie di conseguenze indesiderate, come il peggioramento della qualità del vino dovuto alla mancata esperienza in quel uovo terreno. Il piano progettato per il miglioramento provvede alla necessità di rispondere con prontezza ed efficienza alle problematiche presenti, risolvendo la questione siccità con la razionalizzazione dell’irrigazione, trovando le varietà di Glera maggiormente resistenti e aumentando soprattutto i controlli al fine di far rispettare, in Italia e in Europa, le norme previste per l’abbattimento dell’emissioni da pesticidi e delle concimazioni chimiche.
La sfida da affrontare, in virtù dei cambiamenti climatici, non è legata esclusivamente al vino, ma a tutta l’agricoltura.