Nei campi i viticoltori hanno già iniziato la raccolta dell’uva e a fare i conti con gli estremi climatici. Purtroppo le gelate di maggio e la grande siccità vissuta nei mesi estivi, non ha prodotto risultati positivi in termini di produzione. Infatti in molte zone si è registrato un calo del raccolto pari al 15% come nel caso di Valle Arroscia e dell’Albenganese, il 5 per cento invece nell’estremo Ponente, patria del Rossese di Dolceacqua.
Ma la qualità tuttavia è rimasta piuttosto alta. Ecco le parole espresse dal miglior viticoltore 2017:” I profumi che si stanno sprigionando in questi giorni in cantina sono eccezionali, segnale che il vino sarà eccellente“.
Marco Temesio, contitolare della Cascina Nirasca a Pieve di Teco, è sulla stessa linea d’onda. La produzione di vino ha subito un calo del 10-15%, ma la qualità rimane sempre eccellente.
Condizioni climatiche avverse e nuove tecniche da adottare
Purtroppo i cambiamenti climatici di quest’anno dovrebbero far riflettere. Oramai non si tratta più di un’ eccezione, ma di una situazione che via, via si manifesterà in modo sempre più evidente. Bisogna adottare delle precauzioni affinchè il raccolto non vada distrutto. Si va verso un futuro sempre più siccitoso, e le vigne hanno bisogno di moltissima acqua e non solo. Per questa ragione occorre progettare modi e nuove tecniche per irrigare.
Quest’anno moltissimi produttori hanno subito delle perdite non poco evidenti, anche se la qualità è rimasta piuttosto alta. Tuttavia bisogna trovare una soluzione per evitare il ripetersi dell’emergenza siccità e gelate tardive. Da aprile ad agosto è stato un susseguirsi di eventi alquanto spiacevoli.
Prima il gelo tardivo di fine aprile, che ha costretto molti viticoltori ad accendere durante la notte dei falò tra i filari in modo che il gelo evitasse di uccidere i germogli e poi il forte caldo e la siccità come illustrato precedentemente, che in alcuni casi ha costretto i viticoltori a procedere con la raccolta dell’uva prima che venisse completamente distrutta.
Dati riportati da Ismea e dall’Unione Italiani Vini
La media è del -26%. Questo è il dato diffuso dall’Unione Italiani Vini e da Ismea per l’Osservatorio del Vino.
Il settore vitivinicolo è strategico per il nostro Belpaese, in quanto è il quarto paese al mondo per superficie coltivata a vite. Nonostante tutto, l’Italia continua ad avere un forte appeal all’estero e a quanto pare l’export è in continua crescita.
Secondo Ismea, c’è una buona probabilità che le vendite dei migliori vini sfondino i 6 miliardi di euro entro la fine di quest’anno.