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La sfida toscana tra Bolgheri DOC e Brunello di Montalcino: Quale scegliere?

Oggi vi proponiamo un ardito confronto tra due denominazioni diverse che si confrontano in uno dei palcoscenici più importanti del mondo vitivinicolo: la Toscana.

In comune hanno poco se non la longevità pressochè illimitata che generalmente viene interrotta dalla tentazione di stapparli per accompagnare un momento speciale. Scopriamone di più.

Brunello di Montalcino DOCG

Tutto nasce dal Brunello o meglio dal Sangiovese. Anticamente la bacca rossa allevata a Montalcino veniva chiamata Brunello, solo nel 1879 la Commissione Ampelografica della provincia di Siena decise di intraprendere esperimenti tali da dichiarare il Brunello e il Sangiovese lo stesso vitigno. Così il Brunello divenne il nome dei prodotti locali al 100% prodotti da uve Sangiovese.

Dal 1966 il Brunello di Montalcino è stato riconosciuto DOC e dal 1980 DOCG (con alcune modifiche disciplinari successive relative le caratteristiche del prodotto finale) ma viene prodotto almeno dal 1869, infatti Clemente Santi venne encomiato per un prodotto “brunello” vintage 1865 quell’anno alla Fiera Agricola di Montepulciano.

Questi vini si presentano di un rosso rubino con riflessi e tendenza al granato, al naso è intenso ed ampio di note fruttate di frutti rossi, floreali di rosa e viole e speziate tipiche del sangiovese con note balsamiche e tostate dipendenti dal periodo di affinamento in legno. In bocca si presenta di buon corpo, caldo di grado alcolico ma fresco di acidità, in un equilibrio armonioso, il tannino è marcato ma educato da una morbidezza della struttura. Il finale è lunghissimo e spesso balsamico.

Le nostre proposte:

 

Bolgheri DOC

Questa denominazione deve le sue fortune a Giacomo Tachis, probabilmente il più importante enologo esistito. Tachis nel 1954 si diplomò presso la Scuola Enologica di Alba e nel ’61 entrò in Antinori come enologo dove rimase per ben 32 anni assumendo anche il ruolo di direttore tecnico.

L’intuizione di Tachis fu semplicemente quella di portare in Toscana il taglio bordolese, un assemblaggio tra Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot, tre tra i più diffusi vitigni rossi al mondo che insieme hanno dato i natali ai più importanti e costosi vini di Bordeaux. Questa intuizione nelle cantine della famiglia Antinori nel 1970  diede vita al Tignanello. Importante è precisare che precedentemente negli anni ’40 il Marchese Mario Incisa della Rocchetta cominciò a coltivare questi vitigni internazionali nell’area ma solo negli anni ’60 la sinergia con Tachis portò a commercializzare la prima vintage di Sassicaia.

Tenendo da parte queste eccellenze, oggi note come Super Tuscan, la DOC Bolgheri (come la intendiamo oggi, comprendente i vitigni Cabernet) nasce solo nel 1994 ed unisce un taglio particolarmente interessante ad un terroir unico che lo sublima: il territorio gode di un microclima caratterizzato dalla brezza tirrenica e un’insolazione particolarmente diffusa adagiato su un terreno particolarmente ricco, composto da sedimenti alluvionali di origine fluviale e marina, rocce vulcaniche e una buona componente ferrosa.

I vini che si producono potendo essere assemblati da svariati uvaggi in svariate percentuali sono difficili da generalizzare, si presentano di un rosso rubino intenso spesso molto lucenti, al naso infondono note terrose di cacao e spezie con frutta matura, in bocca il sorso è elegante, ben costruito e balsamico, il finale è lungo e persistente.

Le nostre proposte:

 

Il confronto è di quelli che non hanno un vincitore, si affrontano la storia del Brunello che da oltre 150 anni è presente e legato alla storia della gente e del territorio con l’idea brillante di un uomo che ha trapiantato un’avanguardia francese in uno dei terroir più ricchi del mondo creando un prodotto un pò snob ma dal gusto elegante e di grande impatto.

Qual è il vostro preferito?

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