Uno degli interventi di cui più si sente parlare in viticoltura è costituito dalla potatura.
Con questa pratica colturale si può orientare la produzione in senso quantitativo o qualitativo, si può dare una forma alla pianta e mantenerla nel tempo. In inverno viene effettuata una sola potatura (potatura secca), mentre in primavera un paio di volte (potatura verde).
Con la potatura secca si decide quale sarà il numero delle gemme che daranno origine ai grappoli, per cui si daranno potature corte (se si è orientati verso l’elevata qualità) (7-10 gemme), mentre se si persegue la quantità si daranno potature lunghe. Prima di ogni taglio, il personale specializzato che esegue la potatura valuta la vigoria della pianta in relazione all’età e al sesto di impianto, la tipologia di vitigno e la sua ubicazione.
Con sesto di impianto si intende nell’arboricoltura moderna, la disposizione con criteri geometrici delle viti, distribuendo le piante in allineamenti paralleli, detti file o filari, separati da fasce rettangolari dette interfile.
Con la potatura verde si dà forma alla pianta, la si pulisce dai germogli fuoriusciti dal tronco (spollonatura), si eliminano le foglie che impediscono una buona aerazione dei grappoli, si sistemano regolarmente i germogli permettendo uno sviluppo verticale. Questa potatura viene fatta fino alla fine di giugno. Per accorciare i germogli, mantenendo una lunghezza minima di 1-1.1 m., si effettuano delle cimature, mentre le sfogliature devono garantire piena luce ai grappoli ed evitare un’eccessiva sottrazione di energia da parte della vegetazione.
Verso la seconda metà di luglio i grappoli si sono formati e si procede al diradamento dei grappoli, tagliandoli a terra: facendo così si ottiene un rapporto ottimale tra la superficie fogliare ed i frutti, in modo da ottenere una maggiore concentrazione delle sostanze estrattive.