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Cosa si intende con ambiente pedoclimatico?

Con ambiente pedoclimatico (o preclimatico) si intende l’insieme di fattori che integrandosi determinato la buona o la cattiva riuscita dell’impianto di un nuovo vigneto in una determinata e caratteristica zona del mondo.

Latitudine e Altitudine

I primi sono costituiti dalla latitudine e dall’altitudine: la vite richiede determinate condizioni climatiche perché teme il freddo ed anche il caldo eccessivo. Nell’emisfero boreale, quello dove si trova l’Italia, la vite si sviluppa al meglio se è compresa tra il 40° ed il 50° parallelo di latitudine, mentre nell’emisfero australe le zone migliori sono concentrate nella fascia compresa tra il 30° ed il 40° parallelo.

L’Italia occupa una posizione privilegiata ed i vitigni sono situati soprattutto in collina ed in montagna: il 60% della viticoltura si sviluppa in collina, il 32% in pianura e solo l’8% in montagna (qui la coltivazione è davvero difficile). Le uve destinate alla produzione dei vini DOC e DOCG sono distribuiti prevalentemente in collina ed in montagna.

La coltivazione della vite in collina è dovuta al fatto che i pendii collinari garantiscono le migliori condizioni di insolazione e luminosità per le foglie della vite, grazie alle foglie si ha fotosintesi clorofilliana e questa permette la formazione dello zucchero.

La vite necessita di luce e di calore, con temperature comprese tra i 25 ed i 28 °C.

In Sicilia le uve sono coltivate, tendenzialmente, fino i 600 m. s.l.m. Nelle regioni settentrionali, poiché il clima è più fresco si può coltivare anche a altitudini più basse comprese tra i 50 ed i 500 m. s.l.m..Casi particolari sono l’Alto Adige e la Valle d’Aosta dove i vigneti sono coltivati fino a 700-800 m. e 1000-1200 m. s.l.m. a causa del clima più fresco.

Temperature ed Umidità

Un ruolo decisivo lo occupano anche gli sbalzi termici tra le temperature diurne e quella notturne, soprattutto in fase di maturazione dell’uva.

Negli ultimi decenni vengono coltivate le viti in luoghi caratterizzati da un clima con temperature molto alte, grazie all’uso di diffusi interventi di irrogazione, ma ci si rimette in termini qualitativi dell’uva.

L’uva richiede anche umidità: se è eccessiva si formano le muffe, ma se è scarsa le foglie chiudono gli stomi, i loro pori superficiali, e trattengono l’acqua, bloccando la produzione di zucchero. È per questo motivo che i vigneti si trovano spesso in territori che accompagnano il corso dei fiumi, oppure che circondano i laghi o lungo le coste.

Altro aspetto positivo della presenza dell’acqua è dato dal fatto che l’acqua riflette la luce ed immagazzina calore durante il giorno e lo cede lentamente durante la notte, svolgendo un’azione di volano termico, cioè è in grado di attutire gli sbalzi termici (soprattutto nelle zone settentrionali).

La Zonazione e il terreno

Un concetto fondamentale è quello della zonazione, cioè la mappatura dei territori vocati alla produzione di qualità. Il cardine della zonazione è l’interazione tra vitigno e ambiente circostante: un esempio di zonazione è quello del Piemonte nella zona del Barolo, identificando le vigne come Cannubi, Cerequio, Bussia, Vigna Ronda, dei siti privilegiati riconosciuti per la produzione di grandi vini quali il nebbiolo, destinato a lunghi invecchiamenti.

Altro componente dell’ambiente preclimatico è costituto dal terreno. La vite, esigente per quel che riguarda le condizioni climatiche, predilige terreni poveri, che si differenziano in base alla loro composizione e tessitura. Le componenti più diffuse sono il calcare, le marne, gli scisti e le argille.

Il Clima

Ultimo elemento pedoclimatico è il clima: in questo caso la vite è molto esigente e sensibile ai fattori climatici e agli agenti atmosferici. Ad esempio per limitare i danni dovuti alla grandine, si possono sistemare delle reti che riparano i filari, e nei lunghi periodi di siccità si interviene con irrigazione artificiale.

Contro altri fattori l’uomo può fare ben poco: per garantire eleganza e qualità al vino, le temperature devono essere temperate, né troppo elevate, né troppo basse (ad esempio le gelate della tarda primavera possono compromettere lo sviluppo delle gemme).

Le temperature devono essere comprese tra i 25 ed i 28 °C, ma anche temperature più fresche, come quelle collinari, possono favorire un adeguato sviluppo della vite. Lescursione termica tra le temperature della notte e quelle del giorno, invece permette la concentrazione nella buccia degli acini di sostanze aromatiche con profumi intensi ed eleganti.

Il regime di ventilazione può favorire la crescita della vite, perché il soffio della brezza collinare contribuisce a mantenere un adeguato livello di umidità dell’aria, scongiurando pericolosi ammuffimenti.

Le piogge primaverili (periodo di sviluppo vegetativo della pianta) ed estive (nelle zone più calde) svolgono effetti benefici per lo sviluppo delle uve. Le piogge più temute sono quelle in prossimità della vendemmia, perché possono causare un negativo dilavamento sulle bucce degli acini, con colori più sbiaditi e profumi meno intensi.

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