In Italia siamo molto ben abituati rispetto ai vini da tavola. La dieta mediterranea (a base prevalente di pasta e carne) ben si abbina a questi vini che, lungo tutta la nostra penisola, si consumano ad ogni pasto.
Parlando di vini da tavola intendiamo generalmente quei prodotti monovitigno rosso o in blend, di medio corpo e grado alcolico (da 12 a 14% alcol su volume al massimo) come Chianti Classico e Sangiovese per fare due nomi. Ogni regione ne ha uno proprio, ma le caratteristiche dei vari rossi quotidiani possono ricondursi tra loro.
A livello internazionale non è assolutamente così.
Tolta la Francia e qualche altro paese che godono di una propria cultura e tradizione vinicola basata su prodotti locali, l’Italia enoica non viene consumata soltanto attraverso i mostri sacri Barolo e Brunello. Pare infatti che il vino da tavola più venduto a livello internazionale sia il Lambrusco.
Il dato è interessante poichè in Italia il Lambrusco gode di popolarità positiva solo nella sua regione di origine, l’Emilia-Romagna, venendo spesso usato come sinonimo di vino di poco valore tra i palati più fini del Belpaese. Vediamo le ragioni per cui il Lambrusco è insieme al Prosecco uno dei vini italiani più consumati ed acquistati al mondo.
Cenni storici sul Lambrusco
Il Lambrusco è prima di tutto un vitigno a bacca rossa. In realtà esistono 13 varianti diverse di Lambrusco coltivate quasi esclusivamente in Emilia con un’unica eccezione: il Lambrusco Mantovano.
L’etimologia del nome Lambrusco è abbastanza incerta, in particolare la tesi più avvalorata vuole che il nome derivi da labrum, il margine dei campi, e ruscum, “pianta spontanea”. Per questa etimologia, la vite la-brusca sarebbe una vite spontanea e troviamo le prime testimonianze della coltivazione di vite labrusca sin da Virgilio e Plinio il Vecchio.
Finalmente a partire dal 1567 con Andrea Bacci, medico e botanico del Papa Sisto V, abbiamo una prova inconfutabile della produzione di Lambrusco dalle uve omonime:
“sulle colline di fronte alla città di Modena si coltivano lambrusche, uve rosse, che danno vini speziati, odorosi, spumeggianti per auree bollicine, qualora si versino nei bicchieri”
Pur non essendo uno spumante ma un vino frizzante, il Lambrusco ottenne grande vantaggio dalle nuove tecnologie del 1700. Le bottiglie utilizzate per la conservazione e la commercializzazione del prodotto divennero più resistenti alla pressione così come i tappi.
Pietra miliare per lo sviluppo e la diffusione del Lambrusco sarà l’invenzione del metodo Martinotti, più comunemente conosciuto come metodo Charmat. Questo metodo, brevettato nel 1895 ma diffusosi stabilmente solo nei primi decenni del ‘900, rivoluzionerà la produzione di vino mondiale rendendola più veloce ed economica. Grazie a questo il Lambrusco a partire dagli anni ’60 del 1900 crebbe in termini di fruibilità e così arrivò nei mercati internazionali, in particolare quello Americano.
I motivi di un successo internazionale: Versatilità, Rapporto qualità-prezzo, Varietà e… Leggerezza
La regione di origine del Lambrusco è la stessa di molti piatti a base di pasta che spesso nella cultura British e Americana sono identificati dal binomio: Spaghetti Bolognese.
Con Spaghetti Bolognese si intende in realtà la pasta al ragu, che sia secca o all’uovo: pare proprio che l’abbinamento tra pasta e Lambrusco piaccia.
Non è raro trovare suggerimenti di abbinamenti di primi o pizza con il Lambrusco per cui è facile suscitare interesse nei confronti di due tipicità italiane come la pasta e il vino. In particolare la venuta di internet ha accresciuto la possibilità per chiunque di ricavare questo genere di informazioni e approfondimenti.
In effetti le caratteristiche principali del Lambrusco sono la frizzantezza e il basso grado alcolico che lo rendono amabile rispetto ai corposi rossi italiani. Immaginiamoci soprattutto per chi è abituato a bere birra o bibite gassate. Questa combinazione permette al vino di rimanere un discreto partner di moltissime preparazioni culinarie internazionali come i fritti ad esempio, il Lambrusco difficilmente scavalca i sapori.
Per queste ragioni è cresciuta la domanda di Lambrusco e il mondo della grande distribuzione internazionale ha deciso di puntare su un prodotto versatile ed economico. Infatti il Lambrusco rimane uno dei vini più economici e difficilmente viene venduto a cifre superiori ai 20 euro, il rapporto qualità-prezzo lo rende un perfetto vino quotidiano e “da supermercato” in Italia come all’estero.
L’accessibilità del prodotto ha ovviamente avuto un ulteriore crescita grazie alla proliferazione di e-commerce specializzati, come il nostro. In particolare i siti come xtraWine permettono di provare altre etichette e varianti dello stesso prodotto apprezzato, acquistandole comodamente da casa. Di Lambrusco sono coltivate ben 13 varietà per cui gli amanti di questo prodotto possono sbizzarrirsi a provare un vino capace di rinnovarsi ad ogni sorso.
…e la leggerezza?
Dedichiamo un paragrafetto ad una curiosità interessante legata al Lambrusco. Pare infatti che non solo il vino sia leggero in quanto frizzantino e poco alcolico, pare possa contribuire alla perdita di peso.
Avete capito bene. Abbastanza noto e avvalorato da studi scientifici è l’apporto di antiossidanti e polifenoli del vino rosso, pare che il Lambrusco abbia qualcosa di più. Avendo una bassa quantità di alcol su volume, il Lambrusco è uno dei meno calorici tra i vini rossi, inoltre ha un influsso positivo sulla tiroide. L’azione sulla tiroide permetterebbe al nostro metabolismo di compiere un’accelerazione, in questo modo saremmo in grado di bruciare più grassi e disporre di più energie.
Mantenendo il beneficio del dubbio su questa ultima trovata consigliamo di provare tutte le versioni di Lambrusco così da saperci dire quale preferite!