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I Vini dell’Opera: il territorio di Bologna e i suoi vini

Per ricordare il viaggio che Mozart fece a Bologna nel 1770 a quattordici anni, i vini dell’Opera per “Le nozze di Figaro” saranno del nostro territorio: il Talea e il Comandante della Guardia, rispettivamente Pignoletto fermo e Cabernet Sauvignon, della cantina La Mancina, che si trova a Monteveglio in località Montebudello.

Le colline che si estendono a sud ovest di Bologna sono costituite da un terreno calcareo argilloso, particolarmente vocato per la coltivazione della vite. Ma si tratta anche di zone che sorprendono per la ricchezza di storia e di avvenimenti che si sono svolti nel corso dei secoli.

A Monteveglio, nella valle del torrente Samoggia, sono stati ritrovati insediamenti risalenti al neolitico e resti di antiche ville romane risalenti al I sec. d.C. Secondo alcune interpretazioni, il nome deriverebbe da “Mons belli”, monte della guerra, ma non sono state ritrovate fortificazioni di epoca romana; più accreditata l’ipotesi per la quale Monteveglio sarebbe una modifica fonetica di «Montebello».

Durante il Medioevo, Monteveglio faceva parte di un sistema di fortificazioni che contribuì a tenere i Longobardi al di là dei confini dell’Esarcato di Ravenna, sino a quando venne conquistato, insieme ad altre località fortificate, da Liutprando del 727. Divenne poi uno dei Feudi dei Canossa e risultò di importanza strategica, nella resistenza che Matilde oppose alla discesa dell’Imperatore Enrico IV in Italia nel 1092: presso il castello di Monteveglio, che oppose una stenua resistenza, Enrico IV fu costretto alla ritirata, dopo avere assistito alla morte del figlio, rinunciando alla speranza di sottomettere il papato.

Il castello di Monteveglio

Il castello di Monteveglio

Il castello fu periodicamente conquistato, distrutto e ricostruito da bolognesi, modenesi, signori locali, sino ad un terribile assedio nel 1527, da parte dei Lanzichenecchi di Carlo V che stavano scendendo per il “sacco di Roma”. Non riuscirono però a conquistare Monteveglio per un improvviso peggioramento delle condizioni atmosferiche. Secondo la leggenda, la neve iniziò a cadere in abbondanza nella notte precedente l’assalto, pur essendo già il mese di maggio; ciò provocò lo straripamento del torrente che portò via le tende dei Lanzichenecchi, i quali rinunciarono all’assedio.

Montebudello, a circa 200 metri sul livello del mare, è una frazione di Monteveglio. Il nome deriva da un errore di trascrizione: la collina veniva definita “monte bidello”, ossia “monte guardiano”, trascritto poi erroneamente “Budello”. Fu sede di un’antica pieve e diventò bolognese nel 1204.

Il vino più tipico di queste zone è il Pignoletto. Fino a pochi anni fa, il Pignoletto era comunemente considerato vitigno autoctono ma recenti analisi del DNA hanno rivelato caratteri genetici sostanzialmente identici al Grechetto Gentile, vitigno di origine greca, differenziatosi poi in vari cloni. Viene vinificato in differenti tipologie: Fermo, Frizzante, Spumante e Passito.

Per quanto riguarda l’origine, del nome Plinio il Vecchio nella “Naturalis Historia” scritta nel I secolo d.C., parla di un vino chiamato “Pino Lieto” che “non è abbastanza dolce per essere buono”, e quindi non apprezzato, poiché i romani amavano il vino molto dolce: da ciò si può dedurre che nel mondo romano il Pignoletto era già conosciuto. Altri fanno riferimento alla forma dell’acino, simile ad una piccola pigna.

La cantina La Mancina produce i sui vini con metodi naturali in vigna e raccolta manuale delle uve; la vinificazione e l’affinamento sono svolti nelle proprie cantine.

TaleaIl Talea Riserva 2011, pignoletto fermo, rappresenta un’espressione evoluta del vitigno, che intende valorizzare la sua capacità di invecchiamento e longevità. La vinificazione avviene in acciaio, con permanenza sui lieviti per dieci mesi, a cui segue un periodo di affinamento in botti di rovere francese.

Il colore è giallo paglierino brillante; all’olfatto si colgono sentori di frutta matura e di agrumi, con note speziate e aromatiche; in bocca si presenta corposo ed elegante.

E’ gradevole come aperitivo e ideale in abbinamento ad antipasti, pesce, carni bianche.

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