I giovani americani e italiani sono divisi davanti al vino: le nuove generazioni americane scelgono basandosi sulla notorietà del brand, i giovani italiani, invece, scelgono in base al tipo di vino e per loro la marca non conta. E’ il primo dato che emerge da uno studio realizzato da Nomisma Wine Monitor per conto di Verallia, terzo produttore mondiale di contenitori in vetro per alimenti. Ne avevamo già parlato in questo articolo: ma quali sono le preferenze?
La differenza tra l’Italia e gli USA
Negli Stati Uniti, le varietà conosciute dal grande pubblico sono poche. In Usa è il Pinot grigio insieme al Sauvignon e allo Chardonnay il vino più diffuso. In Italia invece, il patrimonio vitivinicolo è immenso: le specie autctone non hanno uguali in tutto il mondo e sono proprio i giovani, che sono andati alla scoperta dei vini italiani.
Lo studio chiamato: “Il ruolo del packaging nelle scelte di consumo di vino: un confronto tra i Millennials statunitensi ed italiani”, si è posto l’obiettivo di valutare stili di consumo di vino da parte dei Millennials nei due mercati più importanti. Gli Stati Uniti sono il primo mercato di export per le produzioni del Belpaese. Un mercato che durante l’anno scorso ha importato oltre 5 miliardi di euro di vino: il 32,4% era di origine italiana.
La parola agli esperti
“I Millennials rappresentano la generazione cui stanno puntando tutti i produttori” – ha detto Denis Pantini Responsabile Wine Monitor di Nomisma -. “Però – ha continuato Pantini – questa generazione ha un approccio all’acquisto di vino nettamente differente da quella che tradizionalmente ne ha sostenuto i consumi (i baby-boomers): maggiore attenzione all’innovazione, alla sostenibilità, alla creatività, tutti fattori spesso legati al packaging e per i quali ancora molte imprese italiane non ne hanno colto la strategicità a fini di mercato. L’obiettivo di questa ricerca è stato proprio quello di fornire ai produttori italiani uno strumento in più per cogliere le opportunità nei due principali mercati di vendita del nostro vino: Italia e Stati Uniti“.
“La scelta se raccogliere le indicazioni emerse dalla ricerca spetta esclusivamente alle singole imprese italiane, però ritengo sia già un inizio promettente che se ne discuta serenamente, senza preconcetti in un senso o nell’altro” – ha affermato Roberto Pedrazzi, Direttore Commerciale e Marketing di Verallia Italia. “Noi di Verallia – ha proseguito Padrazzi –, come sempre, siamo pronti ad affiancare il made in Italy mettendo a disposizione il know-how, le risorse industriali e la ricerca avanzata su materiali e design di un gruppo internazionale interamente dedicato al packaging in vetro per il food and beverage.”