Negli ultimi anni a questa parte la terminologia utilizzata dagli appassionati di vino e’ aumentata considerevolmente. Tuttavia, quando non si comprende bene il significato di un tale termine ecco che si tende a fare confusione, nel vero senso della parola.
Per ovviare a tale dilemma, oggi faremo un po’ di chiarezza per quanto riguarda il vino autoctono.
La nostra Penisola, grazie al clima favorevole nonche’ alla grande superficie costiera vanta ben 350 varietà di vitigni autoctoni.
Ma cosa significa vitigno autoctono?
Il vitigno autoctono e’ una particolare varietà di vite posta nello stesso territorio del vitigno stesso. Quindi un vitigno autoctono possiede uno stretto legame con il territorio nel quale e’ impiantato.
Ogni vitigno autoctono possiede delle forme e caratteristiche distinte e proprio per queste peculiarità che ogni vino avrà delle caratteristiche organolettiche tipiche e ben precise.
Come e’ stato illustrato precedentemente, in Italia ci sono ben 350 varietà di vitigni autoctoni, ed ogni anno le ricerche ne svelano di nuove. Un esempio lampante potrebbe essere rappresentato dal Nebbiolo, un vitigno del Nord Italia. Infatti questo vitigno lo troviamo esclusivamente nelle zone del Piemonte, Valtellina, e nelle zone di confine tra Piemonte e Valle d’Aosta. I vini che si ottengono da questo vitigno sono 6, ovvero: Barolo, Gattinara, Barbaresco, Ghemme, Valtellina Superiore, Sfursat di Valtellina.
Ovviamente tra i vari vini, le caratteristiche organolettiche sono diverse, ma il vitigno resta lo stesso così come il terroir. Ma anche il processo di vinificazione gioca a tal riguardo un ruolo importante.
Dunque, possiamo affermare che attraverso il processo di vinificazione, il terroir nonche’ il vitigno, ogni vino avrà le sue specifiche peculiarità e caratteristiche.
E’ bene sottolineare che un vitigno autoctono non darà mai gli stessi risultati se impianto in un luogo diverso da quello di origine.
Differenza tra vitigni internazionali e autoctoni
Una delle principali classificazioni dei vitigni avviene tramite la loro origine storica e territorialità. Quindi si parlerà di vitigni autoctoni, locali, nazionali e internazionali.
Per quanto riguarda i vitigni locali, si tratta di vitigni diffusi in una zona più ampia rispetto a quella precedente (vitigni autoctoni) e che mantengono un forte legame con il territorio, ma magari si sono diffusi anche in altre zone diverse da quella originale, come ad esempio il Verdicchio o il Vermentino. Questo vitigno lo troviamo non soltanto in Sardegna ma anche nelle coste toscane e liguri.
I vitigni nazionali invece sono delle uve originarie in una data regione che poi si sono diffuse in altri luoghi fino a coinvolgere quasi tutta la Penisola, come il Trebbiano o il Sangiovese.
I vitigni internazionali invece sono uve originarie di un Paese estero che poi attraverso l’importazione e la coltivazione si sono diffuse anche in Italia. Generalmente si tratta di uve di provenienza francese come il Cabernet, il Merlot e lo Chardonnay.