Il prodotto che continua a premiare gli investitori sapete qual è? Ve lo sveliamo subito: lo Champagne. Ebbene si, avete letto benissimo. Secondo Liv-ex, il benchmark del mercato secondario degli fine wines, è stato appurato che la crescita registrata negli ultimi 5 anni dalla bollicina d’Oltralpe è stata pari al 39%, di cui il solo 20% nel 2016.
Una crescita ragguardevole determinata a sua volta da un’offerta limitata, abbinata all’incremento della domanda proveniente da nuovi investitori interessati solo ed esclusivamente ad un vino di qualità. Gli investitori particolarmente interessati sono russi, brasiliani e cinesi.
Il valore attribuito alle 50 etichette più prestigiose ha raggiunto quota 347, di gran lunga superiore al 308 attribuito al Liv-ex Bordeaux 500 che al di là di tutto ottiene comunque sia, una crescita molto significativa dopo il calo delle quotazioni avvenuto tra il 2013 e il 2015.
Tuttavia, l’Italia, nonostante sia lontana dalle quotazioni dei grandi vini francesi, negli ultimi 6 mesi guadagna posizione, realizzando così un progresso pari al 5%. Tra i grandi vini italiani, nell’indice Liv-ex 100 sono presenti Massetto annata 2013, Tignanello 2013, Ornellaia 2010, Sassicaia 2009 e 2013 e Solaia 2010.
Investire in una bottiglia di Ornellaia? Conviene o no?
Qualcuno è del parere che, meglio comprare una bottiglia di Ornellaia che investire in oro o petrolio. Infatti se le cose dovessero andare male, almeno si è potuto gustare una bottiglia di vino rosso di tutto rispetto.
Dai dati di Liv-Ex è emerso che, Ornellaia è tra i vini di eccellenza a livello internazionale con rendimenti in crescita più costanti nel tempo. A quanto pare le sue quotazioni medie sono raddoppiate dal 2007 ad oggi.
Ormai i grandi vini (Masseto, Tignanello, Solaia e Sassiccaia) sono una presenza costante nelle aste a Hong Kong, Londra e New York, anche se a farla da padrone nonostante tutto, restano le grandi etichette francesi, con in testa Chateau Lafite e Mouton Rothschild.